Legge di Stabilità: nessuna idea per un nuovo welfare

In un ampio approfondimento dedicato alla Legge di Stabilità per il 2015 e ai provvedimenti riguardanti le persone con disabilità, il Servizio Handylex.org sottolinea infatti che «l’esiguità dei fondi sociali rappresenta solo l’ultima delle limitazioni a un diverso e moderno modo di intendere il welfare, cioè un intervento inclusivo, universale e incardinato in una logica di investimento, piuttosto che relegato a spesa improduttiva»

Pier Carlo Padoan

Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia e delle Finanze. La Legge di Stabilità per il 2015 (n. 190/14) è stata pubblicata il 29 dicembre in Gazzetta Ufficiale

Non sono rilevanti, rispetto al precedente Disegno di Legge, le novità direttamente riguardanti le persone con disabilità e le loro famiglie, contenute nel testo definitivo della Legge di Stabilità per il 2015, approvato a fine dicembre (Legge 190/14). Lo si legge in uno specifico approfondimento proposto dal Servizio HandyLex.org, con il titolo appunto di Legge di stabilità 2015 e persone con disabilità.

Tra ciò che è degno di nota, va innanzitutto segnalato che, in sede di conversione in legge, è stato previsto un finanziamento di 20 milioni di euro al Fondo per il collocamento mirato delle persone con disabilità – previsto dalla Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) – che era stato invece azzerato nel Disegno di Legge originario.
Nell’analisi di HandyLex.org, di cui raccomandiamo caldamente la lettura, si trattano specificamente alcuni temi, a partire da quello riguardante le Misure per la famiglia, ove si annota tra l’altro che «la disposizione proposta», quella nota anche come “bonus per le neomamme”, «non prevede nessun criterio di favore nel caso in cui il neonato sia persona con disabilità», ciò che potrebbe portare a «situazioni di svantaggio per alcune famiglie nell’accesso al nuovo beneficio».

Per quanto poi riguarda i Fondi sociali, si sottolinea che essi, «nell’àmbito dei trasferimenti dallo Stato centrale alle Regioni, rappresentano ormai una risorsa insufficiente a garantire politiche e servizi consolidati sul territorio, tant’è che risultano determinanti gli interventi aggiuntivi dei singoli enti locali». Considerato per altro «il pesante taglio dei trasferimenti generali alle Regioni, al rigore del Patto di Stabilità, alla compressione della spesa sanitaria (prima voce nei bilanci regionali), l’esiguità dei fondi sociali rappresenta solo l’ultima delle limitazioni ad un diverso e moderno modo di intendere il welfare, cioè un intervento inclusivo, universale e incardinato in una logica di investimento, piuttosto che relegato a spesa improduttiva».
Nello specifico, quindi, del Fondo per le Non Autosufficienze, si ricorda come «il comma 159 del primo articolo della Legge di Stabilità approvata fissi a 400 milioni l’importo per il 2015», indicando però «in soli 250 milioni la destinazione per gli anni successivi». E questo, secondo quanto annota HandyLex.org, «prelude a successive azioni di inevitabile pressione e protesta».

Gli altri capitoli trattati sono dedicati al 5 per mille e al Pagamento di pensioni e indennità, nonché ai finanziamenti destinati al CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e all’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). (S.B.)

Ribadiamo ancora l’utilità di consultare l’approfondimento intitolato Legge di Stabilità 2015 e persone con disabilità, curato dal Servizio HandyLex.org.

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