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Lesioni midollari: le ricerche e la qualità delle cure

Ospedale Montecatone di Imola (Bologna)

L’Ospedale Montecatone di Imola (Bologna)

In occasione del 4 Aprile, la Giornata Nazionale della Persona con Lesione al Midollo Spinale, indetta nel 2008 tramite un Decreto della Presidenza del Consiglio, per incoraggiare «iniziative volte a informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati a questo tipo di disabilità che coinvolge, oltre alla persona con lesione al midollo spinale, in maniera assai rilevante, i familiari» e sul cui evento principale del 10 aprile prossimo ci siamo già ampiamente soffermati in altra parte del giornale, Radio Montecatone Web – emittente della nota struttura di Imola (Bologna), specializzata nella cura e nella riabilitazione delle lesioni midollari e delle gravi cerebrolesioni – ha organizzato un incontro dedicato alla ricerca scientifica nel campo delle lesione midollari, durante il quale Jacopo Bonavita, direttore dell’Unità Spinale emiliana, ha presentato ai numerosi pazienti e familiari intervenuti una sintesi delle attività poste in essere da parte dell’Ospedale Montecatone.

«Il compito principale di ogni professionista di questo Ospedale – ha esordito Bonavita – è dare il massimo per la cura di ogni ricoverato, ma fa parte dei nostri obiettivi anche contribuire a fare avanzare la cultura e l’innovazione. È evidente, infatti, che la speranza di tutti è che si trovi un sistema per riparare il danno neurologico al midollo spinale: su questo punto Montecatone ha contribuito a uno studio che riguarda la fase di produzione delle cellule staminali, e segue con attenzione, attraverso il proprio Comitato Tecnico Scientifico, tutte le evoluzioni internazionali. Qui però non ci dedichiamo direttamente a quel tipo di ricerca che coinvolge primariamente laboratori di base, ma a ricerche che riguardano il miglioramento della qualità della cura, perché sentiamo forte la responsabilità che deriva dal rappresentare l’Unità Spinale che in Italia ha il numero più grande di pazienti: siamo quindi nelle condizioni migliori per validare farmaci, metodologie, strumenti e sistemi organizzativi, dando un apporto significativo alla rete dei centri che si impegna in questo campo».

Come spiega Vito Colamarino dell’Ufficio Comunicazione Esterna di Montecatone, «le ricerche presentate durante l’incontro spaziano in varie dimensioni e vedono la nostra struttura impegnata con Ospedali di Milano, Roma, Firenze e anche oltreconfine: validazione di scale di misurazione che permettano agli operatori di centri diversi di confrontare percorsi e risultati, in modo da perfezionare il percorso riabilitativo di ogni paziente; verifica dei mutamenti chimici che si sviluppano nel liquido che avvolge il midollo spinale (liquor), per identificare sostanze chimiche che in futuro potrebbero essere utili a contenere al massimo i danni da trauma e favorire l’autoriparazione; verifica del tempo ottimale entro cui effettuare l’intervento chirurgico di stabilizzazione dopo un trauma alla colonna; utilizzo sperimentale di sensori, esoscheletri ed elettrostimolazioni per migliorare l’efficacia della riabilitazione».

«Un progetto molto importante – ha sottolineato poi Bonavita, riferendosi al momento centrale dell’evento in programma per il 10 aprile a Roma, cui abbiamo più sopra fatto riferimento – è quello che abbiamo realizzato insieme alla Regione Emilia Romagna, all’AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) e a diverse altre Regioni italiane, e i cui risultati saranno presentati il 10 aprile presso il Ministero della Salute. È questo il frutto di un grande sforzo, che punta a disporre finalmente di dati epidemiologici precisi sulla lesione midollare in Italia. Si tratta di un progetto, tra l’altro, che ha beneficiato di un importante stanziamento del CCM (Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie), ovvero di un organismo del Ministero della Salute».
«Mi fa piacere ricordare infine – ha concluso il Direttore dell’Unità Spinale di Montecatone – che la nostra Direzione ha deciso di riservare alla ricerca scientifica un fondo apposito, così come ha scelto di dotarsi di una’infrastruttura di supporto alla ricerca: sono segni tangibili della volontà di rimanere sempre in contatto con le migliori esperienze internazionali, mantenendo un alto livello di prestazioni e, perché no, dando un contributo attivo al miglioramento generale della conoscenza». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Vito Colamarino (vito.colamarino@montecatone.com).

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