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Bene la ricetta semplificata, per i pazienti cronici e rari

Mano di medico che compila una ricetta«L’adozione della nuova ricetta per i pazienti cronici è una misura positiva perché va incontro alle necessità di semplificazione per questi cittadini, che da tempo segnaliamo essere alle prese con il peso eccessivo della burocrazia, come dimostrano ad esempio l’attesa di un anno per l’invalidità civile, quella per la Legge 104/92 e per l’erogazione di protesi e ausili. La misura avrà riflessi positivi anche per i medici di famiglia, perché verranno alleggeriti dall’attività amministrativa. Al tempo stesso, però, chiediamo loro che si impegnino a reinvestire questo tempo recuperato nel miglioramento della presa in carico dei pazienti».
Così Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, commenta uno dei provvedimenti contenuti nelle cosiddette “Misure per la Semplificazione”, prodotte qualche giorno fa dal Consiglio dei Ministri, aggiungendo per altro «che la migliore attività di semplificazione per tutti i cittadini, e non solo per i pazienti cronici, consisterebbe nel voler mettere in campo finalmente un’efficace lotta alle liste di attesa, che rappresentano ad oggi uno dei principali ostacoli non solo all’accesso, ma addirittura alla cura delle patologie».

Per quanto poi riguarda la nomina dei Direttori Generali delle ASL, «cogliamo – sottolinea ancora Aceti – un dichiarato passo indietro rispetto alle nomine di carattere meramente politico, accogliendo favorevolmente la decisione di investire sulle effettive capacità amministrative e manageriali di una figura fondamentale per il servizio pubblico. È infatti fondamentale, nella ricerca dell’efficientamento del sistema, garantire alte capacità manageriali nella sanità pubblica su tutto il territorio nazionale. I successivi passi da compiere in questa direzione dovranno essere la garanzia di una modalità di selezione indipendente e trasparente e la successiva valutazione dell’operato dei Direttori Generali, nella quale dovranno essere coinvolte anche le organizzazioni di cittadini e pazienti».
«È evidente – conclude il coordinatore del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva – che un bravo manager, per raggiungere gli obiettivi prefissati, dev’essere messo nelle migliori condizioni per farlo, anche attraverso risorse economiche e umane certe e adeguate al reale fabbisogno della sanità italiana». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: cnamc@cittadinanzattiva.it.

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