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Fronte comune, nel Veneto, per i diritti e le prestazioni

Sit-in della FISH Veneto, 5 marzo 2013, Venezia

Immagine di un sit-in di protesta organizzato nel marzo di quest’anno dalla FISH Veneto, di fronte alla sede del Consiglio Regionale

La politica sociale e socio sanitaria della Giunta Regionale del Veneto cambia in peggio! Il sistema dei servizi viene infatti privato dei finanziamenti necessari e le prestazioni vengono pesantemente ridotte, escludendo di fatto dalla vita sociale le fasce più deboli della popolazione; la Cooperazione, inoltre, viene costretta a svolgere la propria missione di azienda sociale in condizioni proibitive, a causa della spending review e delle gare d’appalto al massimo ribasso. È un percorso, questo, che porterà a una riduzione degli standard qualitativi e quantitativi e alla richiesta di compartecipare alla spesa in modo sostanzioso. Le famiglie sono stremate e quanto sta accadendo non è accettabile.
Il Direttivo della FISH del Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha deciso pertanto di chiamare alla mobilitazione le persone con disabilità e non autosufficienti e le loro famiglie e in un prossimo incontro fissato a Padova, per venerdì 11 ottobre (Sala Riunioni della Sede ANNFAS di Padova, Via Due Palazzi, 41, ore15.30), presenterà e sottoporrà alla discussione degli aderenti e degli invitati una proposta di azione.

Oggi siamo quasi al disastro economico ed è tutto più complicato, ne siamo ben consapevoli, ma non possiamo dimenticare che il Governo Berlusconi aveva azzerato il Fondo per le Non Autosufficienze e ridotto praticamente all’osso quello delle Politiche Sociali, togliendo in un solo attimo a Comuni e Regioni le risorse di cui disponevano.
In tal senso, la contabilità dello Stato è brutale: i Fondi Sociali nel 2008 erano pari a 2.526,7 milioni, nel 2012 sono scesi a 229,4 milioni. Nel 2013, poi, il Governo Monti ha invertito la tendenza, ripristinando e incrementando quei Fondi, che ora sono complessivamente pari a 775,9 milioni di euro, una dotazione finanziaria, tuttavia, ancora sin troppo esigua.
E per il 2014 si prevedono altri salassi. Dal primo gennaio, infatti, le prestazioni erogate dalle Cooperative Sociali non godranno più dell’IVA agevolata (4%), cosicché l’assistenza a persone anziane e con disabilità, i trasporti, l’accompagnamento, gli asili nido costeranno (almeno) il 6% in più, un aumento che graverà sulle famiglie o sulle casse esangui dei Comuni, che a loro volta ridurranno i servizi.

Restando al Veneto, le ULSS trattano la questione disabilità come un problema “tecnico-finanziario”: riducono cioè i servizi per ridurre i costi. E i Comuni – intesi come “Comunità”, piuttosto che come entità amministrative – sembrano passivamente accettare questo stato di cose. Essi infatti, anziché mettere in campo azioni qualificanti, così come avviene per le persone cosiddette “normodotate” – per le quali è naturale fare quanto è più possibile per garantire l’istruzione migliore, lo sport, il tempo libero, il lavoro – si rapportano alle persone con disabilità come ad un “problema” e lo affrontano come un costo da comprimere, non come un diritto umano e civile da promuovere.
La recente istituzione dell’ICD (Impegnativa di Cura Domiciliare), tramite la Deliberazione n. 1338, prodotta il 30 luglio scorso dalla Giunta Regionale, è l’esatta traduzione di questo modo di pensare. Si inventa cioè un escamotage per comprimere il costo dei servizi domiciliari e porli a carico del Fondo Sanitario Nazionale con la veste dei LEA (Livelli Essenziali di assistenza).
L’assessore ai Servizi Sociali Remo Sernagiotto – che sarebbe senz’altro più corretto definire come “Assessore contro i Servizi Sociali” – profetizza sventure e lavora per realizzarle, manifestando, a parer nostro, una radicale incompetenza e disinformazione nella materia. Per questo ne contrastiamo le proposte, ma oltre a ciò è necessario soprattutto rivendicare un nuovo indirizzo delle politiche sociali e socio sanitarie, una nuova linea di lavoro che guardi alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e che si proponga di attuarla, come prevede la Legge italiana di ratifica di quel Trattato [Legge 18/09, N.d.R.].

Dobbiamo quindi letteralmente contaminare la società con la nostra presenza, renderci visibili, pretendere ascolto e attenzione dalle Istituzioni e dalle forze politiche.
Non possiamo più tergiversare: la retta standard per i servizi, la lotta agli sprechi, alle spese inutili e ai costi ingiustificabili della politica, la riduzione del numero delle ULSS e dei troppi dirigenti, la domiciliarità, i piani individuali, le attività diurne, la vita dignitosa per le persone collocate in strutture residenziali sono obiettivi che devono ricevere risposte immediate.
Non possiamo accettare modifiche peggiorative alle Leggi Regionali 22/02 e 30/09 [rispettivamente “Autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali” e “Disposizioni per la istituzione del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza e per la sua disciplina”, N.d.R.], modifiche che sono state invece già annunciate e che si propongono di definire livelli di assistenza riduttivi e il carico di nuovi oneri sulle famiglie. Tutto questo costituisce un regresso ingiusto e insopportabile.

Per tutto ciò, quindi, torniamo a invitare l’Associazionismo, la Cooperazione Sociale e le Organizzazioni Sindacali a discutere di tutto questo insieme a noi, durante l’incontro dell’11 ottobre a Padova, con un libero confronto, volto a individuare la strategia e le azioni necessarie a impedire un ritorno al passato, prima che sia troppo tardi.

Ringraziamo Giampaolo Lavezzo per la segnalazione del presente documento.

Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap del Veneto.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: fishveneto@libero.it.

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