Cara RAI, quando vuoi sai fare le cose per bene, ma…

Una decina di giorni fa, quasi in contemporanea la RAI trasmette due programmi dedicati alla disabilità, in uno dei quali si esprimono concetti utili alla collettiva, mentre nell’altro, a dir poco, “si pecca di conoscenza”. «Cara RAI – scrive Antonio Giuseppe Malafarina -, quando vuoi sai fare le cose bene. Falle sempre. Questo è servizio pubblico!»

Cinescopio RAIRecentemente la RAI ha dato spazio alla disabilità in due programmi analoghi e quanto mai diversi, accomunati da un deciso seguito di telespettatori e dal nome del conduttore: Massimo.
Il primo, su Raitre, è il bello spazio di dibattito rappresentato da Tv Talk di Bernardini, e il secondo, su Raiuno, il popolare luogo di discussione Domenica In… L’Arena di Giletti. Entrambi ampiamente popolati di ospiti, il primo con un taglio più culturale, il secondo con una veste più colorita.
Il sabato su Raitre si è parlato di Hotel 6 Stelle, produzione della stessa rete che ha coinvolto persone con sindrome di Down, la domenica, invece, su Raiuno di “falsi invalidi”.

A Tv Talk erano presenti i capoccia della docu-fiction, alcuni specialisti e un Dario Fo molto coinvolto. Illustrato il programma, che è consistito nel seguire sei ragazzi con sindrome di Down alle prese con un tirocinio formativo in un grand’hotel capitolino, si è promesso che la rete tornerà sul tema nei prossimi mesi e si è dibattuto sul suo impatto sulla società. Oltre trenta aziende, infatti, si sarebbero da poco offerte all’AIPD, per concedere una possibilità lavorativa ai loro tutelati, alimentando fra i presenti in studio – e in chi scrive – la convinzione che operazioni di questo tipo giovino al di là dell’audience.
Ma è Dario Fo, che con i soldi del Nobel ha fondato con Franca Rame il Comitato Il Nobel per i disabili, che appassiona col concetto sulla società che deve cercare il dialogo con le persone disabili. Questa è la tv che mi piace. Quella che esprime pensieri utili alla collettività e con concrete ricadute tangibili su di essa.

Giletti, invece, si impegna a far capire che non ce l’ha con le persone disabili, cercando contemporaneamente di indagare la giustezza della correlazione dell’indennità di accompagnamento al reddito della persona e della lotta ai “falsi invalidi”. E finisce col dimostrare bravura, peccando però di conoscenza.
Mostrati infatti dei dati sull’aumento delle spese di indennità per le persone disabili negli ultimi anni, lascia la parola agli opinionisti e qui si consuma il “misfatto”. Viene fuori cioè che è giusto legare l’indennità di accompagnamento ai redditi sui 100.000 euro, ma qui è utile il direttore del Tg4 a dire che «così non si fa cassa»: se dal punto di vista morale può essere giusto, da quello economico ci si guadagna ben poco perché quanti sono i cittadini disabili con un reddito così alto?
A tal punto Giletti, o qualche ospite preparato, avrebbe dovuto dire che il rischio era di togliere l’indennità di accompagnamento per redditi oltre i 40.000 euro lordi, come previsto dall’iniziale Legge di Stabilità per il 2014, cioè una cifra troppo bassa per costituire ricchezza.

La “madre degli errori”, però, sta a monte, ossia in quei 12 miliardi di euro che sono considerati troppi soldi spesi per pensioni e indennità a favore delle persone disabili. Il tentativo è di dimostrare che fra quei soldi ce ne siano molti assegnati a chi non ha diritto. Giletti, non è così! E – questo è il grave – nessuno degli ospiti lo dice.
La cosiddetta “lotta ai falsi invalidi” affidata all’INPS non sembra avere prodotto alcun risparmio di cui andare fieri. È stata la stessa Maria Cecilia Guerra, recente ex viceministro del Dicastero del Lavoro e delle Politiche Sociali, a chiedere al titolare dello stesso Ministero, in un’Interrogazione Parlamentare del 25 marzo scorso, «se alla luce dei risultati ottenuti non ritenga opportuno un ridimensionamento della campagna mediatica contro i falsi invalidi che ha negli anni creato un vulnus molto forte nei confronti dell’intero mondo della disabilità».
Quando l’esponente di Forza Italia in studio vanta poi che sia stato il suo Governo ad avere voluto la campagna di controlli straordinari che entro il 2015 porterà a oltre un milione il numero complessivo delle persone controllate dal 2009, perché nessuno dice che sui pochi casi di presunta irregolarità, in sede di ricorso l’INPS soccombe il 67% delle volte?
La seconda parte della trasmissione si è concentrata sui “falsi ciechi” e qui è scoppiata anche una polemica con l’UICI (Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), che si è vista prima invitata in trasmissione e poi annullato l’appuntamento.
Cara RAI, quando vuoi sai fare le cose bene. Falle sempre. Questo è servizio pubblico!

Rispetto alle riflessioni contenute nel testo di Malafarina riguardanti l’INPS, suggeriamo senz’altro anche la lettura del nostro articolo intitolato Giustizia è fatta per le persone con vera disabilità!.

Testo apparso anche in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Brava Rai, però…”). Viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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