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Diritto alla Salute, spending review, universalismo

Renato Balduzzi

Il ministro della Salute Renato Balduzzi parteciperà alla Discussione Pubblica del 6 luglio

Si preannuncia come un evento di assoluto spessore e sostanza la Discussione Pubblica denominata Diritto alla Salute, spending review, universalismo. Un Patto per contribuire alla crescita e al risanamento, alla riqualificazione del Servizio Socio Sanitario pubblico e universale, in programma per venerdì 6 luglio a Roma (Centro Congressi Via dei Frentani, 4, ore 10-15), a cura della Fondazione Zancan, del Gruppo Abele e di SOS Sanità, per le quali rispettivamente Tiziano Vecchiato, Nerina Dirindin e Aldo Ancona discuteranno di tante delicate e quanto mai attuali questioni, con Renato Balduzzi, ministro della Salute, Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Giovanni Bissoni, presidente dell’AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), Giuseppe Costa, presidente dell’AIE (Associazione Italiana Epidemiologia), Vera Lamonica, segretario nazionale della CGIL, Imma Latorre, responsabile delle Politiche Sanitarie nella CISL Nazionale, Valdo Mellone, direttore generale dell’ASL di Lecce, Giovanni Monchiero, presidente della FIASO (Federazione Italiana di ASL e Ospedali) e direttore generale dell’ASL di Alba e Bra, Sabina Nuti, docente della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e Giuseppe Scaramuzza del Tribunale dei Diritti del Malato-Cittadinanzattiva, .
Coordinerà i lavori Stefano Cecconi ed è attesa anche la conferma di partecipazione da parte di Carlo Fiordaliso, segretario nazionale della UIL.
A spiegare i significati dell’incontro sono le stesse organizzazioni promotrici, con il documento che qui di seguito proponiamo.

Serve un Patto per contribuire alla crescita, al risanamento,
alla riqualificazione del Servizio Socio Sanitario pubblico e universale

La spending review [“revisione della spesa pubblica”, N.d.R.] ipotizzata dal Governo si configura come un’irrinunciabile opera di riqualificazione della spesa pubblica, per rendere sempre più appropriate le prestazioni del welfare socio sanitario? Oppure si propone di ridurre i confini della copertura pubblica e universale, e quindi i Livelli Essenziali concernenti i diritti di sociali e civili sanciti dalla nostra Costituzione?
Serve una discussione e un confronto trasparente, tanto più se si vuole realizzare un intervento straordinario ed eccezionale, in piena crisi, per contribuire all’abbattimento del debito pubblico: quel “forno inceneritore” di miliardi di spesa per interessi, che potrebbero invece, a risanamento avvenuto, essere finalmente destinati a investimenti e ovviamente al welfare stesso.

Con i documenti sulla spending review il Governo indica per la sola spesa sanitaria una revisione su 97 miliardi di euro, pari all’89% della spesa sanitaria totale. Ci preoccupa una spending review che, anziché rinnovarlo, dovesse ferire il modello di welfare socio sanitario italiano (europeo), caratterizzato – seppure in modo contraddittorio – da un tendenziale universalismo. Sarebbe un tragico errore consegnare al mercato il compito di rispondere a bisogni umani (sanitari e sociali), finora affrontati prevalentemente con l’intervento, diretto o indiretto, pubblico.
I pesanti tagli lineari al finanziamento del welfare socio sanitario e i nuovi ticket, disposti dalle ultime Manovre Finanziarie, rischiano già ora di compromettere il diritto costituzionale alla salute e all’assistenza (se la sanità è in crisi, l’assistenza sociale rischia addirittura di scomparire). Mentre l’allarme, posto dai documenti del Governo, sulla crescita della spesa sanitaria è preoccupante perché infondato (si veda l’ultimo Rapporto della Corte dei Conti in materia*), ed è indice di un approccio che vede il welfare come un “mero costo” invece che come un investimento per accrescere il benessere, la coesione sociale, l’occupazione e lo stesso PIL [Prodotto Interno Lordo, N.d.R.], indispensabile in tempo di crisi e necessario per la ripresa economica.
Siamo invece convinti che sia possibile, giusto e necessario riqualificare la spesa socio sanitaria (e siamo disponibili a contribuire). Per altro l’esperienza di alcune Regioni dimostra che la progressiva riorganizzazione dell’offerta del welfare – per avvicinarla sempre più ai bisogni dei Cittadini, tagliando e riconvertendo spesa inappropriata – ha assicurato migliori livelli di assistenza e mantenuto in equilibrio i bilanci. Al contrario di quelle realtà dove il disavanzo di bilancio è sempre associato a peggiori risultati assistenziali.

Perciò la spending review non può essere un’operazione centralista calata dall’alto: deve considerare le diverse condizioni e i diversi comportamenti tra le regioni, e il legame tra bilancio economico e assistenziale. E deve distinguere tra operazioni a “breve termine” e altre che necessitano di tempi più lunghi per ottenere risultati duraturi. Altrimenti diventa un’operazione ragionieristica solo per ridurre la spesa.
Siamo consapevoli che il momento è difficilissimo, per questo serve affidare al nuovo Patto per la Salute un compito straordinario: assumere precisi impegni per mantenere la natura pubblica e universale del Servizio Sanitario Nazionale a garanzia dei diritti di cittadinanza, e così dare “un senso e un orientamento” alla spending review nei settori del welfare socio sanitario.

*Il finanziamento negli ultimi tre anni è stato ridotto di 17 miliardi di euro, il disavanzo continua a calare da sei anni e la spesa è almeno di sette anni al di sotto delle previsioni contenute nei documenti di programmazione.

Per ulteriori informazioni: info@sossanita.it.

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