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Torino: quel Regolamento viene via via smantellato

Persona non vedente sale in un autobusNon si possono discriminare le persone con disabilità in base alla diversa tipologia della loro disabilità e le difficoltà di una persona cieca non riguardano solo il salire e lo scendere dai mezzi pubblici: sono questi i due punti qualificanti dell’importante Sentenza prodotta il 3 febbraio scorso dalla Quinta Sezione del Consiglio di Stato, che ha ribaltato un precedente pronunciamento del TAR Piemonte (Tribunale Amministrativo Regionale), accogliendo in tal senso un ricorso promosso dall’UICI di Torino (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), al termine di una lunga battaglia condotta contro quel contestato Regolamento del servizio di trasporto destinato a persone assolutamente impedite all’accesso e alla salita sui mezzi pubblici di trasporto ed ai ciechi assoluti, contenuto nella Deliberazione n. 01582/119 della Giunta Comunale di Torino (7 maggio 2012).
Si tratta di un Regolamento, lo ricordiamo, contro il quale è tuttora in corso una dura battaglia anche da parte di numerose altre organizzazioni che si occupano di disabilità (motoria e non), che ritengono abbia «peggiorato in modo inaccettabile i servizi di trasporto destinati alle persone con disabilità nel capoluogo piemontese» (ne abbiamo via via riferito in questi anni anche nel nostro giornale).

Tornando alla specifica azione dell’UICI di Torino, «tutto era iniziato – si spiega in una nota – quando l’Amministrazione Comunale aveva deciso di modificare il servizio di buoni taxi per persone cieche, con un provvedimento che di fatto ne snaturava le finalità originarie, imponendo oneri pesanti a carico delle persone con disabilità».
«Ora – prosegue la nota – sono due i punti centrali della Sentenza prodotta dal Consiglio di Stato, la quale innanzitutto ravvisa un’inaccettabile disparità di trattamento tra persone con disabilità visiva, per le quali il servizio è vincolato alle fasce di reddito ISE (Indicatore della Situazione Economica) e persone con disabilità motoria grave, che invece possono usare i mezzi attrezzati con una spesa equivalente a quella di un biglietto del trasporto urbano. Inoltre, è stato pienamente riconosciuto il fatto che la difficoltà di usare i mezzi pubblici per le persone cieche non riguarda solo il salire e lo scendere dai veicoli. Per spostarsi con un tram o un autobus, infatti, è necessario arrivare alla fermata, leggere il numero del mezzo, capire dove scendere, gestire attraversamenti e ostacoli di ogni tipo: tutte azioni che richiedono abilità sensoriali e che per un cieco assoluto non accompagnato possono diventare degli ostacoli insormontabili. Ecco allora la necessità di un presidio che garantisca ai non vedenti, in particolare a quelli meno autonomi, la possibilità di spostarsi in sicurezza e a costi ragionevoli».

«Siamo molto soddisfatti – commenta Giuseppe Salatino, presidente dell’UICI Torino – perché il Consiglio di Stato ha riconosciuto la centralità di un diritto fondamentale, quello alla mobilità, strettamente connesso con la possibilità di lavorare, studiare, avere una vita di relazione. Ci tengo per altro a sottolineare che non abbiamo mai voluto una “guerra tra poveri” con le associazioni delle persone con disabilità motoria, di cui comprendiamo appieno la situazione e le esigenze».
«Ora il nostro lavoro – conclude Salatino – non si ferma qui: alla luce infatti di questa Sentenza sarà chiesto un nuovo confronto con il Comune, con l’obiettivo di arrivare a una riforma complessiva e ragionevole del servizio di trasporto accessibile a Torino». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@uictorino.it (Lorenzo Montanaro).

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