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Chiedere (a un disabile) è lecito, essere mandati… è facile!

Due dita che premono su altrettanti tasti, uno con il punto interrogativo, l'altro con il punto esclamativo (realizzazione grafica di Gianni Minasso)

Realizzazione grafica di Gianni Minasso

Dopo aver già parlato in questa rubrica di variazioni handy, disabili egoisti o piacioni, black bloc col joystick, epitaffi per portatori di handicap, seduzioni diversabili, dizionari del diavolo, elaborazioni del lutto in carrozzina eccetera, c’era una lacuna da colmare: la curiosità dei normodotati.
Eccomi quindi pronto a sottoporvi un compendio di domande (nella migliore delle ipotesi) banali, che spesso piovono addosso a noi, poveri disabili, da parte dei deambulanti, stuzzicati dal nostro affascinante mondo. Stenterete a crederlo, ma le seguenti richieste di informazione sono state quasi tutte poste al sottoscritto o a qualche suo fidato collega disabile (e purtroppo, nelle varie occasioni, si è potuto adottare solo una minima parte delle relative risposte teoriche riportate in questa sede).
Piccola annotazione stilistica: ho volutamente abolito i punti esclamativi perché avrei dovuto seminarli dappertutto.
Insomma, proseguendo nella lettura, i “portatori di normalità” troveranno una specie di prontuario grazie a cui scoprire i pericoli provocati dalla curiosità superficiale. Quindi mi permetto di dar loro un piccolo consiglio: limitate all’osso gli interrogativi ai “portatori di handicap”. Magari, per soddisfare la vostra sete di conoscenza, ricorrete agli amici, agli operatori sanitari, a Google o allo zio Pino, ma quando avete di fronte una carrozzina non vi azzardate più a chiedere…

Cos’è quel tubo che ti esce dalla gola? (a un tracheostomizzato)
1.
Mi serve per tracannare più velocemente il Lambrusco di cui sono ingordo.
2. È lo scarico dal quale posso espellere i fumi del nervoso che mi prende quando mi fanno queste Brassica oleracea di domande.
3. Sono il cugino di E.T. e per sopravvivere sulla Terra sono costretto a respirare vapori di gorgonzola.

Ma come fate voi disabili ad andare al gabinetto? (a uno di loro, impegnato nella spasmodica ricerca di un WC accessibile)
1.
Prima apriamo la porta del cesso e poi entriamo.
2. Scrostati immediately, se no te lo faccio vedere live.
3. È un mondo difficile / e vita intensa. / Bagni accessibili a momenti / e pupù incerta.

Perché le tazze delle toilette per i portatori di handicap hanno quel buco davanti?
1.
Perché spesso gli attributi sessuali dei maschi disabili sono di generose dimensioni.
2. Prova a digitare vuvuvù punto guardoningalera punto it.
3. Ma tu sei quello a cui hanno misurato il QI col micrometro?

È scocciante fare sempre la pipì nei pappagalli?
1.
No, basta solo fare attenzione ai colpi di becco.
2. Ho una bella notizia per te: vai tranquillo, anche l’Isis si rifiuterebbe di tagliarti la testa.
3. Come ha scritto il divino Rilke, devo aver pazienza con ogni questione irrisolta nel cuore del mio prossimo e cercar di amare le sue domande come se fossero stanze chiuse o libri scritti in un linguaggio sconosciuto. Ma poi mi viene da dirti: ma vedi d’andartene… Tu e tre quarti della palazzina tua.

Se durante la lezione ti scappa la pipì, chi ti porta in bagno? (a uno scolaro disabile)
1.
Lo Spirito Santo.
2. Chiedo all’insegnante di sostegno che non c’è, poi alla maestra che non può, poi ai bidelli che non sono addetti, poi ai miei compagni che non vogliono e intanto me la son fatta sotto, risolvendo ogni problema.
3. Non càpita mai, perché a inizio anno scolastico il Ministero dell’Istruzione mi ha finanziato un’operazione di sutura della vescica.

Ma in quelle condizioni riesci a fare sesso? (Dando uno sguardo compatito all’asimmetrico corpo di un portatore di handicap)
1.
Sì, ogni 30 febbraio.
2. Sì, quando sogno di essere abusato sessualmente dalla Fata Turchina.
3. Con tua sorella sempre.

Ma quella lì coi lineamenti esotici è la tua badante?
1.
Figurati… È la broker che gestisce le mie Blue chips.
2. No, è Charlize Theron finita sotto un’autocisterna olandese.
3. Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me. Però Kant s’è scordato del citrullo davanti a me.

Quanti chilometri all’ora fa una carrozzina?
1.
50 in città e 130 in autostrada.
2. Gli stessi di quelli fatti da un anziano gottoso inseguito da una suora col blister di Piracetam in mano.
3. Abbastanza per rincorrerti, raggiungerti e farti uscire dal triage col codice rosso.

E se per strada ti capitasse di esaurire la carica delle batterie, cosa fai?
1.
Apro la Bibbia, il Corano, la Torah e le Upanishad, sperando che qualcuno mi ascolti.
2. Telefono subito al mio elettrauto sperando di non disturbarlo troppo, visto che è a letto con tua moglie.
3. Tu mi rivolgi delle domande e io ti ascolto. Poi ti rispondo che non posso risponderti, che le risposte devi trovartele tu. E non lo dico io, ma nientepopodimeno che Walt Whitman. Ti basta?

Dove andate a comprare le carrozzine elettriche?
1.
Dal droghiere.
2. Dagli ortopedici più malleabili (tutti) che fanno a mezzo con noi nel fregare le ASL.
3. Lo vedi quel tipo laggiù con pizzetto e forcone? Mi ha appena dato una carrozzina in cambio dell’anima.

Scusa: quello lì sul cruscotto è il contrassegno per parcheggiare nei posti riservati?
1.
No, è l’abbonamento mensile al club degli scambisti.
2. No, è il tuo permesso per andar a morire ammazzato.
3. Piuttosto fammi vedere tu il tesserino da pirla che ti hanno dato per far prendere aria all’ugola.

Cos’è quella piastra che esce dal pulmino? (osservando una pedana elettrica)
1.
Un trampolino per tuffarmi in piscina con la carrozzina.
2. Un lanciarazzi Stinger. Sai, ho comprato di seconda mano il furgoncino di James Bond…
3. È la rampa dell’Enterprise, fra poco scenderanno Spock e il Capitano Kirk.

E quindi anche voi potete usare un mezzo pubblico? (a una signora in carrozzina appena salita sull’autobus)
1.
Sì, soprattutto chi vuole sperimentare le sensazioni di una pallina da flipper.
2. No, non lasciarti ingannare dalla maria che hai fumato: sono l’olografia di Wonder Woman.
3. Sì, ma solo quando dimentichiamo di far benzina alla Lamborghini Huracán.

È vero che voi disabili potete fare qualsiasi sport atletico?
1.
Sì, nel senso che per sopportare l’handicap e gli impiccioni dobbiamo farci parecchie piste.
2. Certo, come no: salto del sesso, lancio del moccolo, cento metri piano (sic), Triatelethon eccetera.
3. Maledetto Zanardi e maledette le sue imprese: stavamo così bene a far niente tutto il giorno…

Come disabile hai più facilità a trovare un posto di lavoro?
1.
No, e infatti mi tocca oziare per strada e, come adesso, incontrare ogni sorta di bietoloni.
2. Sì, soprattutto lavori di utilità sociale, come sferruzzare sciarpe per le giraffe dello zoosafari.
3. No bagonghi, almeno fino a quando non s’introdurrà la pena di morte nel quadro sanzionatorio della Legge 68/99.

Sei seguito da un’assistente sociale?
1.
Sì, ma è inutile come le previsioni meteo di un mese fa.
2. Sì, da quella a cui devo restituire 50 euro.
3. No, t’inganni. Sono io che la sto rincorrendo. E lascia solo che l’acchiappi…

Cosa sono i LEA?
1.
Livelli Essenziali di Astinenza.
2. Rovelli sostanziali dell’esistenza.
3. Una realtà, come quella del Servizio Sanitario efficiente.

È vero che sei contento di essere chiamato “Diversamente abile”?
1.
Garantito. Come avere un mazzo di ortiche nelle mutande.
2. È vero che sei contento di essere chiamato “Diversamente babbeo”?
3. Ah, e così stavi seduto sulla tazza quando hanno distribuito i cervelli…

Nero Tifaccio

Nella colonnina qui a fianco a destra, riportiamo l’elenco di tutti i contributi pubblicati da Gianni Minasso, per la sua rubrica intitolata A 32 denti (Sorridere è lecito, approvare è cortesia).

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