Anche in Italia si estraggono petrolio e gas, non certo nelle quantità sufficienti al fabbisogno interno, ma in misura non residuale. Il vantaggio per la collettività ha purtroppo un risvolto negativo in termini di impatto ambientale e paesaggistico e per le comunità che vivono in quelle zone.
Nel 2009, il Parlamento approvò una norma (Legge 23 luglio 2009, n. 99) che come forma di indennizzo, prevedeva la riduzione del prezzo alla pompa dei carburanti a favore delle popolazioni. Successivamente, però, il Decreto Ministeriale del 12 novembre 2010 ha attribuito quei benefìci ai soli residenti maggiorenni muniti di patente di guida, mediante la distribuzione di una carta elettronica specificamente dedicata al cosiddetto “bonus idrocarburi”. Nella sostanza, di quel beneficio non gode chi non è titolare di patente di guida, magari perché allettato o anziano o non in grado di condurre un veicolo. Il che si configura come un’evidente discriminazione che potrebbe essere agevolmente censurata in giudizio.
Parte da questo presupposto – rafforzandolo con il condivisibile supporto dei princìpi espressi dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – un documento promosso dalla FISH Basilicata (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dall’AIPD Potenza (Associazione Italiana Persone Down), dall’AISM Potenza (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), dall’Auser Regionale, da Filo d’Argento Basilicata e dall’UICI Potenza (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), su cui si cercano adesioni che, senza dubbio, non mancheranno.
In sintesi, tali organizzazioni, dopo avere evidenziato la discriminazione e cioè il fatto che da quell’“indennizzo” viene esclusa una significativa parte di Cittadini, suggeriscono, in modo circostanziato e motivato di usare una parte delle risorse evidentemente disponibili in altro modo e con maggiore attenzione alle emergenze sociali. «Almeno il 15% delle risorse rivenienti dalle estrazioni – si legge infatti nel documento – siano impegnate in favore degli anziani non autosufficienti e delle persone con disabilità». E ancora: «I tagli operati alle politiche sociali e l’annullamento del Fondo per la Non Autosufficienza mettono in grande difficoltà le famiglie che, responsabilmente, si assumono la cura di queste persone che, in molti casi, richiedono un’assistenza anche di 24 ore».
Le associazioni propongono quindi di stabilire un piano di priorità sulle emergenze in atto nel Paese e in Basilicata, proponendo di destinare una parte dei fondi rivenienti dalle estrazioni per fronteggiare la grande emergenza della non autosufficienza, attraverso una rete di servizi quali:
° l’assistenza domiciliare e personale erogata da strutture accreditate o autogestita con l’assunzione di un operatore di fiducia pagato con il contributo dell’Ente Pubblico;
° centri di accoglienza e socializzazione diurna;
° piccole comunità alloggio, quali residenze stabili o temporanee.
Come richiesta di pari livello, poi, le organizzazioni chiedono di promuovere piani personalizzati per la Vita Indipendente delle persone con disabilità e il rafforzamento di specifici Centri per la Vita Indipendente. Per Vita Indipendente si intende, in questo caso, l’assistenza personale, anche di 24 ore, autogestita dalle persone con disabilità che scelgono e assumono, direttamente, l’assistente o gli assistenti, pagati attraverso un budget mensile assegnato dall’Ente Pubblico, sulla base di un progetto personalizzato, secondo l’intensità dei servizi essenziali necessari.
Maturato nell’estate scorsa, il documento-proposta verrà presentato giovedì 13 dicembre a Potenza, nel corso di una conferenza stampa, presso il Palazzo del Consiglio Regionale (Sala A, ore 10.30). (Carlo Giacobini)
È disponibile il testo integrale del documento prodotto dalle organizzazioni della Basilicata, che verrà presentato il 13 dicembre a Potenza. Per ulteriori informazioni: FISH Basilicata, c/o CSV Basilicata, tel. 0971.273152 – 338 4841338, basilicata@fishonlus.it.