Dopo cinquant’anni di trionfi a livello mondiale della dieta mediterranea – seconda, come successi, solo a quelli della moda – scopriamo con grande sorpresa che nel nostro Paese l’Italian Style in ambito di dieta non è affatto seguito come merita. Almeno non da certi esponenti della classe politica e marcatamente da coloro che di essa spesso reggono i cordoni della borsa*.
La notevole stazza o almeno la florida rotondità di alcuni di questi signori potrebbe tuttavia nascondere un effetto positivo, anche se pagato – da noi – a carissimo prezzo: rammentare cioè che il troppo, oltre che nuocere alla linea, può far male. La vita troppo facile, troppi soldi per le mani, troppa libertà nel gestire le finanze e il destino altrui, troppi privilegi, insomma.
All’opposto della categoria dei “politici” – o almeno di “questi politici” – sono situate le persone con disabilità. Per loro, infatti, la vita non è affatto facile, non rischiano di avere soldi per le mani, se non quelli appena sufficienti alla sopravvivenza fisica – ma anch’essa oggi è in seria discussione – e sono soggetti a mille vessatori controlli. Essi non hanno alcuna libertà, non solo verso la vita e le finanze altrui, ma spesso neppure verso le proprie. Non hanno insomma alcun privilegio.
Umana giustizia vorrebbe un certo equilibrio nella bilancia: togliere qualcosa (abbastanza) a chi ha troppo e del troppo fa un pessimo uso e darlo a chi non ha quasi nulla e spesso di questo “quasi” fa un uso virtuoso. Credo l’abbia detto, tempo fa, Qualcuno di me assai più autorevole…
*Ci si può fidare di chi viene chiamato “Er Batman” (cioè “un uomo mascherato”) o di chi, dopo aver fatto un uso credo “leggermente improprio” di una quantità impressionante di denaro, viene graziosamente messo ai domiciliari presso la “Madonna dei bisognosi”? [il riferimento è rispettivamente a Francesco Fiorito, già tesoriere e capogruppo del Popolo della Libertà nella Regione Lazio, inquisito per peculato, e al senatore Luigi Lusi, già tesoriere della Margherita, accusato di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita di oltre 25 milioni dalle casse del partito oggi disciolto, attualmente agli arresti domiciliari nel Convento di Santa Maria dei Bisognosi a Pereto, in provincia dell’Aquila. Entrambi, va detto per dovere di cronaca, sono in attesa di giudizio, N.d.R.].