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Ha un futuro il Servizio Sanitario Nazionale?

Infermiere spinge una lettiga in un corridoio di ospedale«Ma il programma di Governo restituirà allo Stato la tutela della salute pubblica oppure si intende consegnarla definitivamente alle derive regionaliste, puntellate da finanziamenti privati?».
A lanciare il pesante interrogativo è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, organizzazione costituita nel 2010 dall’Associazione Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze, che oltre a curare un portale internet destinato all’aggiornamento continuo di tutti i professionisti sanitari, promuove iniziative di formazione, editoria e ricerca, raccogliendo le sfide della sanità italiana.

«Il 23 dicembre prossimo – ricorda in una nota il Presidente della Fondazione GIMBE – ricorrerà il trentacinquesimo compleanno del Servizio Sanitario Nazionale, ma i cittadini italiani potranno festeggiare questa grande conquista sociale solo se le Istituzioni confermeranno che le imposte versate concorrono a finanziare un Servizio Sanitario Nazionale realmente pubblico, equo e universalistico».
«In attesa di risposte concrete e coerenti dal nuovo Esecutivo – conclude Cartabellotta – la nostra Fondazione ha lanciato il Progetto Salviamo il nostro SSN al quale dal prossimo 15 maggio tutti gli attori della sanità italiana, cittadini inclusi, potranno contribuire attivamente, sottoscrivendo alcuni princìpi».
Questi, dunque, sono i punti fissati dall’iniziativa di cui parla il Presidente della Fondazione GIMBE, rintracciabili anche nel sito internet ad essa dedicato: «Un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico rappresenta una conquista sociale irrinunciabile per l’eguaglianza e la dignità di tutti i cittadini italiani. Le scelte politiche e le modalità di pianificazione, organizzazione ed erogazione dei servizi sanitari hanno messo progressivamente in discussione l’articolo 32 della Costituzione e i princìpi fondamentali del Servizio Sanitario Nazionale. Il protrarsi di questo status ha determinato inaccettabili diseguaglianze, sta danneggiando la salute dei cittadini e rischia di compromettere la dignità delle persone e la loro capacità di realizzare le proprie ambizioni. Lamentare un finanziamento inadeguato, senza essere propositivi, fornisce un alibi per smantellare il Servizio Sanitario Nazionale, spiana la strada all’intermediazione finanziaria e assicurativa dei privati e aumenta le diseguaglianze sociali». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@gimbe.org.

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