Veneto: una petizione per i diritti e per i servizi

«Affermare i diritti e contrastare la riduzione dei servizi»: questo sostanzialmente chiede la petizione lanciata dalla FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), rivolta al Presidente della Regione e aperta «a tutte le persone che vogliono vivere in un Paese civile e solidale, che rispetta i diritti umani delle persone con disabilità e che promuove politiche sociali di sostegno a chi è in difficoltà»

Sit-in della FISH Veneto, 5 marzo 2013, Venezia

Una delle tante manifestazioni di protesta organizzate in questi anni dalla FISH Veneto, di fronte alla sede del Consiglio Regionale

«Rispettare i diritti delle persone con disabilità, garantire realmente i servizi sociali e socio-sanitari, rendere certe ed esigibili le prestazioni»: sono queste le richieste fondamentali contenute nella petizione lanciata dalla FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), aperta all’adesione di tutti i cittadini della Regione e da rivolgere al presidente della stessa Luca Zaia.

«Si tratta – scrive Flavio Savoldi, a nome della FISH Veneto – di una denuncia e di un appello che intende squarciare il silenzio e arrivare in ogni angolo della Regione. Infatti, la riduzione generalizzata dei sevizi destinati alle persone con disabilità è in atto da tempo e il rischio di un ritorno a un lontano passato è più che visibile. Bisogna dunque agire subito, informare, sensibilizzare, denunciare, coinvolgere e alle numerose iniziative promosse contro la politica sociale e socio-sanitaria della Giunta Zaia, la FISH aggiunge ora anche una campagna di raccolta firme in calce a una petizione che parla chiaro e che si rivolge a tutti i cittadini del Veneto perché la disabilità non è un fatto privato».

«Non ci si può nascondere dietro l’alibi della crisi e della mancanza di fondi – prosegue Savoldi, riprendendo questioni già ripetutamente sollevate, in questi ultimi anni dalla Federazione veneta -, non si possono negare le prestazioni domiciliari alle persone in situazione di gravità, non si possono teorizzare e prevedere le liste d’attesa, non si può negare la frequenza piena del centro diurno, non si possono trasformare in ghetti le comunità residenziali, bisogna finirla di chiedere soldi alle famiglie per servizi che sono dovuti. Le colpe non sono del destino “cinico e baro”, hanno nomi e cognomi e la FISH lo dice apertamente. Sono i nomi di chi da troppi anni non affronta i problemi veri, di chi si inventa un giorno sì e l’altro pure il riordino dei servizi, di chi proclama una “rivoluzione copernicana” alla settimana, di chi si diverte con slogan e battute infelici, di chi colpevolizza le famiglie che “vogliono tutto gratis e non sono mai contente”. E invece non c’è niente da inventare: bisogna programmare e costruire una solida rete di protezione sociale e socio-sanitaria, non cambiare nome ai servizi. Bisogna investire sui servizi diurni e domiciliari, non favorire la residenzialità a pagamento».

La petizione lanciata nei giorni scorsi, pertanto «riguarda tutte le persone che vogliono vivere in un Paese civile e solidale che rispetta i diritti umani e che promuove politiche sociali di sostegno a chi è in difficoltà. Quanto sta accadendo non è accettabile ed è necessario alzare la voce, perché di troppo silenzio e di rassegnazione si rischia di morire. È necessario generalizzare la protesta, serve un moto di indignazione, di corale disapprovazione dell’operato della Giunta regionale».
Pertanto la FISH Veneto, conclude il rappresentante della Federazione, «chiede a tutti di promuovere iniziative ovunque, di diffondere la petizione, di organizzare la raccolta di firme nelle parrocchie, nei condomìni, nelle sedi sindacali, nei luoghi di lavoro, nelle università, nelle scuole e nelle piazze con i banchetti e con i gazebo. Serve infatti un nuovo protagonismo e una nuova consapevolezza, un’azione che coinvolga tutte le persone disponibili a una grande battaglia di civiltà. Perché di questo si tratta». (S.B.)

Ringraziamo Giampaolo Lavezzo per la segnalazione.

È disponibile il testo della petizione lanciata dalla FISH Veneto. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: fishveneto@libero.it.

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