Un Sindaco con disabilità intellettiva

Accade a Selby, cittadina inglese di 14.000 abitanti nella Contea del North Yorkshire, dove Gavin Harding, trentanovenne con disabilità intellettiva, è stato recentemente eletto sindaco, con un programma basato sulla sicurezza, la promozione del commercio e l’attenzione ai giovani. Succederà un giorno anche nel nostro Paese, senza essere considerato come un “fatto eccezionale”?

Gavin Harding

Gavin Harding, che con tutta probabilità è la prima persona con disabilità intellettiva divenuta sindaco in Europa, insieme alla squadra con cui governerà la città inglese di Selby

«Non c’è niente che possa fermare le persone con difficoltà di apprendimento»: parola di Gavin Harding, trentanovenne con disabilità intellettiva che – come riferisce Ivano Abbadessa in «West – Welfare Società Territorio» – è stato recentemente eletto sindaco di Selby, cittadina inglese di 14.000 abitanti nella Contea del North Yorkshire, con un programma basato sulla sicurezza, la promozione del commercio e l’attenzione ai giovani.
Già coordinatore del Forum Nazionale inglese sulla disabilità intellettiva e collaboratore del Ministero dell’Assistenza Sociale e di quello della Salute, Harding, come scrive Abbadessa, «non ha ricevuto regali da nessuno, ma ha saputo guadagnarsi la stima e l’ammirazione dei suoi concittadini grazie alle abilità dimostrate nel corso degli anni passati in cui è stato vice-sindaco e consigliere locale».

Non ci sembra che molti organi d’informazione del nostro Paese si siano occupati di questa notizia. Eppure, è proprio in casi come questi che si dovrebbero scomodare espressioni sin troppo abusate, quali “fatto storico” e “cambiamento sociale”, allo stesso modo di quando avevamo raccontato la storia del professor Pablo Pineda, persona con sindrome di Down e docente di Educazione Speciale all’Università di Malaga o, sempre in Spagna, di Ángela Covadonga Bachiller Guerra, giovane donna con sindrome di Down, consigliera comunale a Valladolid.
«C’è da scommettere – scrive Abbadessa – che il successo di Harding sarà d’ispirazione per altri disabili intellettivi affinché si impegnino in prima fila nella politica». È anche il nostro augurio e la speranza che un giorno, chissà, accada anche in Italia e non venga nemmeno più considerato come un “fatto eccezionale”. (S.B.)

Ringraziamo Simona Lancioni per la segnalazione.

Per ulteriori approfondimenti, consultare anche i siti del Consiglio Comunale di Selby (Gran Bretagna) e quello di «The YorkPress».

Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità
Articolo 29: Partecipazione alla vita politica e pubblica

Gli Stati Parti garantiscono alle persone con disabilità il godimento dei diritti politici e la possibilità di esercitarli su base di uguaglianza con gli altri, e si impegnano a:
(a) garantire che le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla vita politica e pubblica su base di uguaglianza con gli altri, direttamente o attraverso rappresentanti liberamente scelti, compreso il diritto e la possibilità per le persone con disabilità di votare ed essere elette, tra l’altro:
(i) assicurando che le procedure, le strutture ed i materiali elettorali siano appropriati, accessibili e di facile comprensione e utilizzo;
(ii) proteggendo il diritto delle persone con disabilità a votare tramite scrutinio segreto, senza intimidazioni, in elezioni ed in referendum popolari, e a candidarsi alle elezioni, ad esercitare effettivamente i mandati elettivi e svolgere tutte le funzioni pubbliche a tutti i livelli di governo, agevolando, ove appropriato, il ricorso a tecnologie nuove e di supporto;
(iii) garantendo la libera espressione della volontà delle persone con disabilità come elettori e a questo scopo, ove necessario, su loro richiesta, autorizzandole a farsi assistere da una persona di loro scelta per votare.

(b) promuovere attivamente un ambiente in cui le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla conduzione degli affari pubblici, senza discriminazione e su base di uguaglianza con gli altri, e incoraggiare la loro partecipazione alla vita pubblica, in particolare attraverso:
(i) la partecipazione ad associazioni e organizzazioni non governative impegnate nella vita pubblica e politica del paese e alle attività e all’amministrazione dei partiti politici;
(ii) la costituzione di organizzazioni di persone con disabilità e l’adesione alle stesse al fine di rappresentarle a livello internazionale, nazionale, regionale e locale.

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