Avevamo scomodato Kafka, qualche mese fa, per raccontare l’incredibile e paradossale vicenda di Domenico Ficarra, siciliano con invalidità civile certificata dalle principali Leggi Nazionali e una laurea in Fisica Nucleare, ma disoccupato da più di due anni, non potendo esibire un documento semplicemente “impossibile” da presentare. Ed eravamo già pronti a riprendere in mano la storia, pensando questa volta all’artista olandese Escher, celebre proprio per le sue “costruzioni impossibili”.
Significativo quanto aveva dichiarato lo stesso Ficarra, di fronte agli atti prodotti negli ultimi anni dai Tribunali cui si era rivolto: «È come se le Corti mi stessero dicendo: “Sappiamo con certezza che sei vivo, ma siccome i fatti hanno portato a concludere che “sei morto”, non possiamo farci nulla! Oppure, usando un altro esempio paradossale, io chiedo delle mele e mi viene risposto che “di fragole non ce ne sono”!».
Nel frattempo, però, è successo qualcosa di importante, ovvero la pubblicazione della tanto auspicata pronuncia del Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) della Regione Siciliana, espressa nel maggio scorso, ma resa nota solo qualche giorno fa – con un “parto”, quindi, quanto mai complicato – ove si scrive tra l’altro che «le singolari peculiarità del caso trattato […] da un lato, lo fanno assurgere complessivamente a vicenda unica, come tale dotata di potenziale valenza derogatoria rispetto all’archetipo generale; e che, d’altra parte, rendono identificabili ipotesi fattuali assai speciali, a fronte delle quali preminenti ragioni di giustizia sostanziale potranno essere favorevolmente considerate dall’Amministrazione nell’estrinsecazione del suo perdurante potere di autotutela revocatoria». Tradotto: la giustizia sostanziale dà ragione a Domenico Ficarra, che subito dopo ha provveduto a chiedere formale istanza di revoca del suo licenziamento e di essere reintegrato nell’organico dell’Assessorato Regionale Siciliano dei Beni Culturali e Ambientali.
A questo punto – oltre a guardare con soddisfazione agli sviluppi di una vicenda che il nostro giornale segue da mesi con grande attenzione – non possiamo che concordare con quanto scrive qui di seguito Salvatore Crispi, responsabile del Coordinamento H per i Diritti delle Persone con Disabilità nella Regione Siciliana, ovvero: «Speriamo che la Regione Siciliana si distingua nella garanzia dei diritti e nel voler rendere “giustizia sostanziale” ad una persona che per troppo tempo è stata senza lavoro».
Riprendiamo dunque integralmente la nota di Crispi, che nel rievocare la storia di Ficarra, riprende anche parte di quanto avevamo scritto a suo tempo su queste stesse pagine. (S.B.)
Alla fine, dunque, sembra che il buon senso abbia avuto il sopravvento sulla vicenda di Domenico Ficarra, che con un Parere del CGA [Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana, N.d.R.] dell’8 maggio 2012 potrebbe essere reintegrato in servizio presso l’Assessorato ai Beni Culturali e Ambientali della Regione Siciliana dove lavorava come “Dirigente Tecnico Fisico”, dopo avere vinto un bando pubblicato nel 2000 ed essere stato successivamente licenziato.
Ficarra è persona con invalidità civile e una laurea in Fisica Nucleare, che partecipa a questo Bando dell’Amministrazione Regionale Siciliana, se lo aggiudica, e dal 2007 al 2010, lavora presso tale Ente. A quel punto, però, il contratto gli viene revocato «per il mancato riconoscimento di una riserva».
Di che cosa si tratta? Sostanzialmente di un “groviglio” di norme nazionali e regionali, che portano a un vero e proprio “avvitamento giuridico”, a un inestricabile “matassa burocratica”, per cui Ficarra è disoccupato da più di due anni, non potendo presentare un “documento”, perché materialmente impossibile da esibire, non essendo nemmeno previsto nel modulo automatico dell’INPS.
Dopo aver perso il posto di lavoro, quindi, Ficarra inizia una battaglia giuridica per far valere i propri diritti e solo adesso, con questo atto del CGA, che si ispira a quel buonsenso richiamato, potrebbe essere reintegrato in servizio.
Il documento citato, infatti, recita che il caso trattato «denota singolari peculiarità», «che, da un lato, lo fanno assurgere complessivamente a vicenda unica, come tale dotata di potenziale valenza derogatoria rispetto all’archetipo generale; e che, d’altra parte, rendono identificabili ipotesi fattuali assai speciali, a fronte delle quali preminenti ragioni di giustizia sostanziale potranno essere favorevolmente considerate dall’Amministrazione nell’estrinsecazione del suo perdurante potere di autotutela revocatoria».
A questo punto speriamo che la Regione Siciliana si distingua nella garanzia dei diritti e nel voler rendere “giustizia sostanziale” ad una persona che per troppo tempo è stato senza lavoro.
In questa maniera si può definitivamente ritenere chiusa una vicenda di cui si sono occupate anche le principali associazioni di persone con disabilità nazionali e regionali, come la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e il Coordinamento H per la Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità nella Regione Siciliana.