Questa Italia appartiene anche a noi e noi ad essa

Saranno ancora una volta in piazza, insieme ai loro familiari, tante persone con gravi disabilità del Comitato 16 Novembre (Associazione Malati SLA e Malattie Altamente Invalidanti), in presidio permanente davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, nella mattinata del 12 giugno a Roma, per chiedere assistenza, sostegno economico, libertà di accesso alle cure, partecipazione alle decisioni e impegni certi

Manifestazione di protesta del Comitato 16 Novembre ONLUS

Una manifestazione di protesta di alcuni componenti del Comitato 16 Novembre

Già protagonisti negli ultimi mesi del 2012 di dure battaglie, riguardanti in particolare il Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza, fino ad arrivare anche ad alcuni scioperi della fame, attuati da parte di persone con gravi problemi di disabilità, i componenti del Comitato 16 Novembre (Associazione Malati SLA e Malattie Altamente Invalidanti) sono ora pronti a tornare in piazza, mercoledì 12 giugno a Roma, in presidio permanente dalle 10.30, davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, ove «decine di persone con disabilità e i loro familiari – si legge in una nota di laura Flamini, presidente del Comitato – saranno con noi per chiedere assistenza, sostegno economico, libertà di accesso alle cure, partecipazione alle decisioni, impegni certi, per denunciare la vergogna di uno Stato che dimentica i suoi doveri. E non ce ne andremo, fino a che non saremo riusciti a farvi ammettere che questa Italia appartiene anche a noi e che noi apparteniamo ad essa».

«Da un lato malattie devastanti – si legge ancora nel comunicato – dall’altro una politica che non sa e non vuole sapere che esistiamo. Nel mezzo noi, la parte più debole ed esposta del popolo italiano, dimenticati con le nostre famiglie da tutti, politici, stampa e televisioni, ma non dalla disoccupazione, dalle tasse, dalle pensioni da fame, dai licenziamenti. Con qualcosa in più: sofferenza fisica e morale, la morte per mano, la famiglia sconvolta, l’indifferenza di chi potrebbe ma non fa, la dignità negata». «Ma noi non ci stiamo – conclude la nota – non possiamo starci, prima che disabili siamo mamme, papà, figli, fratelli, abbiamo sentimenti, abbiamo una vita di affetti che vogliamo difendere. E proprio noi, i più deboli della società, che conosciamo meglio di chiunque altro quali siano i bisogni, ma anche gli sprechi, gli abusi, quanto è inutile e quanto è invece necessario fare, per cambiare un sistema che non funziona, abbiamo presentato un progetto per un Sistema Assistenziale realizzabile [il riferimento è al Progetto Sperimentale “Restare a casa”, elaborato dal Comitato 16 Novembre, N.d.R.], sperimentato, in linea con la tenuta dei conti, e con la dignità che rivendichiamo per chi, senza colpa alcuna, è costretto a vivere con una grave disabilità. Abbiamo chiesto un incontro per discuterne e confrontarci, ma non abbiamo avuto nessuna risposta!». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comitato16novembre@gmail.com.

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