Il sostegno e i conti che non tornano

«Preferisco non lavorare – scrive Gennaro Iorio, docente cieco di Filosofia e Storia – piuttosto che impedire ad uno o più studenti con disabilità di avere un docente di sostegno capace di valorizzarli. Qualche collega cieco, forse, avanzerà dei dubbi e sosterrà che un cieco può fare l’insegnante di sostegno. Un cieco può forse farlo in alcuni casi, ma a noi precari viene mandata una comunicazione in cui nulla ci viene detto sui casi da seguire. Amo il mio lavoro e la mia filosofia e continuerò a vivere il paradosso di volere insegnare e nello stesso tempo essere disabile»

Aula di scuola vuotaSono le 13-30 circa e da pochi minuti ho lasciato andare via la possibilità di avere un incarico; una di quelle supplenze che se ti capitano è una fortuna, perché sono di 18 ore e perché dura sino a fine anno. Ma ho dovuto scegliere di non dare la mia disponibilità, perché ho dell’inclusione un’idea molto alta. Ho rinunciato a quello che molti colleghi e amici hanno accettato e giustamente accetteranno: la cattedra sul sostegno.
Sono un docente con una disabilità, ma questo non mi impedirebbe di prendere un incarico come insegnante di sostegno per qualsiasi disabilità. Cominciate a vedere dov’è la trappola?
Non ho le condizioni e soprattutto le competenze per svolgere questo delicato e importante ruolo. Qualcuno potrà pensare, ma qual è il problema? Il problema è che noi insegnanti siamo dei “numeri con un punteggio”: più lavori, più punti fai. Più punti hai e più lavorerai. Capite dov’è la trappola?
Conosco alcuni dei colleghi che potrebbero prendere un incarico da me rifiutato e vi assicuro che sono preparati e capaci di farlo. Però, nel momento in cui io rinuncio per una scelta etica di rispetto nei confronti della persona con disabilità che dovrei seguire, subisco un danno nella mia posizione in graduatoria e i punti che si perdono in questo “gioco perverso” non li recuperi più.
Ma preferisco non lavorare, piuttosto che impedire ad uno o più studenti con disabilità di avere un docente di sostegno capace di valorizzarli.

Ecco, il valore è qualcosa che dovremmo vedere sempre dietro i nostri studenti. Sono stato per otto anni in un Istituto per Ciechi, per anni ho avuto insegnanti di sostegno e posso dire una cosa: se è questa l’inclusione, che si riaprano presto gli istituti!
Qualche collega cieco, forse, avanzerà dei dubbi e sosterrà che un cieco può fare l’insegnante di sostegno. Un cieco può forse farlo in alcuni casi, ma dovete sapere che a noi precari viene mandata una comunicazione in cui nulla ci viene detto sui casi da seguire.
Amo il mio lavoro e la mia filosofia e continuerò a vivere il paradosso di volere insegnare e nello stesso tempo essere disabile.

Docente cieco di Filosofia e Storia.

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