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Le Marche e l’utilizzo (improprio) di quel Fondo

Dito puntato«Nel 2015 la Regione Marche, come più volte da noi denunciato, nel silenzio omissivo di troppi, ha destinato 7,4 degli 11,34 milioni relativi al Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze, al finanziamento del personale degli Ambiti Territoriali e non a interventi e servizi per le persone non autosufficienti, come prevede e obbliga il Decreto di Riparto del Fondo stesso».
Lo si legge in una nota diffusa dalla Campagna Regionale delle Marche Trasparenza e diritti, cui aderiscono oltre trenta organizzazioni del Terzo Settore (volontariato, utenti, operatori, cooperazione) e che prende spunto, in questo caso, da una denuncia dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), ripresa nei giorni scorsi da numerose testate locali, secondo cui le circa centocinquanta persone delle Marche malate di SLA non ricevono più da sei mesi quanto loro spetta mensilmente, in base appunto al Fondo per le Non Autosufficienze.

«Il comunicato dell’AISLA – viene sottolineato in tal senso da Trasparenza e diritti – fa riferimento a fondi del 2015, che le Regioni (Marche comprese) hanno incassato da tempo. La Regione Marche, invece, in modo inquietante, risponde facendo riferimento al Fondo del 2016 e al fatto che per quest’ultimo non sia ancora stato definito il criterio di riparto. Per questo, dunque, riteniamo fondamentale porre l’attenzione sull’utilizzo improprio del Fondo 2015, questione su cui abbiamo più volte sollecitato a intervenire il Ministero del Welfare, senza purtroppo avere avuto concreti riscontri».
A tal proposito diamo spazio appunto, nel box in calce, alla lettera di fine maggio, inviata congiuntamente dalla Campagna Trasparenza e diritti e dal CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela), al Ministro del Welfare e al Direttore Generale per l’Inclusione e le Politiche Sociali. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: trasparenzaediritti@gmail.com.

Lettera della Campagna Trasparenza e diritti e del CAT Marche
Al Ministro del Welfare e al Direttore Generale per l’Inclusione e le Politiche Sociali

«Lo scorso 15 dicembre, Vi abbiamo chiesto di intervenire in merito alle modalità di utilizzo da parte della Regione Marche del Fondo per le Non Autosufficienze 2015. La richiesta era motivata, allegando gli atti regionali, alla non corrispondenza dell’utilizzo del fondo con i criteri stabiliti nel Decreto di Riparto. Dalle delibere regionali (1070 e 1032/2015) si evince che circa 7 milioni di euro del Fondo, non sono stati destinati dalla Regione Marche per interventi e servizi alle persone come inequivocabilmente, dal 2015, stabilisce il Decreto di Riparto. Sono stati trasferiti agli Ambiti Territoriali, in sostituzione di un precedente fondo regionale, a sostegno dei costi del personale per la gestione degli Ambiti Territoriali Sociali.
Inequivocabile a questo proposito, quanto previsto nella citata DGR 1032, la quale prevede che parte del Fondo Nazionale sia utilizzata per funzione PUA; funzione non finanziabile con il Fondo 2015.
Bene. A seguito del nostro successivo sollecito del 15 marzo scorso, nel quale Vi ricordavamo, che (art. 5 del decreto) entro 30 giorni dal ricevimento del programma attuativo, da parte delle Regioni, il Ministero valuta la coerenza con le finalità di cui all’articolo 2, procedendo successivamente “alla erogazione delle risorse spettanti a ciascuna Regione”, il 22 marzo, vi siete limitati a rispondere di aver chiesto chiarimenti alla Regione Marche.
Evitiamo di prenderci in giro. Noi vi abbiamo chiesto di intervenire (come abbiamo visto è una vostra prerogativa, tanto che siete autorizzati nel caso ci sia discrepanza tra indicazione del Decreto e utilizzo regionale a non trasferire i fondi) perché riteniamo che la Regione Marche abbia utilizzato parte del Fondo 2015 per funzioni non previste e dunque non finanziabili.
Il punto dunque è un altro. E su questo vi chiediamo una chiara risposta. Dovete dirci, Voi e non altri, se sulla base degli atti regionale, è legittima la modalità con cui la nostra Regione ha utilizzato il Fondo 2015 e se conseguentemente avete trasferito i fondi.
Se lo avete ritenuto legittimo, avete il dovere di rispondere alle nostre obiezioni; se no, di darcene comunicazione. Crediamo che ciò risponda ad una minima esigenza di rispetto nei confronti di associazioni che quotidianamente si confrontano con i problemi che vivono le persone non autosufficienti ed i loro nuclei familiari.
Vorremmo, in conclusione, affinché sia ben chiaro il senso di questo nostra richiesta, indicare il dato marchigiano, riferito ai soli ultra65enni non autosufficienti beneficiari di indennità di accompagnamento (criterio di ammissione alla graduatoria per assegni di cura finanziati con il fondo nazionale). Sono circa 42.000 quelli (con indennità di accompagnamento) che vivono a casa. L’assegno di cura viene fruito da circa 2.000 persone (circa il 5%). Possiamo permetterci che i pochi fondi che transitano per il Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze venga utilizzato per altre funzioni? Che ciò non accada è una responsabilità che dovete assumervi e che non potete delegare ad altri.
Restiamo in attesa di risposta e vorremmo leggere un testo privo di ambiguità.

27 maggio 2016

Campagna Trasparenza e diritti
CAT Marche (Comitato Associazioni Tutela)».

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