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Incontinenza: parlarne sempre con il medico

Gocce che cadono nell'acqua (rappresenta l'incontinenza)In occasione della Giornata Nazionale per la Prevenzione e la Cura dell’Incontinenza Urinaria del 28 giugno scorso – evento del quale il nostro giornale si è già ampiamente occupato nella scorsa settimana – ricercatori, medici, associazioni di pazienti e aziende si sono confrontati a Bari su come risolvere i disturbi funzionali del basso apparato urinario, sintomi molto comuni, primo fra tutti l’incontinenza, che arrivano soprattutto con l’avanzare dell’età, provocando spesso un devastante impatto sulla qualità della vita.
È avvenuto nel corso del XXXIX Congresso Nazionale della SIUD (Società Italiana di Urodinamica), coinciso anche con il XIII Congresso di Fisioterapisti, Infermiere e Ostetriche impegnati sulle medesime tematiche.

Dalla tre giorni in Puglia è emersa la grande disinformazione riguardante il “problema incontinenza” nei pazienti. Il primo passo è certamente quello di parlarne con il medico. «La cosa che colpisce di più – ha dichiarato in tal senso Enrico Finazzi Agrò, professore associato di Urologia all’Università di Roma Tor Vergata, responsabile dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Urologia Funzionale al Policlinico Tor Vergata e vicepresidente della SIUD – è la disinformazione. Molti pazienti non si recano dal medico. Eppure potrebbero essere curati efficacemente!».
«Quando si va troppo spesso a urinare – ha aggiunto Giulio Del Popolo, direttore della Neurourologia all’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze e presidente della SIUD – o si perde urina con sensazione di urgenza o dopo un colpo di tosse, questi sono i primi campanelli d’allarme. La diagnosi e il trattamento precoce, dalla riabilitazione ai farmaci, dalla tossina botulinica al pace-maker vescicale o alla chirurgia, consentono la risoluzione del problema».

Si stima che oggi in Italia siano circa cinque milioni le persone con un problema di continenza. Il 60% di esse sono donne e anche per questo, a Bari, ampio spazio, da parte della FIC (Federazione Italiana Continenza), è stato dato alla medicina di genere, spiegando che mentre nell’uomo l’incontinenza da sforzo è spesso secondaria a chirurgia sulla prostata (soprattutto chirurgia radicale per tumore), nella donna, invece, contribuiscono alla genesi dell’incontinenza danni che possono verificarsi durante la gravidanza e soprattutto con il parto. Spesso, però, l’incontinenza compare con la menopausa.
Anche la vescica iperattiva è più frequente nelle donne. «Non bisogna averne vergogna», ha dichiarato al congresso Flavia Franconi, assessore alle Politiche per la Persona e vicepresidente della Regione Basilicata, ma anche farmacologa ed esperta in medicina di genere. «Oggi – ha sottolineato – siamo davanti a un fattore sociale: le donne non confessano questo problema neanche al loro medico e lo fanno per vergogna. Bisogna parlarne, altrimenti il problema rimane sconosciuto all’opinione pubblica e alle Istituzioni».
La gravidanza e il parto creano molti disturbi al pavimento pelvico, che si stima colpiscano una donna ogni tre parti. È consigliato dunque fare un controllo dopo due-tre mesi dal parto, per valutare le eventuali disfunzioni.
A tale scopo, la SIUD ha creato uno strumento dall’approccio innovativo e utile a tutte le donne nei mesi seguenti al parto: la SIUD PPD CARD, ovvero la “Carta delle Disfunzioni Pelviche dopo il Parto”. Si tratta di un questionario, accessibile anche online nel sito della Società, da compilare al momento della dimissione dal punto nascita e successivamente a tre, sei e dodici mesi dal parto. Ciò consentirà di arrivare a un censimento, per rilevare la presenza di problematiche in area pelvica e focalizzare eventuali interventi soprattutto di tipo preventivo e riabilitativo.
In più, per prevenire i disturbi al pavimento pelvico, gli esperti della SIUD consigliano di effettuare sempre una ginnastica riabilitativa durante il corso pre-parto.
Un ampio approfondimento, quindi, è stato dedicato alle terapie, sottolineando che oggi l’incontinenza urinaria può essere trattata con successo, spesso attraverso la combinazione di diversi approcci, da quello riabilitativa a quello farmacologico, fino a quello chirurgico.

Sempre al Congresso della SIUD, è stata presentata anche una App denominata UroNote, primo “diario minzionale” per dispositivi mobili, un’applicazione con cui la persona potrà ogni giorno annotare l’ora delle varie minzioni e la quantità di urina emessa o le perdite, e mandare il report per posta elettronica al proprio urologo. UroNote è disponibile per iPhone/iPad e per dispositivi Android.

Per quanto riguarda infine le Associazioni dei pazienti, anch’esse sono intervenute a Bari, come la FINCO (Federazione Italiana Incontinenti, oggi nota come FINCOPP, la Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico, aderente alla FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), denunciando l’assoluto anacronismo del Nomenclatore Tariffario delle Protesi e degli Ausili e puntando l’attenzione anche sui nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), che ancora devono entrare in vigore, ma che dovrebbero essere già rivisti, perché in essi non sono inserite le prestazioni di riabilitazione, cosicché ai pazienti non è garantito questo diritto se non in forma privata.

E concludiamo con un’altra iniziativa certamente degna di nota, avviata dall’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), sempre in occasione della Giornata dell’Incontinenza del 28 giugno.
Anche nella sclerosi multipla, infatti, sono molto frequenti i disturbi urinari, con un impatto significativo sulla vita quotidiana, anche a livello psicologico. A tal proposito, dunque, l’AISM ha reso disponibile nel proprio sito una videoguida (video tutorial) sul problema, per illustrare questo tipo di sintomi e consigliare come gestirli al meglio. (B.E. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Barbara Erba (barbara erba@gmail.com).

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