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Sempre al centro chi è più fragile e chi vive un disagio

Gruppo di bambini che corrono sul viale di un parcoIn collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Porcari (Lucca), la Delegazione Zonale APICI (Associazioni Provinciali Invalidi Civili e Cittadini Anziani)-Servizio Punto Handy di Altopascio (Lucca) ha promosso il progetto denominato Campus estivo a scuola – Divertiamoci a imparare, che si protrarrà dal 21 giugno al 15 luglio (tutti i martedì e i venerdì, dalle 9 alle 13), con l’obiettivo di valorizzare il periodo estivo, dando continuità didattica all’allievo, unendo però l’utile al dilettevole, attraverso una serie di attività che riguardano il recupero delle singole materie scolastiche, laboratori, sport e gioco strutturato. Il tutto per offrire momenti di crescita personale, attraverso la formazione di piccoli e grandi gruppi di lavoro, in modo tale da permettere non solo un recupero individuale, ma anche il consolidamento di nuove relazioni con nuovi compagni.

Per capire meglio di cosa esattamente si tratta, cediamo la parola a Francesca Pieretti, presidente di Punto Handy: «Innanzitutto l’idea della nostra Associazione di proporre un tale progetto – spiega – nasce da un monitoraggio territoriale, dove abbiamo evidenziato che spesso capita che le famiglie, per vari motivi, si trovino in difficoltà nel fare svolgere ai propri figli i compiti, e/o attività aggregative nel periodo estivo; e le cause di tali difficoltà spesso sono molteplici: famiglie di madre lingua diversa da quella italiana, famiglie di bambini che presentano disturbi specifici dell’apprendimento dovuto a deficit intellettivo e/o socio-culturale o socio-economico. Totalmente gratuito, il campus estivo si rivolge alle classi quarta e quinta della scuola primaria, e a quelle di 1° grado della scuola secondaria, ed è realizzato presso gli edifici scolastici dell’Istituto Comprensivo di Porcari, prevedendo l’impiego di personale qualificato e adeguato per la realizzazione dell’iniziativa».
Si tratta esattamente, come ricorda Pieretti, «della psicologa Gaelle Sara Pontrandolfo, della logopedista Chiara Deledda e dell’educatrice sociale Veronica Amato, che avranno il compito di valorizzare i ragazzi nella loro unicità e specificità, e allo stesso tempo di avvicinarsi con attenzione alle variabili individuali e alle caratteristiche che contraddistinguono ogni bimbo, al loro stile cognitivo e relazionale. Particolare attenzione, inoltre, verrà prestata al modo in cui i partecipanti saranno in relazione con gli altri, con se stessi e al modo in cui gestiranno le proprie emozioni. E ancora, verrà stimolata la capacità organizzativa, la gestione del tempo, la curiosità e la sperimentazione di sé, le dinamiche collaborative e di reciproco sostegno, le capacità empatiche e propositive dei partecipanti, il senso di autostima e autoefficacia, e la creatività. In tal senso, il gruppo di lavoro sarà un elemento fondamentale nell’esperienza dei ragazzi, in quanto dovrà essere il contesto dove sperimentarsi e agire nel rispetto dell’altro, l’àmbito essenziale per la condivisione di esperienze, spazi, scelte, soluzioni di problemi e tempi. Un gruppo diverso da quello dell’esperienza quotidiana (classe, famiglia, parrocchiale ecc.), nel quale si instaureranno dinamiche relazionali nuove e provenienti da realtà eterogenee».

«L’aspetto innovativo di questa collaborazione tra la nostra Associazione e l’Istituto Comprensivo di Porcari – tiene poi a sottolineare la Presidente di Punto Handy – nasce anche in riferimento alla Legge 107/15, meglio nota come “Riforma della Buona scuola”, che tra gli obiettivi formativi prioritari individua proprio quello di valorizzare da un lato la scuola come comunità attiva e aperta al territorio, e dall’altro di collaborare con famiglie e Terzo Settore, per promuovere attività educative, ricreative, culturali, artistiche e sportive da svolgere presso gli edifici scolastici».
«Un progetto innovativo – conclude Pieretti – dove la sfida che ci poniamo ancora una volta è quella di mettere al centro dell’attività i bisogni di chi vive un disagio e, quindi, il superamento di uno svantaggio sociale, e di chi vive in una condizione di maggiore fragilità e difficoltà personale e sociale». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: puntohandy@gmail.com.

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