Cani guida: troppi albergatori trascurano ancora le leggi

Ma un recente videoservizio, promosso da Simona Zanella dell’Associazione Blindsight Project e diffuso nel sito del «Fatto Quotidiano», che ha documentato appunto il comportamento di numerosi albergatori di Milano, di fronte al cane guida della persona con disabilità visiva, sembra avere decisamente lasciato il segno, a giudicare dalle reazioni delle associazioni di settore

Cane guidaHa decisamente lasciato il segno il videoservizio diffuso qualche giorno fa dal sito del «Fatto Quotidiano», almeno a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate alla medesima testata da Ciro Pascale, direttore dell’Associazione Albergatori della Città Metropolitana di Milano, aderente a Confesercenti. «Quando ho visto quelle immagini – ha detto infatti – mi si è accapponata la pelle. Non è una bazzecola. Stiamo parlando del 10% degli alberghi, un dato preoccupante, per questo ci siamo fatti subito carico della segnalazione e abbiamo voluto sensibilizzare tutti gli albergatori della città tramite una comunicazione mirata, sperando che non ricapiti più in futuro».
Ma di che cosa si tratta? Di una questione che purtroppo siamo spesso costretti a trattare nel nostro giornale, ovvero del diniego da parte di molti esercizi pubblici a fare accedere nei propri locali i cani guida che accompagnano le persone non vedenti o ipovedenti, nonostante, com’è ben noto, vi sia una norma di oltre quarant’anni – la Legge 37/74, aggiornata successivamente dalla Legge 60/06 – secondo la quale «il cieco con il cane guida può entrare in tutti i luoghi aperti al pubblico».

Protagonista del videoservizio proposto dal «Fatto Quotidiano» è Simona Zanella dell’Associazione Blindsight Project – impegnata a vari livelli per l’inclusione delle persone con disabilità, e in particolare di quelle con disabilità visiva – che ha documentato appunto i numerosi rifiuti da altrettanti alberghi – a una o a quattro stelle, poco cambia – o le “concessioni” talora ancor più umilianti, all’insegna di frasi come «se proprio insiste lo facciamo entrare, ma lo tenga sul balcone», «il cane non potrà uscire dalla camera e in nessun caso accedere al ristorante con gli altri ospiti», o anche parlando di costi maggiorati «per la sanificazione della stanza».

Ma le reazioni non sono mancate nemmeno al di fuori di Milano. «Se questo accade nella città metropolitana più europea che abbiamo – ha ammesso infatti Giorgio Palmucci, presidente di Confindustria Alberghi – figurarsi altrove!». «Confesso – ha aggiunto poi – che sono rimasto molto scosso dalle immagini e dalla vicenda documentata dal “Fatto Quotidiano”, perché mai avrei immaginato che una categoria che dovrebbe avere l’ospitalità come stella polare del proprio lavoro si potesse macchiare di violazioni così palesi e grossolane al diritto soggettivo dell’utenza più debole. Basterebbe il buon senso per capire che le resistenze ad accogliere i cani guida sono l’antitesi del ruolo e del mestiere dell’albergatore».
«Tra pochi giorni – è l’impegno assunto da Palmucci – ci sarà un direttivo e promuoverò una comunicazione di richiamo diretta a tutti i 2.500 nostri soci (70.000 camere), perché non sia più lecito trincerarsi dietro i “non sapevo”. La legge non ammette ignoranza. E cercheremo di portare il tema anche al tavolo sulla disabilità istituito presso il Ministero del Turismo cui la nostra Associazione siede. Anche da lì deve venire un segnale forte per diffondere una cultura piena dei diritti dei non vedenti che invito a segnalare direttamente a noi condotte come quelle che ho visto. Sarà la nostra Associazione a farsi carico di “sensibilizzare” chi di dovere a tenere comportamenti corretti e pienamente conformi alla legge». (S.B.)

Ringraziamo Massimiliano Bellini per la collaborazione.

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