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Preoccupa quella revisione dei ticket sanitari

Ricetta medica

Il Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva contesta innanzitutto il cosiddetto “superticket” sulle ricette

«Esprimiamo grande preoccupazione sulle indiscrezioni emerse dal Governo e dalle Regioni in merito alla revisione dei ticket. La nostra contrarietà è sia nel metodo che nel merito»: lo afferma Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, puntualizzando che «nel metodo contestiamo ancora una volta lo stile autoreferenziale e il mancato coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni che li rappresentano su temi di notevoli impatto, come i ticket, reiterando quanto fatto lo scorso anno in occasione del Patto per la Salute 2014-2016. Riforme come questa, infatti, dovrebbero essere oggetto di consultazione pubblica. Nel merito, poi, ci sembra che si corra il rischio di peggiorare la realtà a danno, ancora una volta, dei diritti e dei redditi dei cittadini, oltre che del Servizio Sanitario Nazionale».

«Sul tema dei ticket – prosegue Aceti – la nostra proposta è molto chiara: eliminare il cosiddetto “superticket” di 10 euro sulla ricetta [ogni Regione, tuttavia, può decidere se e in che modo applicarlo, N.d.R.], una vera e propria “tassa” che ad oggi sta favorendo il sistema privato a scapito di quello pubblico; introdurre un sistema di progressività di compartecipazione in base alla capacità reddituale del singolo, tenendo conto contestualmente del reale potere di acquisto e del tasso di inflazione, fino al livello massimo di ticket che garantisca la competitività/convenienza del Servizio Sanitario Nazionale rispetto al privato; non penalizzare le persone più fragili, a partire da malati cronici e rari, salvaguardando le esenzioni totali per reddito, per età e per patologie cronica e rara. A questo proposito, per altro, il nuovo ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.] appena entrato in vigore è iniquo perché considera come fonti di reddito tutte le prestazioni assistenziali, quali ad esempio le indennità di invalidità civile e accompagnamento, oltre che i contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Se lo strumento per stabilire la capacità reddituale sarà questo, non ci siamo proprio».

«Piuttosto che mettere le mani in tasca ai cittadini – sottolinea il Coordinatore Nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva – si colpiscano innanzitutto sprechi e inefficienze, oltre che i privilegi, come ad esempio i vitalizi e le altre indennità della classe politica acquisiti nel tempo sia a livello centrale che regionale. Sono queste, infatti, le misure che ci aspettiamo per dare risposte concrete ai problemi che le persone oggi incontrano. Ricordiamo che già nel 2013 il nostro Servizio PIT Salute e le trecento sedi locali del Tribunale per i Diritti del malato avevano registrato un aumento del 20% di segnalazioni sul mancato accesso al Servizio Sanitario Pubblico a causa dell’onerosità dei ticket per le famiglie e anche la Corte dei Conti ha certificato un aumento del 25% della pressione dei ticket dal 2010 al 2013, per non parlare del paradosso generato dall’introduzione del citato “superticket” che ha reso più convenienti alcune prestazioni nel privato».
«In caso dunque che le indiscrezioni vengano confermate – dichiara Aceti – siamo pronti alla mobilitazione delle trecento Sezioni del Tribunale per i Diritti del Malato, delle Assemblee Territoriali di Cittadinanzattiva e delle oltre cento Associazioni di pazienti che fanno riferimento alla nostra struttura». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@cittadinanzattiva.it.

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