Un “ponte” per le attività delle persone con distrofia

Si chiama infatti proprio “BRIDGE” (“ponte”), il progetto che vede la UILDM di Lecco (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) al fianco di prestigiosi partner della tecnologia e della scienza, con l’obiettivo di realizzare un braccio robotico che permetta alle persone con una malattia neuromuscolare come la distrofia di svolgere le attività quotidiane, ponendo particolare attenzione al controllo da parte dell’utente, in funzione delle sue personali capacità residue

Giovane affetto da distrofia muscolare di Duchenne

Un giovane affetto da una malattia neuromuscolare (distrofia muscolare di Duchenne)

«BRIDGE è un progetto di ricerca che mira a innovare la tecnologia esistente, al fine di incrementare l’autonomia e la qualità della vita di persone con malattie neuromuscolari, aiutandole a realizzare attività quotidiane in maniera indipendente, attraverso un braccio robotico attivato dalle persone stesse»: a parlare è Gerolamo Fontana, presidente della UILDM di Lecco (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), riferendosi al Progetto BRIDGE (acronimo derivante dai termini inglesi Behavioural Reaching Interfaces during Daily antiGravity Activities through upper limb Esoskeleton), recentemente trasmesso dalla Provincia di Lecco alla Fondazione Cariplo, che ne ha approvato il finanziamento.

L’obiettivo, come accennato, è quello di realizzare un braccio robotico che permetta alle persone con una malattia neuromuscolare di svolgere le attività quotidiane, il tutto nato in realtà da un preesistente prototipo di esoscheletro robotizzato, messo a disposizione dalla TUW (Technical University of Vienna), che dovrà ora essere implementato con alcune caratteristiche aggiuntive, ponendo particolare attenzione al controllo da parte dell’utente, che in funzione della capacità residua dipendente dal livello di severità della patologia, potrà scegliere la modalità di azionamento tra le diverse alternative (joystick, sguardo oppure voce).
Capofila di BRIDGE è proprio la UILDM di Lecco, che si avvale della collaborazione dell’Associazione Univerlecco, e di alcuni prestigiosi partner, vale a dire il Polo Territoriale di Lecco del Politecnico di Milano e l’Unità di Lecco del CNR ITIA (Istituto di Tecnologie Industriali e Automazione), uno dei sette istituti che costituiscono il Polo della Ricerca del CNR nella città lombarda. Il supporto scientifico arriva invece dai Centri Clinici IRCCS Medea di Bosisio Parini e dall’Ospedale Valduce-Villa Beretta di Costa Masnaga.

«Al fine di migliorare la qualità della vita delle persone con una malattia neuromuscolare – spiega Gerolamo Fontana – abbiamo presentato le nostre esigenze e necessità al Sistema Lecco: Ricerca, Innovazione e Alta Formazione, rete coordinata dall’Associazione Univerlecco, che da oltre dieci anni promuove azioni sinergiche di ricerca e innovazione sul territorio lecchese, in particolare sui temi della riabilitazione. Da tali attività e da quelle dei partner del LILL (Lecco Innovation Living Lab), è nata quindi una collaborazione di lungo periodo, basata su più progetti modulari, tra cui appunto BRIDGE, per dare vita a un ambizioso percorso complessivo». (S.B.)

Ringraziamo l’Ufficio Stampa della UILDM Nazionale per la collaborazione.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: uildm.lecco@alice.it.

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