Preferenziale, ma non discriminante

Mentre le persone con le disabilità e le loro famiglie sempre più ambiscono a far parte del “mondo di tutti”, c’è un Paese che taglia (e toglie) le possibilità economiche dell’esistenza e dell’assistenza in una totale carenza di servizi e ce n’è un altro che fa pagare il giusto assicurando i servizi. Quali sono? Lo spiega con chiarezza Giorgio Genta

Museo Van Gogh di Amsterdam

Il Museo Van Gogh di Amsterdam

Mentre sui mezzi di comunicazione – i leggendari “media generalisti” – impazza impunemente la pubblicizzazione forzata del teorema “disabile = malfattore” (anche se poi le percentuali di veridicità di tale assunto tendono al risibile se paragonate a quelle di altre categorie sociali, “persone con politicità” in primis), le vere persone con disabilità e le loro famiglie sempre più ambiscono e chiedono di far parte del “mondo di tutti”. E nel “mondo di tutti” le persone dovrebbero essere considerate e trattate come uguali nel rispetto delle specifiche peculiarità esistenziali.
Due esempi opposti di come si possa ragionare e agire sul tema.

In Italia l’“incubo ISEE” sta procurando insonnie ansioliticoresistenti in tutti noi e minaccia di pressare le nostre esistenze e i nostri portafogli come olive già torchiate per trarne la sansa.
In Olanda le persone con disabilità che visitano il Museo Van Gogh ad Amsterdam usufruiscono, pagando il biglietto di ingresso come tutti, di un elevatore esterno integrato nella scalinata di accesso, una sorta di meraviglia tecnologica, “a riposo” praticamente invisibile, che le trasporta con dignità, sicurezza e rapidità al cospetto delle meraviglie dell’arte di un pittore, anche lui, tra l’altro, con qualche forma di disabilità.
Quale la differenza? Un Paese taglia (= toglie) le possibilità economiche dell’esistenza e dell’assistenza in una totale carenza di servizi, l’altro fa pagare il giusto assicurando i servizi.

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