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Guttuso reinterpretato dalle persone con autismo

Renato Guttuso, "Vucciria", 1974 (particolare)

Particolare del dipinto di Renato Guttuso “Vucciria” (1974), una delle opere più celebri dell’artista siciliano, centrale anche nella riproposizione a mosaico dell’Officina dell’Arte di Pordenone

Ultimi giorni, a Udine (Casa della Confraternita del Castello di Udine), per la mostra Mosaicamente 8, dedicata a Renato Guttuso, la più recente creazione a mosaico realizzata presso l’Officina dell’Arte, il centro lavorativo per adulti con autismo della Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone.
L’esposizione, infatti – che si avvale della collaborazione del Comune e dell’Università di Udine, di Udine Musei, del Liceo Artistico Sello e dell’Associazione Noi Uniti per l’Autismo -, resterà aperta fino al 31 maggio nella città friulana, dopo essere stata protagonista, nei mesi scorsi, anche a Pordenone e a Piacenza.

«Guttuso – avevano scritto in fase di presentazione dalla Fondazione Bambini e Autismo – è forse più di altri pittori, rivisitati attraverso i mosaici realizzati dagli “speciali artisti” della nostra Officina dell’Arte, il testimone di un tempo che non c’è più. È la seconda parte del Novecento, quella che racconta nelle sue tele, un tempo sicuramente appena trascorso, eppure a noi oggi molto lontano. È un tempo ideologico e schierato in maniera molto netta, dove parole come globalizzazione non hanno ancora un vero significato e dove essere di una parte vuol dire condividere certi ideali e non altri. Guttuso, pittore impegnato e schierato, rappresenta con grande impegno i valori nei quali crede e l’eredità culturale propria della sua terra: la Sicilia. Così accade che nelle opere dell’artista che hanno ispirato le realizzazioni di Mosaicamente 8, concetti come lavoro e proletariato, inteso come attore di una società a venire, siano comunque visti nel grande palcoscenico rappresentato dalla terra siciliana. I simboli di questa rappresentazione sono i più vari, ma anche i più riconoscibili: peperoni, limoni, agrumi, ecc. nature morte che nella rappresentazione di Guttuso in realtà diventano nature vive, per la forza espressiva e per i colori sgargianti che l’artista adopera. E poi paesaggi, strade, tetti, ecc. La summa di questa rappresentazione si ha con la Vucciria, il mercato di Palermo luogo di scambio, ma anche di incontro, un’opera in cui i prodotti delle bancarelle sono importanti quanto le persone ritratte e forse anche di più, tanto che le persone sono quasi “sepolte” dal trionfo di tutti gli ortaggi, pesci, formaggi, uova, frutta, olive, carne ed altro ancora».

«Partendo dunque da opere complesse come la Vucciria – avevano sottolineato ancora dalla Fondazione Bambini e Autismo – gli autori dei mosaici hanno cercato di reinterpretare e rendere vivo il messaggio di Renato Guttuso. La cifra stilistica della mostra è segnata dall’impatto visivo e dalla cura che le persone con autismo attratte, in questo caso, dai mille particolari che si celano nelle opere di Guttuso, hanno saputo rendere evidenti anche attraverso un uso non convenzionale dei materiali. Accanto a queste opere, la mostra ricomprende poi una serie di immagini femminili, anche queste colte soprattutto nei particolari degli abbigliamenti, che costituiscono un altro significativo filone dell’opera dell’artista siciliano».
«Sul piano sociale, infine, la mostra rappresenta un vero riscatto: la rivincita degli ultimi. Le persone con autismo sono molte in Italia, più di quanto si è sempre pensato. Il loro numero in aumento, anche per una migliore capacità diagnostica dei professionisti rispetto al passato, sta ponendo l’urgenza di affrontare il fenomeno con nuove energie e nuovi strumenti. E tuttavia, nella galassia dell’autismo, che può rappresentarsi in maniera molto diversa nelle varie persone, l’autismo negli adulti è un’emergenza nell’emergenza. Le persone con autismo adulte, molte della quali non hanno neanche una diagnosi corretta, dopo il percorso scolastico (se lo hanno intrapreso) restano a casa a completo carico alla famiglia e perdono quelle acquisizioni apprese in gioventù. I centri specializzati per le persone con autismo in tutto il Paese sono pochissimi. Le persone con autismo adulte sono considerate persone da assistere a cui, per la complessità della sindrome, è impossibile “chiedere” qualcosa in termini lavorativi. Con questa mostra desideriamo invece dimostrare che in una situazione lavorativa pensata per le persone con autismo, ma dove possono lavorare anche le persone “neurotipiche”, non solo può avvenire una vera integrazione delle capacità e dei rapporti, ma si possono realizzare opere di grande valore, riscattando la dignità di persone a cui non è mai stata data dalla società troppa attenzione». (S.G.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: relazioniesterne@bambinieautismo.org.

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