Ripartire “oltre Pistorius”

Per mostrare cioè che «nuove stelle crescono nell’assenza dell’atleta sudafricano», come ha dichiarato Philip Craven, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, alla vigilia dei Campionati Mondiali di atletica leggere paralimpica, in programma dal 19 al 28 luglio a Lione, il più grande evento dello sport particato da atleti con disabilità – sia in termini quantitativi che qualitativi – dalle Paralimpiadi di Londra 2012

Alvise De Vidi

La grinta di Alvise De Vidi, capitano della squadra azzurra, ai Mondiali di atletica leggera paralimpica, che stanno per incominciare a Lione, in Francia

C’è sempre un prima e un dopo. L’importante è che uno non cancelli l’altro. Lo sport paralimpico riparte senza Oscar Pistorius. Non per dimenticare quello che lui ha fatto nel mondo dello sport e, più in generale, della disabilità. Per mostrare invece che «nuove stelle crescono nell’assenza di Pistorius», come dice il presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, Philip Craven.
I Campionati Mondiali di atletica leggera paralimpica, che stanno per incominciare a Lione, in Francia, e che si protrarranno fino al 28 luglio, sono il più grande evento dalle Paralimpiadi di Londra 2012. Si ricomincia da qui. Senza paura di guardarsi indietro e sapendo riconoscere quello che è stato. Guardando avanti, però. Dove ci sono, tanto per parlare di Italia, Martina, Assunta, Giusy, Annalisa, Oxana.

Sarà un Campionato straordinario. Bastano due dati: oltre 1.100 atleti di 100 Paesi. Mai così tanti nella storia. Solo alla Paralimpiade si superano questi numeri. Come spesso accade, non bastano cifre del genere e gare che promettono di essere bellissime ed emozionanti, per convincere una qualsiasi delle nostre reti televisive – libere o a pagamento non fa proprio differenza – a trasmettere un evento del genere. Eppure sarebbe bastato poco (dal punto di vista economico davvero un’inezia), ma i dirigenti delle nostre TV preferiscono interminabili dibattiti sul “vuoto pneumatico” del calcio mercato, piuttosto di sport vero che sa andare “oltre lo sport”.

Riconoscere quello che è stato. Senza Pistorius non ci sarebbero questi numeri. Per la prima volta ci saranno gare differenti nello sprint, 100 e 200 metri fra i maschi, per atleti amputati a una (categoria T44) e a due gambe (T43). Prima di lui, in finale capitava solamente un biamputato: lui o Tony Volpentest. Tutti i campioni amputati di gamba che correranno a Lione hanno cominciato dopo aver visto correre Oscar. E lo hanno saputo battere.
Saranno Campionati bellissimi perché ci saranno tanti giovani. Nella velocità amputati, alla quale abbiamo accennato, le emozioni arriveranno dall’inglese Jonnie Peacock, oro a Londra 2012, dagli statunitensi Richard Browne e Blake Leeper, dal brasiliano Alan Fonteles Oliveira. Insieme non arrivano a 80 anni. La nostra Oxana Corso, splendida a Londra con un doppio argento, ha appena compiuto 18 anni. L’olandese Marlou Van Rhijn, biamputata alle gambe, nuovo fenomeno mondiale nello sprint, ha 21 anni. E si potrebbe continuare.

Negli ultimi dieci anni vi è stata una crescita continua di prestazioni e ricerca in tecnica e materiali. Vi sono carrozzine superleggere e ultratecnologiche che costano migliaia di euro. Una protesi da corsa o da salto supera i 20.000.
Il progresso scientifico aiuta a far crescere anche lo sport. Per questo, nei mesi scorsi, il Comitato Paralimpico Internazionale ha svolto una serie di incontri dedicati a studiare questo fenomeno. Non si vogliono creare dei “superuomini”. Chi vedrà le gare (per fortuna il web, come spesso accade, viene in aiuto, con le dirette nel canale YouTube di Ipc, ParalympicSportTv) vedrà atleti. Grandissimi. Non è il superomismo che occorre allo sport paralimpico. Forse c’è stata un’epoca in cui questo è accaduto e magari è anche servito. Ma bisogna fare un passo avanti.

Sarebbe stato utile, in Italia, mostrare anche Lione 2013, dopo Londra, e magari anche i Mondiali di Nuoto Paralimpico, che saranno in agosto in Canada. Sono sempre meno, infatti, i disabili del nostro Paese che praticano l’atletica. A Lione, una delle punte di diamante sarà Alvise De Vidi, il capitano della squadra. Benedetto lui, è davvero l’emblema dello sport paralimpico: era già una stella sul finire degli Anni Ottanta. Ma le nuove leve sono sempre meno.
Meglio fra le ragazze. Ma qui abbiamo esempi come Giusy Versace, bravissima a voler continuare a correre dopo la delusione della mancata convocazione a Londra 2012, e Annalisa Minetti, cantante e modella, che sono anche star della TV e delle copertine dei settimanali.
Con Martina Caironi (poco più che ventenne, amputata di gamba adolescente, oro a Londra nei 100 metri) e Assunta Legnante (“cannoncino”, come la chiamano, prima stella olimpica ora cieca, oro nel peso a Londra, dove ha riscritto a ogni gara l’albo dei record), oltre alla già citata Oxana Corso, sono le atlete su cui puntare, per chi ama le scommesse.
Si potrebbe andare avanti a raccontare nuove storie per nuovi atleti di questo Mondiale di atletica che partirà domani. Oltre Pistorius. Perché lo sport, e quello paralimpico non fa eccezione, sa guardare avanti.

Testo già apparso (con il titolo “I Mondiali di atletica paralimpica. Oltre Pistorius, guardando avanti”) in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it». Viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

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