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“Mi dimetto” da disabile

Hieronymus Bosch, particolare di "Salita al Calvario" (o "Cristo portacroce")

Hieronymus Bosch, particolare di “Salita al Calvario” (o “Cristo portacroce”)

Considerata la  profonda crisi economica che da anni coinvolge anche l’Italia e in vista della sua  risoluzione, onde non  pesare  più sulle esangui casse della Nazione e considerando l’alto costo che comporta la disabilità, indipendentemente dai “falsi invalidi”, chiedo alle Autorità competenti, a nome di tutti i disabili italiani, che vengano  messi a disposizione degli uffici distaccati in ogni città, per consegnare, tramite documentazione specifica, le “dimissioni dalla disabilità”, in modo che un disabile in carrozzina non ne abbia più  bisogno, che un cieco riacquisti la vista, un sordo l’udito e un disabile mentale l’intelligenza.
Questo vi permetterà di non essere più costretti a dover applicare la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità che l’Italia ha ratificato volontariamente con la Legge 18 del 3 marzo 2009, e nemmeno di applicare la Legge 67 del 1° marzo 2006 sulla discriminazione.

Egregie Autorità, se non fosse possibile mettere a disposizione gli uffici presso cui presentare le dimissioni, in alternativa vi propongo un’ opzione più radicale che vi riempierà il cuore di gioia: la soppressione di tutti i disabili, con il diritto di essere esentati da cerimonie funebri e dalle spese per le ghirlande. Per noi sarebbe un grande onore contribuire alla casse della Nazione, senza costringervi a tagliare sulle auto blu, sugli stipendi e sugli sprechi in generale. Del resto, anche noi abbiamo il dovere di portare il nostro contributo fattivo! Sopprimerci ci consentirà di essere ricordati con gratitudine e voi non sarete più obbligati a svuotare i vostri portafogli, visto che non sarebbe giusto che a causa delle nostre deformità fisiche e sensoriali, doveste rinunciare a qualche vacanza in più, a qualche crociera o al dolce far niente…
Non sarete più costretti a dire fra di voi: «Ma quanto costano questi disabili?», «Ma come scoccia questo signor Apuzzo!» , «Non poteva nascere in qualche Nazione più ricca?».

Care Autorità, la disabilità non è voluta, è una casualità della vita, e noi non ci divertiamo ad essere disabili, non ci  divertiamo a chiedere la riabilitazione o a chiedere benefìci economici che sono pure bassi. Avere bisogno di ausili, presìdi e sussidi non è piacevole, non è divertente chiedervi le medicazioni per le piaghe da decubito e constatare i tagli sulla riabilitazione (per restare alla mia Regione, la Campania, vedi almeno tre Decreti successivi di questi ultimi due anni). Non è piacevole portare il pannolone o il catetere!
Signori, noi non vogliamo avere dei corpi deformi o altre deformità sensoriali, voi non avete la bacchetta magica, avete il portafoglio che vi rende potenti e superiori rispetto a noi disabili. Voi avete il potere di vita o di morte, voi attualmente passate sopra le  nostre lacrime, ci considerate come il “pozzo di San Patrizio”, ma  chiedete a San Patrizio di mettere un limite al suo fondo, non a noi!
Il mio sfogo educato, ma sincero, è quello di una persona che a nome dei disabili vorrebbe essere orgogliosa dell’Italia, ma che attualmente non lo può proprio essere, considerando che finora voi sembrate esservi ricordati solo dei “falsi invalidi” e non di chi lo è veramente.

Nota Bene: se non vorrete utilizzare le mie opzioni, trovate allora i soldi per applicare i nostri diritti  senza farlo pesare!

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