Si definisce “narratore di storie” e nel suo ultimo libro, I versi della carrozzella, le parole si colorano di tutte le tinte dell’animo umano, sapendo diventare pugni nello stomaco o balsamo da stendere su graffi e ferite. Le ferite sono quelle inferte da una società che troppo spesso si rivela incapace di vedere, di guardare davvero un essere umano negli occhi, riconoscendogli il pieno diritto di essere nel mondo.
Dopo il suo romanzo d’esordio (All’ombra della grande fabbrica), Gennaro Morra torna dunque a scuotere la coscienza dei lettori con una nuova impresa letteraria, dimostrando come la poesia possa rivelarsi, ieri come oggi, un potente strumento di protesta civile.
I versi della carrozzella strizza l’occhio, nel titolo, al celebre romanzo e all’omonimo film I diari della motocicletta, in cui si narra la vicenda umana di Ernesto “Che” Guevara, prima che diventi il martire rivoluzionario consegnato alla storia e alla memoria dei posteri. Un Che appassionato e “umano, troppo umano”.
Parimenti Morra, scrittore affetto dalla nascita da tetraparesi spastica, cresciuto all’ombra delle ciminiere dell’Italsider, che ammorbavano l’aria di Cavalleggeri, grande rione popolare napoletano, fa i conti senza falsi moralismi e, con coraggio, con i propri “mostri”: li sfida e ne esce vincitore.
«Questa raccolta di poesie – dichiara – è una sorta di diario in versi, un viaggio negli ultimi vent’anni di vita. Ne viene fuori una visione del modo un po’ diversa, diretta conseguenza della mia condizione di disabilità, che mi costringe a vivere quasi tutto il tempo su una sedia a rotelle. Passione, ironia, rabbia e amore costruiscono la cornice portante su cui poggia la mia tela poetica. In essa sarà possibile scoprire sfumature nuove, oppure realizzare che certi sentimenti sono vissuti alla stessa maniera, anche se si ha l’anima imprigionata in un corpo che non obbedisce come dovrebbe ai comandi del cervello».
I versi della carrozzella verranno presentati nel pomeriggio di oggi, 3 marzo, a Napoli, alla presenza dell’Autore, presso il Sottopalco del Teatro Bellini (Via Conte di Ruvo, 14, ore 18), nel corso di una serata all’insegna di un’unica “parola d’ordine”: poesia.
Vi parteciperanno, moderati dalla giornalista Cristina Abbrunzo, il noto attore e scrittore Peppe Lanzetta, il cantautore e autore della prefazione del libro, Francesco di Bella, ex leader dei 24 Grana, e il giornalista Espedito Pistone. Dal canto suo l’attrice Mariella Lanzetta leggerà alcune poesie e un racconto, mentre a curare gli interventi musicali sarà il gruppo degli InternoZero.
Degna di nota è anche la sede scelta per l’incontro: il Sottopalco, infatti, è il più grande caffè letterario del Sud, ospitato all’interno del Teatro Bellini di Napoli. Si tratta di uno spazio che si propone come punto d’incontro tra vari linguaggi espressivi, aperto alle voci portatrici di una ventata di innovazione e coraggio, all’insegna dell’indipendenza di pensiero ed azione, nato dal sodalizio tra la casa editrice di Scampia, Marotta&Cafiero editori, e la direzione del Bellini. Uno spazio in cui gli organizzatori hanno deciso di “volare alto”, dando ospitalità ai vari volti della solidarietà e a tutti coloro che “escono fuori dal coro”. (Tania Sabatino)
Per immergersi in anteprima nelle suggestioni dei Versi della carrozzella di Gennaro Morra, è possibile accedere a uno specifico link. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@gennaromorra.com; taniasabatino@gmail.com.
Scampoli di vita di Gennaro Morra
Gennaro Morra nasce nel 1972 a Napoli nel rione operaio di Cavalleggeri, al confine tra i quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta. Ben presto la forza della scrittura irrompe nella sua vita, rivelandogli la possibilità di condividere esperienze ed emozioni, narrando gli eventi del suo tempo e raccontandosi.
Forte del successo del suo romanzo d’esordio (All’ombra della grande fabbrica), arriva ora a questo suo libro di poesie (I versi della carrozzella), dopo una lunga gestazione durata ben sei anni, in cui ha lasciato decantare dentro e fuori di sé frammenti di esperienze umane e artistiche.
La parola affascina Gennaro al pari delle note. Nascono infatti da ciò così le collaborazioni con gruppi come le Delirious Luminal, i Knockout e i Sula Ventrebianco.
Nel 2013 sale sul podio al secondo posto con il racconto erotico Oggetto nelle sue mani, nell’àmbito del concorso Ame Erotique. Nel 2014 arriva secondo, con il breve testo Senza parole, al concorso letterario di short stories Storie di caffè, organizzato da Mondadori in collaborazione con Autogrill.
Il 2015 per Gennaro è un anno nevralgico: infatti, oltre a concludere la stesura della sua raccolta di poesie, vince il primo premio nella seconda edizione del concorso Urlo e non mi senti, organizzato dall’Associazione Uniti per… di Marcianise (Caserta), con lo scritto Il miracolo, e il premio letterario Michele Sovente, promosso dall’Associazione Il Diario del Viaggiatore di Bacoli (Napoli), con il racconto Un inatteso scorcio d’estate.
Impegnato socialmente, partecipa per tre anni consecutivi al memorial La guerra di tutti, dedicato a Lino Romano, giovane operaio ucciso brutalmente dalla camorra. A lui Gennaro dedica tre intensi racconti. Dal primo racconto, che dà il nome all’intera manifestazione, è stato tratto anche un cortometraggio, interpretato da Arduino Speranza, per la regia di Alessandro Derviso. (T.S.)