Il momento critico delle Case Famiglia romane

Nonostante infatti le promesse delle Istituzioni e il voto praticamente unanime del Consiglio Comunale Capitolino, nel novembre scorso, continuano a non arrivare i fondi arretrati alle 54 strutture che ospitano 380 persone con disabilità e il rischio di chiusura è più che mai presente, con il dramma umano e sociale che ad esso conseguirebbe

Ingresso della Casa Famiglia di Villa Glori a Roma

Una Casa Famiglia di Roma

«Le rette erogate per gli ospiti delle 54 Case Famiglia esistenti nel Comune di Roma sono ferme al marzo del 2007, vale a dire meno della metà di quanto sarebbe necessario»: era stato questo il grave problema denunciato nel novembre del 2011 – di cui ci eravamo ampiamente occupati – che rischiava di portare alla chiusura tutte quelle strutture, lasciando completamente prive di punti di riferimento le 380 persone con disabilità in esse ospitate.
Successivamente – il 30 novembre – il Consiglio Comunale Capitolino, con il voto di maggioranza e opposizione, aveva deciso di dare alle Case Famiglia parte dei soldi arretrati dovuti, dichiarando il tema come «prioritario». Oggi però, a distanza di oltre otto mesi, «quei soldi non sono mai arrivati, per inerzia dell’amministrazione e della burocrazia», come viene scritto in un comunicato curato dall’Associazione Casa al Plurale, ove si ritiene «gravissimo che le priorità di spesa della città non siano di evidenza pubblica e che alcuni siano pagati e altri no, senza un criterio chiaro».
Il problema, dunque, si ripresenta in tutta la sua gravità, nonostante i vari appelli rivolti alle istituzioni negli ultimi mesi dalle associazioni che si impegnano ogni giorno per garantire una degna qualità di vita ai Cittadini più fragili, proprio quelli che rischiano di diventare “i più soli tra i soli”.

«Siamo increduli – afferma Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale – ma anche certi che il sindaco Alemanno saprà richiamare ciascuno alle proprie responsabilità: c’era un preciso impegno del vicesindaco Sveva Belviso, e io credo alla parola che mi viene data! Tuttavia, se non troveremo i finanziamenti indispensabili per coprire i costi delle Case, saremo costretti a riconsegnare al Sindaco le chiavi delle 54 strutture che accolgono nella Capitale persone con disabilità medie e gravi».
Pertanto, le varie associazioni che operano a sostegno delle persone con disabilità si rivolgono ancora una volta a tutte le Istituzioni – Roma Capitale, Provincia, Regione Lazio – per trovare subito soluzioni percorribili.
«Chiediamo il rispetto degli impegni presi – aggiungono dal canto loro Ciro De Geronimo di Confcooperative Lazio, Pino Bongiorno di Legacoopsociali Lazio ed Eugenio De Crescenzo di AGCI Lazio (Associazione Generale Cooperative Italiane) – per garantire l’indispensabile. Le Case Famiglia sono la metà di quante ne servirebbero, chiediamo un impegno serio a favore dei Cittadini più deboli, dove andranno altrimenti i prossimi? In istituto? Le Case sono un patrimonio per la città. Vere e proprie abitazioni che rappresentano la casa, la famiglia, la vita intera di persone altrimenti completamente sole». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficio stampa@casaalplurale.org.

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