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L’INPS deve fare marcia indietro

Sede dell'INPSL’insistenza della moglie e di tanti amici, le parole di una brava neurologa e di alcuni rappresentanti delle istituzioni sanitarie e ultima, ma non certo ultima, la responsabilità di padre, hanno convinto Ernesto Basso, presidente dell’Associazione Amici dei Disabili di Ventimiglia (Imperia), a sospendere lo sciopero della fame e delle cure, assai pericoloso per la sua salute, avviato il 31 dicembre, per protestare contro l’ormai ben nota Circolare n. 149, prodotta dall’INPS il 28 dicembre, con la quale l’Istituto ha stabilito di prendere in considerazione, quale criterio per l’assegnazione della pensione alle persone con invalidità civile al 100%, anche il reddito del coniuge, indipendentemente dal numero di figli. In caso quindi di un reddito lordo annuo superiore a 16.127,30 euro, si perderà il diritto alla pensione (275,87 euro al mese).
Poco dopo che ne avevamo riferito, è arrivata infatti la decisione di Basso, persona con sclerosi multipla, che ha dichiarato: «Questa scandalosa notizia ha ormai fatto il giro della penisola e le azioni legali da intraprendere contro l’INPS sono state stabilite». In tal senso, lo stesso presidente dell’Associazione ligure – così come stanno facendo anche altri, in diverse zone d’Italia – si è affidato a un legale, per procedere contro quella che definisce «una vigliaccheria passata sotto silenzio tra Natale e Capodanno», sensibilizzando così anche l’opinione pubblica.

A questo punto crediamo che l’auspicio di tutti non possa che coincidere con quanto espresso nei giorni scorsi da Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che nel commentare quel provvedimento dell’INPS l’aveva definito come «una decisione politica che colpisce i più poveri, espropriandoli di una pensione dall’importo risibile e provocando inaccettabili ripercussioni, oltre a insostenibili disparità di trattamento». «Chiediamo pertanto ai partiti in campagna elettorale – aveva dichiarato ancora Barbieri – di dare un segno chiaro, esigendo l’immediata sospensione di questo atto contrario a ogni regola democratica e morale e chiediamo anche chiarezza rispetto ai meccanismi di assunzione di tale provvedimento». (S.B.)

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