Il Braille ha quasi due secoli, ma non li dimostra affatto

È infatti discutibile la visione secondo cui l’alfabeto Braille starebbe ormai per essere soppiantato dalle nuove tecnologie (computer e smartphone dotati di sintesi vocale), dal momento che esso sembra invece integrarsi alla perfezione con queste ultime. E a questo mirabile sistema, che sta per compiere due secoli, è dedicato il “Concorso europeo di temi sul Braille” (aperto fino al 30 aprile), per capire come venga percepito nei molteplici àmbiti della vita quotidiana

Libro in Braille

Lettura di un libro in Braille

Si potrà ancora partecipare fino al 30 aprile al Concorso europeo di temi sul Braille, lanciato anche quest’anno dall’EBU (European Blind Union, ovvero “Unione Europea dei Ciechi”), con la sponsorizzazione della ditta giapponese Onkyo e della rivista «Braille Mainichi», ottima occasione per conoscere, attraverso i temi elaborati dai partecipanti, come l’alfabeto Braille venga percepito in molteplici àmbiti della vita quotidiana.
A quasi due secoli, infatti, dalla geniale invenzione del francese Louis Braille, ancora oggi l’omonimo sistema di lettura e scrittura per non vedenti mantiene intatte tutte le enormi potenzialità di cui è dotato. Sei puntini incisi sulla carta combinati fra loro: è questa la chiave di volta che dai primi decenni dell’Ottocento permette a tutti i non vedenti del mondo di leggere e scrivere senza passare per l’ascolto né per la dettatura, potendo così acquisire in maniera diretta una moltitudine di nozioni che, tramite i testi di ogni genere, conserveranno non solo come patrimonio culturale indelebile, ma anche come elemento che inevitabilmente – soprattutto nel caso di persone non vedenti fin dalla più tenera età – contribuirà alla formazione della personalità di ciascuno.
Parallelamente, poi, all’evoluzione della storia e delle tecnologie, partendo dai primi strumenti di scrittura (la tavoletta e il punteruolo) e passando per le macchine per la scrittura Braille (le dattilobraille), si è giunti fino agli ultimi decenni, durante i quali si è assistito alla diffusione dei moderni display Braille, che collegati ai personal computer, offrono la possibilità di accedere a quella sconfinata miniera di informazioni presente nel web.
A dispetto, quindi, della discutibile visione secondo cui l’alfabeto Braille sarebbe ormai soppiantato dalle nuove tecnologie (computer e smartphone dotati di sintesi vocale), al contrario esso si integra alla perfezione con queste ultime. Non quindi due sistemi che si escludono a vicenda, bensì due strumenti – Braille e sintesi vocale, appunto – che, se sfruttati appieno, permettono alle persone affette da deficit visivo, mediante un’adeguata formazione, di padroneggiare con sicurezza le nozioni acquisite tramite la lettura, nonché i concetti espressi tramite la scrittura.

In sostanza, il concorso lanciato dall’EBU vuole essere sì un’occasione di promozione del sistema Braille, e tuttavia non una promozione puramente “celebrativa”, bensì una promozione attuata proprio dagli stessi partecipanti, i quali potranno dare spazio alla loro creatività, scegliendo, per i loro componimenti, tra un ampio ventaglio di temi inerenti il Braille.
Nel dettaglio: Il ruolo del Braille nella promozione della partecipazione delle persone con disabilità visiva alla vita politica, economica, culturale, sociale e familiare (ad esempio Il Braille nell’era della tecnologiaL’uso del Braille a tutte le età o Il Braille e il voto).
Oppure Vivere con il Braille – si invitano insegnanti, trascrittori e tutti coloro che fanno in qualche maniera uso del Braille o vorrebbero farne uso a riflettere sul ruolo del Braille, incoraggiando cioè la descrizione oggettiva di soluzioni, idee e prodotti innovativi per promuovere il Braille in tutta Europa.
E ancora, Storie divertenti sul Braille, Riflessioni sul futuro del Braille, Riflessioni su vantaggi e svantaggi del Braille a confronto con la stampa in nero, Braille e touchscreen: le nuove frontiere del sistema.
I concorrenti saranno liberi di trattare il tema scelto, interpretandolo secondo la propria immaginazione, e anche con una certa creatività, senza limitarsi cioè alla classica narrazione della storia della propria vita, ma elaborando il testo sotto forma, ad esempio, di lettera, poesia o intervista (ogni elaborato non potrà superare le 1.000 parole, con un 10% in più o in meno di tolleranza).
Dal canto suo, anche l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) è parte attiva dell’iniziativa, in quanto si occuperà della fase di selezione degli elaborati presentati dai concorrenti italiani. (Massimiliano Penna)

È disponibile il regolamento del concorso. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: inter@uiciechi.it.

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