Con casco e tuta a lottare contro il cronometro

Grande successo, sul circuito romano di Vallelunga, per la “Di.Di. Bridgestone Cup”, prima gara di moto riservata esclusivamente a piloti con disabilità, voluta fortemente dall’Associazione Di.Di. – Diversamente Disabili, che promuove il “ritorno in sella”, nello sport come nella vita, di chi abbia subìto un incidente invalidante

Emiliano Malagoli

Emiliano Malagoli, presidente e fondatore dell’Associazione Di.Di. – Diversamente Disabili, in gara alla “Di.Di. Bridgestone Cup” di Vallelunga

Nei giorni scorsi il circuito romano di Vallelunga è stato il primo al mondo di livello internazionale ad ospitare una gara di moto riservata esclusivamente a piloti con disabilità, vale a dire la Di.Di. Bridgestone Cup, evento fortemente voluto da Emiliano Malagoli, presidente e fondatore dell’Associazione Di.Di. – Diversamente Disabili, nata per promuovere il “ritorno in sella”, nello sport come nella vita, di chi abbia subìto un incidente invalidante e già promotrice, lo scorso anno, della prima competizione motociclistica a schierare soltanto piloti portatori di protesi o artolesi.
Al box 7 dell’autodromo intitolato a Piero Taruffi, si sono vissute quindi emozioni forti, perché per molti si è trattato del debutto agonistico. E per chi vive da anni una quotidianità con disabilità, indossare casco e tuta e scendere in pista per lottare contro il cronometro è un evento doppiamente importante.
Allo schieramento di partenza c’erano piloti artolesi, portatori di protesi e anche un audioleso, provenienti da tutta Italia, ma anche dall’Inghilterra. Al via anche una ragazza-pilota, Samantha Palmucci, tornata a correre dopo sei anni di assenza dalle piste per un’importante lesione del nervo brachiale che le impedisce i movimenti del braccio sinistro.

La gara ha accorpato moto di 1000 e 600 centimetri cubici, con classifiche separate e per la prima volta al mondo, in una gara di motociclismo, è stata stilata una classifica sperimentale basata sull’applicazione dei coefficienti di disabilità, così come avviene nelle Paralimpiadi. Una sperimentazione, questa, avvenuta grazie alla collaborazione fra l’Associazione Di.Di. e Igor Confortin, allenatore della nazionale italiana di parasnowboard.
Allo spegnimento del semaforo, dunque, è iniziata subito la bagarre per il primo posto nella Classe 1000 fra il lombardo Luca Raj e l’umbro Fabrizio Felicioni, che all’ultimo giro è stato protagonista di una scivolata senza conseguenze. Sul gradino più alto del podio è salito, quindi, Luca Raj, pilota senza patente. In tal senso, non è la prima volta che a vincere è un pilota privo della licenza per guidare su strada: il primo a inaugurare questa tradizione fu addirittura Loris Capirossi, che nel 1990 si aggiudicò un Mondiale quando non aveva ancora nemmeno il foglio rosa.
E del resto, nella Di.Di. Bridgestone Cup, ad aggiudicarsi la Classe 1000 è stato un pilota che, per le norme dell’attuale Codice della Strada, la patente per la moto non potrà averla più: a seguito infatti di un incidente, egli ha subìto la lesione del plesso brachiale e ha il braccio sinistro completamente paralizzato. Superata la visita medica per la licenza agonistica, il lombardo lo scorso anno ha iniziato a correre nel Di.Di. Trophy insieme ai centauri “normodotati”, dove ha chiuso al secondo posto nella Classe 1000.
A completare il podio della massima cilindrata, il ligure Daniele Barbero, amputato alla gamba destra, e alla sua prima gara in moto. Terza piazza, poi, per il riminese Enrico Mariani, alla seconda stagione di gare, noto anche come “dentista volante” per via della sua professione, quarto il romano Gianluca Di Vincenzo e quinto l’inglese Simon Fowler.

Per quanto poi riguarda la 600, il già citato toscano Emiliano Malagoli è transitato sotto la bandiera a scacchi in seconda posizione di categoria, alle spalle di Cristian Carnevale, risultando però vincitore proprio a seguito della novità legata all’applicazione dei coefficienti di disabilità: Malagoli, infatti, essendo privo della gamba destra dal ginocchio in giù, ha un coefficiente maggiore rispetto a Carnevale, audioleso, che si è quindi aggiudicato il secondo gradino del podio. Per altro, un ottimo risultato, quest’ultimo, anche in considerazione del fatto che il pilota molisano era al suo debutto agonistico. Terza posizione per Daniel Pertusati, privo della mano destra, mentre Samantha Palmucci si è classificata quarta davanti ad Andrea Capurro, che ha corso con un’Aprilia 250 2 tempi. Bene anche il pugliese Giorgio Quintana, all’esordio in pista.

«Con la Di.Di.Bridgestone Cup – commenta Malagoli – abbiamo voluto dare una conferma che tutto è possibile, come dice la nostra madrina Annalisa Minetti. Determinante per questo nuovo traguardo è stato il supporto di Bridgestone Italia e di Ideal Gomme, al nostro fianco sin dalla nascita della ONLUS. Devo ringraziare anche la Federazione Motociclistica Italiana, Promo Racing, il Gentlemen’s Motor Club di Roma e ACI Vallelunga, che hanno accolto con entusiasmo la nostra richiesta di realizzare una griglia di soli ragazzi con disabilità all’interno della Master Cup. Infine un grazie a Intrasecur Group, Istituto di Credito Sportivo ICS e all’Ortopedica Michelottidi Lucca per il contributo sostanziale alla realizzazione dei nostri eventi».
«Abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti – aggiunge Malagoli – per favorire l’integrazione sportiva e sociale delle persone con disabilità, il prossimo obiettivo sarà il rilascio delle patenti A speciali, che realizzeremo a breve». (F.L.G.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa Associazione Di.Di. – Diversamente Disabili (Fiammetta La Guidara), ufficiostampa@diversamentedisabilit.it.

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