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Senza welfare non c’è speranza

Fulvio Santagostini

Il presidente della LEDHA Fulvio Santagostini

«Purtroppo ancora una volta – sottolinea Fulvio Santagostini, presidente della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) – siamo costretti a scendere in piazza e a protestare, per ricordare che la disabilità, come del resto l’insieme dei problemi sociali, non è frutto del caso o di un destino avverso, ma il risultato di processi di esclusione, discriminazione ed emarginazione».
Come anticipato nei giorni scorsi, la LEDHA, componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), sarà tra i protagonisti del presidio di Milano del 31 ottobre (Piazza dei Mercanti, ore 11), organizzato per sostenere la contemporanea manifestazione nazionale di Roma – alla quale hanno già aderito oltre cinquanta organizzazioni dell’impegno civile – promossa dalla Rete Cresce il welfare, cresce l’Italia, per chiedere al Governo una decisa inversione di tendenza, sul Disegno di Legge di Stabilità, per fermare i tagli al sociale e per rilanciare le politiche di welfare, puntando davvero allo sviluppo dell’Italia.

Anche a Milano, dunque, si alterneranno momenti musicali, la lettura di poesie e interventi dei rappresentanti di associazioni del Terzo Settore lombardo e della CGIL.
Dal canto suo la LEDHA sarà in piazza per dare ulteriore forza e visibilità alle richieste nazionali, per sottolineare come le decisioni assunte dal Governo si traducano poi, nella vita dei Cittadini, nell’impossibilità di ricevere sostegno dagli Enti Locali, ma anche per denunciare e contrastare le stesse scelte della Regione Lombardia in materia di welfare.
«In Italia – ricorda Giovanni Merlo, direttore della LEDHA – la spesa per i servizi sociali è tra le più basse d’Europa: per quanto riguarda le persone con disabilità, è infatti di 438 euro pro-capite annuali, al di sotto della media dei Paesi dell’Unione (531 euro). Siamo al ventitreesimo posto in Europa nella spesa sociale a favore dei disabili e al venticinquesimo in quella a sostegno della disoccupazione. E ancora, al penultimo posto nella spesa a sostegno della famiglia e della natalità e addirittura all’ultimo in quella che serve a contrastare la povertà e l’esclusione sociale. I nuovi tagli prospettati dal Governo andranno dunque a colpire vieppiù quel welfare territoriale e “familiare” che, in assenza di politiche sociali pubbliche degne di tal nome, sta tenendo in piedi l’Italia e molti italiani».

«Se continuerà questa politica all’insegna dei tagli e della “spending review” – aggiunge Santagostini – la spesa sociale verrà ridotta ulteriormente, ovvero non si spenderà praticamente più nulla, continuando a tagliare proprio quando tutti avremmo bisogno di più politiche sociali, che consentissero di ripartire nei momenti di difficoltà. Protestiamo ancora una volta, pertanto, per dare un futuro al nostro Paese, perché senza welfare non c’è speranza, non c’è futuro, non c’è sviluppo».
«Non servono nuovi tagli – conclude Merlo -, ma una politica di investimenti nel sociale che generi lavoro, solidarietà, coesione e sostegno alle fasce economiche più povere. Per questo è necessario superare la sciagurata visione del welfare, inteso solo come “costo da tagliare” e riconoscerne il valore come fattore di sviluppo». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it.

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