Assistente alla comunicazione? Nemmeno a spese mie!

«Ogni anno – scrive Giovanni Romano – devo fare ricorso al TAR della Sicilia, per avere garantita a scuola la fondamentale figura dell’assistente alla comunicazione per mio figlio con autismo. In tal modo, però, anche questa volta arriverà solo ad anno scolastico inoltrato. Nell’attesa, quindi, per garantire mio figlio, ho chiesto il permesso di fare entrare questa figura in classe a mie spese. L’autorizzazione è arrivata, ma per un orario del tutto limitato»

Bimbo alla lavagna con aria corrucciataCome ogni anno è iniziata la scuola e sono iniziati i problemi. Infatti, ancora una volta, il Comune di Palermo si è puntualmente scordato dell’esistenza di una figura chiamata assistente alla comunicazione, che spetta ai sensi della Legge 104/92 alle persone con disabilità grave e che dovrebbe essere presente in classe insieme all’insegnante di sostegno già dal primo giorno di scuola.
Questa figura è importantissima ai fini dell’integrazione e dell’apprendimento dei bimbi disabili autistici, poiché specializzata in autismo e quindi figura super professionale.
Ogni anno sono costretto a fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia, per avere garantita questa figura, anche se ciò non avverrà prima del mese di dicembre o gennaio, ovvero ad anno scolastico inoltrato.

Pure quest’anno sarà così e quindi, per garantire mio figlio nell’attesa, ho chiesto al Dirigente Scolastico il permesso di fare entrare questa figura in classe a mie spese, coprendo quindi sia il lato assicurativo che quello economico. La risposta è arrivata nei giorni scorsi, dopo un mese di attesa: «Si autorizza, solo a partire dalla quarta ora»! Per me un’ulteriore conferma, questa, che la figura dell’assistente alla comunicazione è vista come un “intruso” e una “minaccia per i professori”! Mio figlio, tra l’altro, frequenta solo per quattro ore al giorno per cinque giorni.

Non solo il Comune, dunque, mi ha abbandonato, ma anche la scuola! Non potere garantire i proprio figli con disabilità nemmeno a spese proprie è semplicemente una vergogna. La scuola dell’obbligo per mio figlio diventa a pagamento, ma nemmeno pagando vengono garantiti i diritti che spettano a chi è già svantaggiato. Già nel 2014 il Dirigente mi disse che «la scuola non è un ospedale dove girano psicologi per le classi» e quest’anno non potrò dare a mio figlio quelle chance che gli spettano di diritto.
Cosa deve fare, dunque, un genitore, di fronte a un tale ostruzionismo da parte delle Istituzioni, e anche di quelle scolastiche?

Genitore di un tredicenne con autismo.

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