L’emergenza lavorativa dei ciechi e degli ipovedenti

Questo il titolo della lettera recentemente inviata al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali dal Presidente Nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), messaggio con il quale quest’ultima Associazione presenta anche la conferenza stampa in programma a Roma per il 19 settembre, voluta per dare piena visibilità a una serie di gravi problemi del settore

Cieco americano al lavoro

Un giovane cieco americano, impiegato in una ditta di cosmetici

«Non ci sfugge che il Paese sta attraversando un periodo particolarmente critico che mette in secondo piano i valori della solidarietà e della coesione sociale sacrificando i più deboli fra i quali sicuramente i ciechi. Le faccio tuttavia notare che le nostre richieste sono quasi tutte a costo zero. La prego, quindi, di intervenire e porre termine ad una situazione non più sostenibile. La nostra Unione ha deciso di porre in essere una serie di iniziative volte a far emergere il più possibile il problema: una conferenza stampa nei prossimi giorni, un sit in presso le Prefetture di tutte le Province d’Italia, un’assemblea online dei nostri quadri dirigenti per coinvolgerli il più possibile nel problema, una richiesta di incontro con lei e, ove mai non dovesse bastare, una grande manifestazione di protesta davanti a Palazzo Chigi, per ottenere quella giustizia che da almeno dieci anni, in materia di lavoro, andiamo chiedendo».
Si conclude così la lettera inviata da Tommaso Daniele, presidente nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero – lettera della quale proponiamo qui di seguito il contenuto pressoché integrale – con la quale viene presentata la citata conferenza stampa in programma mercoledì 19 settembre a Roma (presso UICI Nazionale, Via Borgognona, 38, ore 11.30), per dare sempre maggiore visibilità alla questione dell’
Emergenza lavorativa dei ciechi, titolo scelto per la stessa conferenza stampa.
Oltre a Daniele, vi interverranno – coordinati dal giornalista e conduttore RAI Ruggero PoPaolo Colombo, componente della Direzione Nazionale dell’UICI e responsabile in essa del Settore Lavoro (
L’emergenza lavorativa dei ciechi), Luciano Romito, docente associato di Fonetica e Fonologia, Fonetica Sperimentale e Linguistica Generale all’Università della Calabria (La figura di perito fonico in ambito forense e ipotesi di nuove attività lavorative per i ciechi) e il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri (L’A.S. 1573 “Modifiche alle legge 11 gennaio 1994, n. 29, in materia di disciplina della professione di fisioterapista non vedente” e la mancata approvazione), oltre a rappresentati di tutte le forze sindacali. Sono stati inoltre invitati, insieme al ministro Fornero, anche il viceministro e il sottosegretario Michel Martone e Maria Cecilia Guerra e i presidenti delle Commissioni Lavoro al Senato e alla Camera Giuliano Pasquale e Silvano Moffa.
Come detto, spazio ora ai contenuti della lettera di Tommaso Daniele al ministro Fornero, intitolata semplicemente
L’emergenza lavorativa dei ciechi e degli ipovedenti.

Il lavoro è un bene prezioso per l’intera umanità, ma per i ciechi e gli ipovedenti è prezioso due volte perché rappresenta la strada maestra per l’integrazione sociale. Uno dei padri storici della nostra Unione lo ha definito «luce che ritorna», io mi permetto di aggiungere che è sicurezza, dignità, vita.
Recenti dati statistici riferiscono che un giovane su tre è senza lavoro; i giovani ciechi e ipovedenti sono praticamente disoccupati e attendono dal Governo un segnale concreto che possa rappresentare un’inversione di tendenza. Essi chiedono, inoltre, alla nostra Unione, un’azione decisa, forte affinché la loro problematica venga conosciuta dalle autorità di Governo, e termini il muro di gomma con il Ministero del Lavoro, con la Conferenza Stato-Regioni e con le singole Regioni.
Da anni le nostre lettere rimangono puntualmente senza risposta. Le chiediamo, Signor Ministro, di farsi carico di esaminare, insieme ai tecnici competenti per materia, i problemi che appresso indichiamo.

Operatori telefonici
La figura dell’operatore telefonico, ignorata dalla riforma degli istituti tecnici del ministro Gelmini, è stata equiparata con Decreto del Ministero del Lavoro, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, all’operatore amministrativo segretariale e conserva il diritto al collocamento obbligatorio, previsto dalla Legge 113/85.

Massofisioterapista
La qualifica di massofisioterapista, che si ottiene attraverso un corso triennale con un titolo di scuola media inferiore, non è più spendibile perché la normativa europea prevede che il diploma di fisioterapista si consegua attraverso un corso universitario triennale.
Si chiede, quindi, che la figura del massofisioterapista venga equiparata all’operatore del benessere e che sia prevista una corsia preferenziale all’interno dei meccanismi del collocamento mirato previsto dalla Legge 68/99 [“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, N.d.R.], quali, ad esempio, le convenzioni di inserimento lavorativo.

Decreto Salvi del 10 gennaio 2000
Il suddetto Decreto [Decreto Ministeriale del 10 gennaio 2000, N.d.R.], avvalendosi dell’articolo 45, comma 12, della legge 144/99, ha individuato tre nuove figure professionali per i ciechi alle quali ha esteso i diritti previsti per gli operatori telefonici sanciti dalla Legge 113/1985: l’operatore di telemarketing, il gestore di banche dati e l’addetto alle relazioni con il pubblico. Tali figure non sono state utilizzate perché le Regioni non le hanno inserite nella programmazione.
Si chiede un autorevole intervento sulla Conferenza Stato-Regioni affinché si provveda a recuperare il tempo perduto.

Fisioterapisti
La Legge 29/94 prevede il collocamento obbligatorio del “terapista della riabilitazione”. Tale figura è stata superata dalla evoluzione normativa ed è stata sostituita dal “fisioterapista”, che attualmente non gode del beneficio del collocamento obbligatorio.
Si chiede di intervenire presso la Commissione Lavoro del Senato affinché approvi il ddl A.S. 1573 [Disegno di Legge, Atti del Senato n. 1573, N.d.R.], almeno nella parte che sostituisce la parola «terapista della riabilitazione» con «fisioterapista».

Perito fonico
L’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione (I.Ri.Fo.R.) ONLUS, ha organizzato, in collaborazione con l’Università di Reggio Calabria, un corso di formazione per “perito fonico” nell’ambito forense, dedicato ai non vedenti; tale figura è stata formata specificamente per migliorare le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche. Da anni abbiamo chiesto al Ministero del Lavoro il riconoscimento di tale figura attraverso l’emanazione di un Decreto Ministeriale, alla stregua del Decreto Salvi del 2000, che riconosca tale figura.
Si chiede di intervenire affinché il Decreto venga emanato al più presto e si stipuli un accordo con il Ministero di Grazia e Giustizia per l’utilizzazione di tale figura.

Posto operatore
L’utilizzo delle nuove tecnologie ha ridotto notevolmente il numero dei posti di operatore, con la conseguenza di diminuire il numero dei ciechi occupati come centralinista telefonico.
Si chiede un’interpretazione autentica dell’articolo 3, comma 1, della Legge 113/85 perché a nostro avviso l’introduzione di nuove tecnologie non elimina il diritto dei ciechi e degli ipovedenti al collocamento obbligatorio.

Anzianità figurativa – Calcolo previdenziale
Dopo la recente riforma pensionistica, i contributi figurativi di cui godono i ciechi e gli altri disabili gravi non vengono presi in considerazione ai fini del calcolo del trattamento previdenziale, con grave pregiudizio degli interessati.
Si chiede un intervento normativo, così come già fatto a favore dei familiari delle vittime del terrorismo.

Presidente nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).

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