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E subito arriva l’Interrogazione su quei 120 milioni

Giulia Di Vita

La deputata Giulia Di Vita

«Comunque vada sapremo finalmente, magari grazie a un Parlamentare che voglia porre un’Interrogazione al Ministro delle Politiche Sociali, che cosa sia effettivamente tornato, al di là dei toni ora trionfalistici ora mesti dell’INPS, alle persone con disabilità. Oppure se era stato tutto uno scherzo…»: così aveva concluso su queste pagine Carlo Giacobini, denunciando la scorsa settimana la questione riguardante quegli oltre 450.000 accertamenti sulle persone con disabilità, nel triennio 2013-2015, i cui proventi, valutati in circa 120 milioni di euro per un triennio, avrebbero dovuto andare al Fondo per le Non Autosufficienze, come chiaramente scritto nella Legge di Stabilità per il 2013 (Legge 228/12). «Sempre che ci siano per davvero – aveva aggiunto Giacobini – quei soldi devono tornare alle persone con disabilità, non solo perché l’ha promesso il Legislatore, ma anche come forma di tardiva compensazione morale ai disagi e allo stigma che a causa di quei controlli migliaia di vere persone con disabilità hanno patito».

Ebbene, è proprio il caso di dire “messaggio ricevuto”! Con particolare piacere, infatti, registriamo che subito dopo quel nostro editoriale, la deputata Giulia Di Vita ha presentato un’Interrogazione Parlamentare diretta al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, riprendendo puntualmente tutti gli argomenti trattati dal nostro giornale.
In particolare Di Vita ha chiesto al Ministero «se possa indicare con esattezza le risorse eventualmente derivate dall’attuazione dell’articolo 1, comma 109, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità 2013), nonché quali di tali risorse, come previsto dal medesimo comma, siano state opportunamente versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate all’apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, incrementando così il fondo per le non auto sufficienze di cui all’articolo 1, comma 1264, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sino alla concorrenza di 40 milioni di euro, e per quali annualità». (S.B.)

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