Giusto premiare Mantova, ma la cultura dev’essere per tutti!

Bene Mantova “Capitale Italiana della Cultura per il 2016”, città che è realmente un vero gioiello di arte e storia, e tuttavia la cultura dev’essere sempre per tutti, ciò che invece non sembra proprio accadere per un’importante mostra di pittura, come denunciano due donne con disabilità motoria in carrozzina

Mantova, Palazzo della Ragione

Palazzo della Ragione a Mantova, che ospita la mostra di Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi

Poco più di una decina di giorni fa, il ministro Dario Franceschini ha proclamato Mantova Capitale Italiana della Cultura per il 2016, un riconoscimento meritato, in quanto la città virgiliana è certamente un piccolo gioiello di storia e cultura. E tuttavia…
Tuttavia la cultura dev’essere accessibile a tutti, ciò che invece non sembra proprio accadere per uno degli eventi di questo periodo, vale a dire il Museo della Follia di Palazzo della Ragione, esposizione di centonovanta opere di Antonio Ligabue e di trentasette di Pietro Ghizzardi, «rappresentanti del ’900 mediopadano – come si legge nella presentazione – che con aria allucinata, senso della natura, adesione a un’umanità al limite della sopravvivenza materiale e spirituale, sono stati capaci di una strenua lotta, anche quando appariva perduta nelle nebbie della follia».

Una mostra, quindi, decisamente interessante, aperta sino alla fine dell’anno, che giustamente ha attirato l’attenzione di due donne con disabilità motoria in carrozzina, Fulvia Reggiani e Rossana Roli. Sono proprio loro stesse, però, a denunciare indignate che quell’esposizione per loro è inaccessibile. «Per accedervi – ha scritto infatti Reggiani nella sua pagina Facebook – ci sono ben 41 gradini con la possibilità di superarli con un “attrezzo” cingolato che, però, carica solo carrozzine leggere e solo manuali (non elettriche). Ora, al di là che una Legge Nazionale [DPR 503/96, N.d.R.] prevede che “i luoghi pubblici debbano essere privi di barriere architettoniche”, mi chiedo come si possa pensare di allestire una mostra così importante in un locale con 41 gradini non superabili da molte persone, non solo disabili». «Inoltre – aggiunge – è stato imposto alle impiegate della biglietteria di accompagnare le persone in carrozzina, con questo attrezzo cingolato, non sicuro e a rischio di incidenti. Possibile che nel 2015 si debba, noi disabili, ancora lottare per avere pari dignità e opportunità rispetto al resto della popolazione? Possibile che ancora oggi ci siano queste discriminazioni?».
Possiamo dunque sperare che il riconoscimento conferito a Mantova per il 2016 verrà sempre onorato, almeno nel prossimo anno, anche dal punto di vista dell’accessibilità? (S.B.)

Ringraziamo Oriana Fioccone per la segnalazione.

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