Il Piano “Garanzia Giovani”, la Sardegna e la disabilità

Il Piano “Garanzia Giovani”, frutto di un’iniziativa lanciata nel 2013 dall’Unione Europea, che l’Italia ha fatto partire ufficialmente dal 1° maggio scorso, per far fronte alla disoccupazione e per sostenere politiche attive per l’occupazione dei giovani, può diventare una grande opportunità anche per i giovani con disabilità. Vediamo come, a partire dalla situazione della Regione Sardegna

Giovane con disabilità presenta il suo curriculum a un'edizione di DiversitalavoroCon un Decreto Direttoriale pubblicato nei primi giorni dello scorso mese di aprile, il Governo Nazionale ha provveduto alla ripartizione dei fondi del Piano di Attuazione Italiano della Garanzia per i Giovani, importante provvedimento che recepisce una Raccomandazione dell’Unione Europea la quale nel 2013, per far fronte alla disoccupazione e per sostenere politiche attive per l’occupazione dei giovani, ha predisposto un piano continentale che dovrà essere attuato dagli Stati Membri.
Il piano verrà dunque realizzato attraverso le Regioni italiane tramite apposite Convenzioni con lo Stato Nazionale. Tali Convenzioni – adempimenti ineludibili che dovranno disciplinare l’attuazione e i tempi di realizzazione – avrebbero dovuto decollare dal 1° maggio – anche se fino a qualche settimana prima esse erano stipulate solo poche Regioni – data dalla quale i giovani hanno anche potuto consultare il sito specificamente dedicato all’iniziativa e manifestare il proprio interesse.
Nel dettaglio, le persone destinatarie delle attività del Piano rientrano nella fascia tra i 19 e i 25 anni di età e, se laureati fino a 29 anni. Interessate sono le Regioni italiane con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25% e il programma ha caratteristiche di emergenza, essendo prevista la scadenza per il mese di dicembre del 2015; in quel momento, tuttavia, esso dovrebbe assumere carattere strutturale, inserendosi nei Fondi Strutturali Europei 2014-2020, programmati con il Documento Strategico Unitario approvato dall’Unione Europea nell’agosto dello scorso anno.

Tra le prime a stipulare una Convenzione, vi è stata la Regione Autonoma Sardegna  – cui la ripartizione definita dal Piano Operativo Nazionale ha assegnato 54.181.253 euro – che è doppiamente interessata dall’intervento europeo, in quanto registra una disoccupazione giovanile complessiva superiore al 44,3% (Dati ISTAT 2013) e una dispersione scolastica pari al 25,8%. Il target prioritario di riferimento per gli interventi è infatti quello dei cosiddetti Neet, cioè i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non sono inseriti in alcun percorso di formazione professionale e non lavorano e che in Sardegna risultano essere il 27,3% della popolazione nella fascia d’età tra i 15 e i 29 anni, mentre in quella tra i 19 e i 24 anni, quasi il 50% dei giovani non ha un diploma o una qualifica professionale.

Sulla base dunque della Convenzione stipulata, la Regione Sardegna intende operare secondo le seguenti linee:
1) Avvio in fase sperimentale delle nuove funzioni dei Centri Servizi per il Lavoro quali soggetti erogatori dei servizi di accoglienza, presa in carico, orientamento e accompagnamento al lavoro.
2) Coinvolgimento degli altri soggetti accreditati per l’erogazione di tali servizi, come le Università.
3) Utilizzo di forme snelle ed efficienti di costituzione dell’offerta di servizi formativi, quali il catalogo di attività mirate e di interventi contro la dispersione scolastica.
4) Valorizzazione di misure attivate con altre risorse, quali l’apprendistato di primo e terzo livello, per il quale sono già in attuazione specifici avvisi di chiamata.
5) Razionalizzazione dello strumento del tirocinio attraverso un programma di offerta diversificata, sulla base del titolo di studio e della domanda aziendale.

Sempre in base alla suddetta Convenzione si prevedono nove misure e si procede all’allocazione degli importi assegnati alle misure secondo quanto indicato nel prospetto seguente:
– Accoglienza, presa in carico e orientamento: € 6.627.188
– Formazione: Euro 10.381.564
– Accompagnamento al lavoro: Euro 8.501.750
– Apprendistato: Euro 0 (finanziamento con altra disposizione)
– Tirocinio extra-curriculare, anche in mobilità geografica: Euro 8.127.188
– Servizio Civile: Euro 1.625.438
– Sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità: Euro 5.083.625
– Mobilità professionale transnazionale e territoriale: Euro 1.625.437
– Bonus occupazionale: Euro 12.209.063.

Donna in carrozzina al lavoro al computerVa detto quindi che per facilitare l’iniziativa dei giovani, il Governo Nazionale ha predisposto un provvedimento contenente Linee guida sulla piattaforma tecnologica di supporto alla Garanzia Giovani, adottate nella seduta della Conferenza Stato-Regioni del 20 febbraio scorso e che a fungere da fondamentale supporto al programma vi è anche il già citato sito internet specificamente dedicato all’iniziativa.
Rafforzativa appare inoltre la scelta di potenziare gli attuali servizi e di creare una nuova sinergia tra i servizi pubblici e privati per l’impiego. Si prevede pertanto di dare uno slancio fondamentale al programma con la costituzione di una rete fra uffici e servizi, per estendere e razionalizzare il servizio informativo. Verrà quindi sostenuta la condivisione della governance con le Province e i Comuni, nonché con le Organizzazioni del Terzo Settore e delle Attività Produttive. Si potenzierà infine l’informazione e l’orientamento al lavoro mediante il coinvolgimento dei soggetti privati autorizzati a partire dalle Università sarde.

Innanzitutto va chiarito trattarsi di un programma che non attiva posti di lavoro, ma crea condizioni e situazioni favorevoli e promuove azioni positive e opportunità per aumentare la professionalità e l’occupabilità. In altre parole, Garanzia Giovani promuove servizi, esperienze e attività che orientano e rafforzano i giovani nell’affrontare il mercato del lavoro.
All’atto della predisposizione del programma regionale – pur essendo il piano nazionale a destinazione universale – occorre, a parere della FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), specificare fra i requisiti generali quello dei giovani con disabilità. C’è infatti il rischio concreto che il meccanismo di incentivazione previsto per gli operatori privilegi i giovani tout court, a discapito di quelli con diverse difficoltà, così come per altro è avvenuto anche nei tirocini a proiezione universale finanziati in questi anni. Appare pertanto importante prevedere all’interno delle singole misure e dei settori di intervento un’azione mirata – così come previsto dalla Legge 68/99 sul diritto al lavoro delle persone con disabilità (inserimento mirato) – oggi di competenze delle Province sarde.
Inoltre, per la partecipazione ai tirocini formativi appare importante prevedere un’articolazione temporale di svolgimento, stabilendo un minimo di durata minima pari al trimestre e/o suoi multipli (sei-nove-dodici-quindici-diciotto-ventuno-ventiquattro mesi), nei casi in cui si renda necessario il prolungamento della durata, che dovrà avvenire con specifica motivazione e sulla base di un progetto formativo individuale. Da questo punto di vista servirà un coordinamento con le scelte contenute nella Delibera della Giunta Regionale sui tirocini formativi del giugno 2012.
La precisazione di una nuova modulazione della durata temporale, inoltre, potrà far superare le attuali contraddizioni operative e le disparità derivanti dall’assunto – da sempre adottato – di raddoppiare meccanicamente il periodo di formazione, passando da sei a dodici mesi oppure da dodici a ventiquattro.
Occorre a tal proposito considerare che per la partecipazione alle attività del Piano di Garanzia Giovani e in particolare per il Servizio Civile, viene riconosciuto un contributo mensile che può indurre il giovane con disabilità in formazione a rinunciare per ragioni puramente economiche. Si deve infatti tener conto che i giovani con disabilità fruiscono nella maggioranza dei casi di un assegno mensile – pari a circa 289 euro – condizionato a un tetto di reddito stabilito annualmente dall’INPS. Per il corrente anno 2014, il Decreto sui criteri e i limiti di reddito prevede per il giovane invalido o con disabilità un tetto lordo di circa 4.800 euro, al di sopra del quale si perde il diritto alla provvidenza. Ciò conseguentemente genera la rinuncia alla partecipazione al Servizio Civile (o Servizio Civico Regionale), essendo il contributo per dodici mesi di servizio civile di circa 5.250 euro, portando quindi alla perdita di un’opportunità per l’occupazione.
Cieco americano al lavoro in una ditta di cosmeticiPer questo sarebbe necessario intraprendere di concerto con la Regione Sardegna e le competenti Commissioni Parlamentari al Lavoro un’iniziativa per predisporre e apportare le attese modifiche, superando una palese disparità, dal momento che, ad esempio, il contributo per i tirocini formativi o il reinserimento sociale per ex detenuti non vengono considerati reddito.

Il Piano costituisce una grande opportunità per i giovani con disabilità, che dovranno farsi parte attiva per avanzare proposte sui tempi e le modalità di attuazione, per altro già conquistati in altri provvedimenti analoghi dalla FISH Sardegna nel Comitato Regionale Gestione Fondi per il Diritto al Lavoro delle Persone con Disabilità. Ecco perché la nostra Federazione è impegnata nell’avanzare soluzioni e precisazioni da inserire nella specifica scheda, per valorizzare e impiegare i fondi e stimolare i Centri Provinciali per il Collocamento Mirato, come da Legge 68/99.
Abbiamo però bisogno di costruire consapevolezza e alleanza anche con altre organizzazioni della FISH, per realizzare compiutamente le misure e le attività extraregionali previste nelle schede di programma sulla mobilità formativa.
Ci proponiamo, quindi, per essere pienamente partecipi del Comitato di Indirizzo previsto dal Programma Garanzia Regionale, perché intendiamo compartecipare consapevolmente – vigili e positivi -, per dare una garanzia suppletiva a tutti i giovani sardi nel perseguire coerentemente gli obiettivi del programma stesso e delle proprie aspirazioni professionali e lavorative.
Sarà pertanto, per le nostre Associazioni, una buona occasione per rilanciare il tema del lavoro, e in particolare quello del rispetto delle disposizioni per le assunzioni obbligatorie, cui neppure le Istituzioni locali e Regionali Pubbliche si uniformano. Lo faremo con convinzione e coerenza già il 10 maggio a Monte Ortobene (Nuoro), nel corso di un incontro organizzato dall’AISM di Nuoro (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), in collaborazione con quella di Cagliari, durante il quale si parlerà ampiamente anche di diritto al lavoro. In quella sede ribadiremo che per noi – ciò che vale anche per gli altri giovani disoccupati – non è solo e soltanto un fatto economico, ma molto di più. Lavoro, infatti, significa dignità, libertà, autonomia, partecipazione attiva e arricchimento democratico. Noi non siamo una “sottoclasse passiva” e “gravame sociale”, ma semplicemente cittadini.

Presidente della FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e anche indicazioni sui riferimenti normativi citati nel presente testo: fishsardegna@tiscali.it.

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