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Zero glutine, ma non zero barriere!

Giulia Sidoni bloccata dalle barriere davanti agli spazi espositivi della Camera di Commercio di Chieti

Giulia Sidoni dell’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, bloccata dalle barriere davanti all’ingresso della manifestazione “Zero Glutine” di Chieti

L’obiettivo di Zero Glutine. Expo del “senza glutine”, primo evento dedicato alla celiachia nel Centro-Sud d’Italia, programmato dal 5 al 7 settembre presso gli spazi espositivi della Camera di Commercio di Chieti, è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze, anche sociali, di tale malattia, notoriamente caratterizzata da un’intolleranza permanente al glutine. Il tutto in collaborazione con un’Associazione come l’AIC, che da molti anni lavora (assai bene) contro la celiachia. Una manifestazione, quindi, certamente interessante e meritoria e tuttavia…
Tuttavia – come purtroppo ancora troppo spesso succede, anche nell’àmbito di iniziative che dovrebbero dedicare una cura particolare a certe esigenze -, non si è pensato che anche le persone con disabilità motoria potessero essere interessate, a giudicare almeno da quanto segnala Claudio Ferrante, presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, sulle difficoltà incontrate da una rappresentante della sua organizzazione, Giulia Sidoni, per visitare quella manifestazione.

«Per poter visitare Zero Glutine – scrive infatti Ferrante in una nota -, le persone con disabilità hanno dovuto prima parcheggiare la macchina fuori dai cancelli della Camera di Commercio. Vi erano sì alcuni parcheggi riservati alle persone con disabilità, ma non erano in prossimità dell’ingresso della fiera. E mancava anche lo scivolo diretto per l’ingresso principale! Dopo le proteste, quindi, anche nei confronti del personale di vigilanza, è stato aperto un cancello che era chiuso a chiave, ma che accede agli uffici (non alla fiera!), da cui percorrere centinaia di metri per poter arrivare all’esposizione. Una vera e propria gimkana non certo piacevole, con le difficoltà che comporta per una persona in carrozzina». «E tutto questo non sarebbe accaduto – aggiunge – se fosse stato costruito un semplice scivolo in legno o in ferro, dal costo di circa 20 euro, e se fossero stati creati alcuni parcheggi riservati all’ingresso della fiera».
«È il particolare che fa la differenza!», conclude con amarezza Ferrante, «e quel particolare si chiama violazione dei più elementari diritti umani. Significa limitare la libertà, l’autonomia, l’indipendenza, le pari opportunità! Questo è il vero significato di barriera architettonica. Non chiediamo elemosina, ma rispetto delle norme nazionali e internazionali! Questa, per noi, è stata una testimonianza in più che la battaglia per l’abbattimento delle barriere culturali è più difficile del previsto». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: carrozzinedeterminate@hotmail.it.

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