State sereni? Ma anche no!

Alcune dichiarazioni di Graziano Delrio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sulle pensioni d’invalidità e l’accompagnamento, «non consentono certo di stare sereni», scrive Carlo Giacobini, confermando che i timori espressi nei giorni scorsi dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) forse non erano del tutto privi di fondamento

Graziano Delrio

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio

Non più tardi della scorsa settimana la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), organizzazione solitamente bene informata, aveva evidenziato alcune insistenti voci di ambito governativo e parlamentare, riguardanti una possibile mazzata in arrivo sull’indennità di accompagnamento – unica erogazione statale certa a favore delle persone con disabilità grave e dei non autosufficienti – che sembrava potesse essere sottoposta a pesanti riduzioni, legandone l’erogazione al reddito.
La segnalazione e la relativa stigmatizzazione di questa ipotesi sono state liquidate da alcuni come «ingiustificato allarmismo». «FISH, stai serena», aveva replicato ad esempio la deputata Ileana Argentin, informando – urbi et orbi – dal suo blog di aver ricevuto rassicurazioni dall’onorevole Davide Faraone, renzianissimo responsabile delle politiche sociali della segreteria del Partito Democratico, che mai e poi mai il presidente del Consiglio Matteo Renzi avrebbe in testa un’idea del genere.
Il silenzio di Matteo Renzi dei giorni successivi, nessun accenno a questa sciagurata ipotesi nelle sue conferenze stampa hanno quindi contribuito a placare le acque e ad annoverare l’annuncio della FISH fra gli scampati pericoli.

Questo, però, fino a ieri, 16 marzo, quando Graziano Delrio rilascia un’intervista a Davide Nitrosi, sul «Quotidiano Nazionale» (Delrio cambia medicina all’Italia. “Troppa prudenza ci fa morire”).
Non stiamo parlando di un politico qualunque. Graziano Delrio è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed è anch’egli vicinissimo a Renzi. E all’intervistatore elenca le misure e gli àmbiti in cui il Governo intende pescare per recuperare le ingenti risorse necessarie agli ambiziosi piani del Governo, parlando senza mezze misure di «tagli alla spesa pubblica inefficiente».
«Ci sono tantissimi margini di manovra – dichiara -, pensiamo ai 12 miliardi sulle pensioni di invalidità e accompagnamento spesi dall’INPS: hanno dei picchi in alcune zone totalmente inspiegabili, se non con il fatto che ci siano degli abusi. Per garantire controlli, equità ed evitare abusi applicheremo l’ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.]».

Si tratta di dichiarazioni che oltre a confermare che forse la FISH ci aveva visto giusto, meritano certamente qualche commento.
«Tagli alla spesa pubblica inefficiente»: secondo il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dunque, sembra di capire che la spesa sociale rientri fra quelle inefficienti. È un vecchio tema già sentito dall’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti che si chiedeva «come un Paese con 2,6 milioni di invalidi possa essere realmente competitivo». Il solco e l’impostazione sono esattamente gli stessi. E, forse, gli ispiratori pure.
Delrio si interroga sull’efficienza della spesa, non sull’efficacia. Non precisa quali siano gli indicatori che ha assunto per bollarla come tale. Sicuramente, però, fra gli indicatori non ci sono i bisogni spesso elementari dei cittadini e – meno ancora – la loro soddisfazione.
È da capire, Delrio: il nostro Paese, infatti, non è ancora riuscito a fissare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), previsti dall’articolo 117 della Costituzione.

«Pensiamo ai 12 miliardi sulle pensioni di invalidità e accompagnamento spesi dall’INPS»: qui probabilmente Delrio è male informato o ha mal studiato la lezione. O forse c’è dell’altro.
I miliardi non sono 12 ma 16 e mezzo. E le indennità “costano” 13 miliardi. O almeno questo è quello che dichiara l’INPS nel suo bilancio. Poi, secondo la Corte dei Conti, la spesa è di 2 miliardi e mezzo in meno e infine, secondo l’ISTAT, la spesa annuale è di un miliardo e mezzo inferiore. Ma queste sono solo “inezie”: miliardata più o meno nessuno ci fa caso…
Poi ci sarebbe anche un’altra “inezia”: i “soldi” non sono dell’INPS, i soldi sono dello Stato che li trasferisce all’INPS con quella destinazione. L’INPS è “l’ufficiale pagatore” dello Stato, non il “padrone del vapore”, non certo il soggetto che deve indicare le politiche sociali.
Ma tant’è: 16 miliardi e mezzo di spesa in pensioni di invalidità e pensioni di accompagnamento (una delle spese più basse nell’Europa a 25) fanno gola a chi ha necessità di soldi sonanti subito, per non fare la “figura del pagliaccio a maggio”.

Infine: «Hanno dei picchi in alcune zone totalmente inspiegabili, se non con il fatto che ci siano degli abusi. Per garantire controlli, equità ed evitare abusi applicheremo l’ISEE».
Controlli, Delrio? Ancora controlli? Dal 2009 al 2013 sono state controllate 950.000 persone. Altre 300.000 saranno verificate di qui alla fine del 2015! Qual è stata l’efficienza di questi controlli? Ad esempio qual è stata la redditività dei 30 milioni di euro spesi dall’INPS – solo lo scorso anno – per pagare medici esterni deputati ai controlli?
E anche sui «picchi territoriali» a Delrio non l’hanno raccontata giusta.
Quanto poi all’ISEE da applicarsi alle pensioni e alle indennità, le sorprese negative – spesso drammatiche – ci sarebbero per migliaia di famiglie, quelle stesse che spendono 9 miliardi all’anno in badanti, quelle stesse che spesso rinunciano a lavorare per assistere i loro familiari con disabilità, quelle stesse che a fatica supportano percorsi di autonomia e di inclusione.
Ma gli effetti distorsivi e i boomerang, anche in termini di spesa indotta, non mancherebbero nemmeno per il Governo. Che poi invocare l’equità in un percorso di taglio della spesa lascia francamente perplessi.
Comunque sia, c’è poco da stare sereni.

Direttore editoriale di «Superando.it».

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