Niente più alibi per i Comuni delle Marche

Di fronte a una Regione Marche che nei giorni scorsi ha quasi raddoppiato i finanziamenti storicamente assegnati ai Comuni per gli interventi rivolti alle persone con disabilità, per supportare inserimenti lavorativi (tirocini), interventi di assistenza domiciliare e per l’integrazione scolastica, «i Comuni stessi – dichiarano dalla Campagna Regionale “Trasparenza e diritti” – devono comportarsi di conseguenza e in particolare devono rapidamente rivedere le proprie decisioni quelli che nel 2015 e 2016 hanno ridotto o non più attivato i servizi»

Particolare di uomo in carrozzina che stringe la ruota della stessaCome informa in una nota Trasparenza e diritti – Campagna Regionale delle Marche cui aderiscono oltre trenta organizzazioni del Terzo Settore (volontariato, utenti, operatori, cooperazione) – tramite la recente Delibera n. 1108 del 19 settembre scorso, che attende ora il parere del Consiglio per le Autonomie Locali, la Regione Marche ha raddoppiato i finanziamenti che storicamente venivano assegnati ai Comuni per gli interventi rivolti alle persone con disabilità. Il contributo regionale per il 2016 è pari dunque a circa 11,8 milioni di euro (6 in più rispetto allo scorso anno) e finanzierà inserimenti lavorativi (tirocini) e interventi di assistenza domiciliare e per l’integrazione scolastica.

«Per quanto riguarda gli inserimenti lavorativi – spiegano nel dettaglio da Trasparenza e diritti – verrà finanziato il 90% del costo dei tirocini formativi e di inclusione sociale. Per i primi l’indennità stabilita è di 350 euro, per i secondi di 180. Il costo a carico dei Comuni sarà quindi del 10% dell’assegno mensile per ciascun tirocinante. Ai Comuni spetta per altro il rispetto delle quote stabilite – in molti casi oggi più basse – per le quali, come detto, riceveranno dalla Regione il 90% dell’assegno (315 e 162 euro). Il restante finanziamento, che si può supporre doppio rispetto a quello degli anni precedenti, sosterrà i Comuni per gli interventi di sostegno alla domiciliarità e per l’integrazione scolastica».
«A questa scelta regionale estremamente importante – sottolineano a questo punto da Trasparenza e diritti – deve ora corrispondere un adeguato comportamento da parte dei Comuni e in tal senso invitiamo le Amministrazioni Comunali che nel 2015 e 2016 abbiano ridotto o non attivato i servizi, a rivedere le proprie decisioni, rispettando le indicazioni previste nei Piani Educativi Individualizzati».

«In continuità con questo provvedimento – prosegue poi la nota, rivolgendosi in questo caso alla Regione – auspichiamo e ci attendiamo dalla Regione Marche la modifica delle disposizioni riguardanti i Centro Socio Educativi Riabilitativi (CSER), prevedendo nel 2016 la corresponsione del 70% della quota sanitaria per tutti gli utenti in situazione di gravità frequentanti i Centri, insieme alla contestuale revisione degli standard e delle tariffe, così come previsti nell’Accordo tra Regione ed Enti Gestori. E sempre alla Regione, infine, chiediamo ancora una volta di non procrastinare oltre l’istituzione del Fondo Solidarietà a sostegno delle rette (pari a 1.100-1.300 euro al mese) che ormai dal mese di gennaio del 2015 gravano su alcune centinaia di persone con disabilità e disturbi psichici, ricoverati presso strutture residenziali». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: trasparenzaediritti@gmail.com.

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