Giovanni era un valoroso guerriero. Girava in sella al suo destriero per tutto il mondo. Era forte, coraggioso e sicuro. Tutti i reali del Paese lo acclamavano. Le donne sognavano di diventare sue spose e per tutti gli abitanti dei villaggi era un vero paladino. Combatteva contro giganti, orchi, draghi e streghe malvagie, che solo nell’udire il suo nome tremavano dalla paura!
Giovanni combatteva e non smetteva mai di lottare contro il Male, difendendo il suo valore e il suo onore e facendosi portavoce dei bisogni di chiunque implorasse il suo aiuto.
E tuttavia, sebbene il valoroso cavaliere avesse superato mille peripezie, ce n’era una che a detta di tutti non avrebbe mai potuto superare. Ebbene sì, c’era davanti a lui l’ultima prova da superare, combattere la malvagia Strega Ignoranza. Non era noto dove ella risiedesse, anzi, molti maghi buoni avevano asserito che la strega malvagia avesse dimora nell’animo degli uomini.
Giovanni rimase attonito e sebbene nella sua vita avesse combattuto contro il Drago Rotelle, la Medusa Discrimina, il Gigante Pregiudizio e il Mostro a Due Teste Barriera, non sapeva proprio come avrebbe fatto a stanare la Strega Ignoranza e a sconfiggerla una volta per tutte.
Alcuni mercanti di passaggio, giunti al Paese, portavano notizia che altri cavalieri e altre principesse avevano spesso avuto a che fare con la tanto temuta strega, ma che nessuno di loro era riuscito a sconfiggerla. La strega aveva – a detta di tutti coloro che l’avevano vista – sembianze normali, quasi piacevoli e per nessuna ragione al mondo sarebbe potuta sembrare cattiva e infida. Il povero Giovanni, però, voleva a tutti i costi distruggerla, ma, per prima cosa, doveva cercarla.
Ad aiutarlo nell’impresa fu proprio una sua cara amica, la premurosa Fata Tutela.
Fata Tutela era stata sua amica fin da quando Giovanni era bambino, entrambi avevano condiviso tante esperienze, belle e meno belle, e spesso era stata lei a supportare e a difendere il piccolo e indifeso Giovanni dai soprusi degli arroganti.
Tutela e Giovanni, ormai grandicelli, non potevano fare l’uno a meno dell’altra e il loro rapporto cresceva man mano che entrambi crescevano e cresceva anche la fiducia e la stima che avevano costruito reciprocamente nel corso degli anni.
Ma un giorno, dall’alto della sua torre in cima al vecchio castello, Fata Tutela, circondata da amuleti e pozioni magiche, ebbe un’idea. Le venne in mente che non lontano da lì viveva l’Oracolo dell’Intelligenza del quale non si conosceva bene chi e come fosse, ma che secondo la fedele fata avrebbe sicuramente aiutato il giovane a trovare la strada giusta per sconfiggere la strega.
Il cavaliere si incamminò allora per strade impervie in groppa al suo destriero e dopo giorni e giorni, giunse finalmente davanti all’oracolo. Intimidito dalla sua imponenza, con un filo di voce gli chiese: «Dimmi, gentile oracolo, come posso fare a sconfiggere la Strega Ignoranza la quale ci perseguita ormai da anni e anni?». Senza indugiare e con voce ferma, l’oracolo rispose: «Mio valoroso e giovane cavaliere, altri prima di te hanno provato a combattere la strega, ma nessuno mai prima di te era passato da me, l’Intelligenza. Quindi è per questo che ti aiuterò».
Giovanni rimase allora in silenzio e continuò ad ascoltare le parole del saggio oracolo che dicevano: «Salta in groppa al tuo destriero e raggiungi il Bosco della Tolleranza. Lì troverai la Pianta della Coscienza, coglila e piantala nei giardini di tutto il mondo, ma stai molto attento, essa è molto rara e delicata e solo nelle mani giuste potrà crescere e prosperare.
Dopo queste parole, l’oracolo scomparve e Giovanni, salito in groppa al suo cavallo, intraprese il viaggio diretto al Bosco della Tolleranza. Passavano i giorni e il valoroso cavaliere – ormai allo stremo delle forze e sul punto di abbandonare il suo scopo -, finalmente giunse nel Bosco della Tolleranza. Qui colse la Pianta della Coscienza e pieno di speranza, si avviò verso il suo villaggio.
Arrivato al castello, con l’aiuto della sua cara fata, piantò la prodigiosa pianticella. Passarono i mesi e la flebile piantina crebbe e divenne un albero, dall’albero nacquero i fiori e poi i frutti. E i frutti generarono i semi, che con l’aiuto del vento e degli amici animali, furono trasportati per tutta la terra. Divenuti forti arbusti, un giorno, anzi un magico giorno, una leggera e fresca brezza primaverile cominciò ad accarezzare le maestose chiome della Pianta della Coscienza. Un leggero venticello faceva vibrare le foglie dell’albero e con un delicato tintinnio, volarono pensieri buoni che subito pervasero gli animi delle persone, mentre magiche voci sussurravano di quelle gesta che aveva condotto un valoroso cavaliere di nome Giovanni.
La Strega Ignoranza scappò a gambe levate dagli animi che aveva contagiato, poiché a lei la Voce della Coscienza proprio non piaceva. Infatti, con il suo maleficio, aveva reso sordi gli animi delle persone, ma quel tintinnio, quella brezza magica l’avevano finalmente sconfitta…
Driiin! Dalle sale: «Giovanni, è ora di svegliarti, devi andare a scuola!». «Buongiorno mamma, sai?!! Ho fatto un sogno bellissimo!!». «Dai Giovanni, ti aiuto a sederti sulla tua sedia, appoggiati a me, ti sostengo. Hai messo i libri nello zaino?». «Nel sogno cavalcavo, mamma, ero un guerriero forte e coraggioso. Tanto forte». «Forza Giovanni, lo scuolabus ti aspetta». Ma Giovanni continuò: «Combatteva ogni giorno mamma». «Lo fai anche tu, amore». E non vissero per sempre, ma furono felici lo stesso.
La storia non è proprio a lieto fine, perché in tutte le storie – quelle reali – c’è sempre un ma. La Strega Ignoranza, infatti, non era stata sconfitta per sempre ed era sempre in agguato, pronta ad insediarsi in qualche animo stolto…