“ToccaAte”, ovvero una nuova concezione di museo

Si sta articolando in queste settimane un programma di visite guidate nei Musei del Friuli Venezia Giulia, denominato appunto “ToccaAte” e dedicato alle persone non vedenti e ipovedenti. Il concetto di base è quello di creare percorsi accessibili a tutti – in realtà museali già consolidate e operanti sul territorio – rendendo possibile la fruizione alle persone con disabilità motoria e senso-percettiva

Museo Nazionale Archeologico di Aquileia (Udine)

Il Museo Nazionale Archeologico di Aquileia (Udine)

Era stato un primo gruppo di visitatori non vedenti e ipovedenti provenienti da Trieste, a testare il 15 novembre, al Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli (Udine), la validità del Programma ToccaAte, ideato e organizzato da Susanna Guerrato, presidente dell’Associazione Nord-Est Guide, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia (per i Musei Archeologici Nazionali di Aquileia e Cividale) e con la Soprintendenza per i Beni Storico Artistici per il Castello di Miramare.
In quell’occasione, i visitatori avevano potuto toccare – sotto la guida delle archeologhe del Servizio Didattico Archeoscuola – una serie di reperti originali messi a disposizione dal Museo e la giornata si era contraddistinta per uno scambio di esperienze e suggerimenti che avevano visto pienamente attivi e partecipi tutti i componenti del gruppo i quali, a fine giornata, avevano anche offerto la loro disponibilità per tavoli di lavoro sul tema dell’accessibilità museale per non vedenti e ipovedenti.
Ora, la seconda visita di tale interessante percorso, insieme alla presentazione ufficiale dell’iniziativa, ha avuto luogo il 3 dicembre, al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia (Udine), in corrispondenza con la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.

Pianificate come “Programma di viaggio” e rese possibili anche grazie alla collaborazione dell’UICI di Trieste (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e dell’Istituto Rittmeyer del capoluogo giuliano, tali visite rientrano in un progetto più ampio sul turismo accessibile e sull’accessibilità quale strumento per la valorizzazione del patrimonio culturale, naturale e archeologico- territoriale, promosso dai Corsi di Laurea in Architettura delle Università di Trieste e di Udine e avviato già nel 2011, con una sperimentazione didattica nell’area urbana di Aquileia e in prosecuzione, quest’anno, all’interno del citato Museo Archeologico Nazionale.
Coordinato e diretto, dal punto di vista scientifico, da Christina Conti e Ilaria Garofolo, docenti rispettivamente dell’Università di Udine e di quella di Trieste, ed elaborato e sviluppato – per la parte riguardante l’abbattimento delle barriere di tipo senso-percettivo – dal lavoro di Paola Barcarolo, laureata in Architettura, consulente in Ricerca e Sviluppo Progettuale per l’Accessibilità Multisensoriale e il Design for All, e collaboratrice del “Dalt” (Laboratorio Tesi Design for All del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Udine), il progetto – che ha coinvolto anche gli studenti delle due facoltà universitarie interessate – è riconosciuto e sostenuto da numerose associazioni regionali e nazionali che si occupano di disabilità, nonché dalla Consulta Regionale delle Associazioni di Disabili del Friuli Venezia Giulia e dal Centro Regionale di Informazione e Formazione sulle Barriere Architettoniche (CRIBA, oggi Centro Regionale di Informazione sul Benessere Ambientale).

La novità di questo “Programma di visite” per non vedenti e ipovedenti, come spiega Paola Barcarolo, sta soprattutto «nell’avvio di una nuova concezione di progettualità museale. Non si tratta infatti di progettare nuovi musei ad esclusivo uso delle persone con disabilità, soluzione ormai culturalmente abbandonata da molti Paesi europei, ma di creare dei percorsi, accessibili a tutti, in realtà museali già consolidate e operanti sul territorio, rendendo possibile la fruizione delle opere non solo alle persone con disabilità motoria, ma anche senso-percettiva, attraverso un viaggio multisensoriale, educativo e pedagogico che veda coinvolto e partecipe chiunque, dalle scolaresche agli adulti, agli anziani, ai visitatori provenienti da altri Paesi. È in sostanza questo che si intende realizzare in Friuli Venezia Giulia».
La stessa Paola Barcarolo è coinvolta direttamente in problemi di disabilità visiva e, come ricorda Edda Calligaris, direttore delle Attività Didattiche ed Educative dell’ANFaMiV (Associazione Nazionale delle Famiglie dei Minorati Visivi), «sta affrontando la tematica dell’accessibilità con coraggio, competenza e grande passione, proponendosi di “vincere” le sue difficoltà personali non solo per se stessa, ma anche per le altre persone che vivono problemi analoghi».
In questo stesso ambito, segnala ancora Calligaris, «una precedente, interessante esperienza si era già avuta qualche anno fa, grazie a una collaborazione con il Museo Tattile Omero di Ancona, nella zona collinare della Provincia di Udine dove, a San Daniele, Buja e Cornino di Forgaria, vi era stato il progetto denominato Tocca al museo, ove tali termini significavano sia un un invito a toccare le opere, ma anche che “spettava al museo andare verso le persone”». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Nord-Est Guide (Susanna Guerrato), susyguerrato@nord-estguide.com.

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