Era il 28 maggio 1946 quando i primi due bambini fecero il loro ingresso nella casa di Vedano Olona (Varese) della Nostra Famiglia. Da allora, con l’obiettivo di rispondere alle richieste delle Istituzioni e dei territori di riferimento, la crescita di tale Associazione è stata esponenziale, tanto che oggi La Nostra Famiglia è presente in Italia con 29 sedi e collabora con l’OVCI (Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale) in 6 Paesi del mondo.
Nei suoi Centri vengono accolti bambini e ragazzi sia con quadri patologici di estrema gravità (stati vegetativi, pluriminorazioni), sia con situazioni meno gravi, a rischio psicopatologico o di svantaggio sociale, curandone la crescita globale, garantendo la diagnosi, la cura, l’educazione e il loro benessere e quello delle loro famiglie. In àmbito poi di riabilitazione e ricerca per la disabilità in età evolutiva, l’autorevolezza e l’eccellenza si ha grazie all’Istituto Scientifico Eugenio Medea, che affianca La Nostra Famiglia, occupandosi di attività clinica e riabilitativa, ma anche di un’approfondita attività di ricerca in neuroriabilitazione, con riferimento a una vasta gamma di patologie neurologiche e neuropsichiche dell’età dello sviluppo.
In occasione di un incontro voluto l’11 ottobre a Milano, proprio per celebrare e raccontare la propria storia (se ne legga già anche nel nostro giornale), La Nostra Famiglia ha presentato il suo primo Bilancio di Missione, «un documento – ha spiegato la presidente Luisa Minoli – attraverso il quale raccontare il lavoro svolto in quest’ultimo anno di intenso lavoro e le molteplici attività in atto nei nostri Centri e negli Ospedali di Riabilitazione, per accompagnare la vita di tanti bambini e ragazzi e delle loro famiglie. Nelle nostre 29 sedi, infatti, distribuite in 6 Regioni italiane, lavorano ogni giorno 2.442 operatori, affiancati da 330 volontari. Grazie al loro impegno, nel solo 2015 abbiamo assistito nei nostri Centri di Riabilitazione quasi 35.000 bambini e giovani, di cui 26.720 per trattamenti riabilitativi e 8.276 per visite specialistiche, e abbiamo portato avanti 95 progetti di ricerca scientifica, i cui risultati sono stati oggetto di 146 pubblicazioni».
Splendida “ciliegina sulla torta”, presentata anch’essa Milano, quella riguardante il tour nazionale intitolato INCONTRARTI. Danza Musica Pittura ed Emozioni, che arriverà nei prossimi mesi in dieci diverse città, per celebrare simbolicamente il settantesimo anniversario della Nostra Famiglia.
Due i protagonisti, vale a dire la danzatrice e pittrice Simona Atzori, le cui braccia, per riprendere una bella immagine usata dal compianto giornalista Candido Cannavò nel libro E li chiamano disabili, «erano rimaste in cielo» e il violinista Matteo Fedeli, noto anche come “l’uomo degli Stradivari”, impegnato ormai da anni a far conoscere a tutti il suono di quei meravigliosi strumenti. Insieme dunque alle ballerine Beatrice Mazzola e Mariacristina Paolini e al pianista Andrea Carcano, Atzori e Fedeli – esibitisi anche durante l’incontro di Milano – partiranno da Como (6 novembre, Teatro Sociale), toccando poi le città di Salerno (4 dicembre, Teatro Augusteo), Conegliano Veneto (18 marzo, Teatro dell’Accademia), Padova (25 marzo, Teatro ai Colli), Udine (6 aprile), Casarsa della Delizia (7 aprile, Teatro Pasolini), Milano (4 maggio, Teatro Litta), Saronno (12 maggio, Teatro Giuditta Pasta), Lecco (19 maggio, Teatro Cenacolo Francescano) e Brindisi (in data da definire).
«Questo tour – ha dichiarato Atzori – sarà un incontro tra le arti, quindi tra la danza, la pittura e la musica. Un’opportunità straordinaria, che non vedo l’ora di vivere come artista, ma anche come donna».
«Per me sarà un’esperienza affascinante – ha aggiunto Fedeli – perché in questa serie di concerti e di spettacoli uniremo le nostre arti per far vivere emozioni, per andare oltre le barriere e per parlare un linguaggio universale, che è quello della musica, del movimento della danza e della pittura. Sono convinto che queste arti coinvolgeranno il pubblico per andare oltre e per lanciare un messaggio bellissimo in grado di parlare al cuore di tutti».
«Quella della Nostra Famiglia – ha commentato Minoli – continua ad essere una storia di incontri: dal primo, nel 1937, quando il fondatore beato Luigi Monza entusiasmò al suo ideale un gruppo di giovani donne, a quello nel 1950 tra la nostra prima Presidente Zaira Spreafico e l’illustre psichiatra Eugenio Medea, che contribuì a dare dignità scientifica alla riabilitazione, fino ad arrivare ai giorni nostri: l’amicizia con Matteo e Simona e l’incontro quotidiano con tanti bambini e ragazzi e con le loro famiglie dicono che ancora oggi il nostro sogno di speranza è vivo ed è contagioso». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@lanostrafamiglia.it (Cristina Trombetti).