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Chiusi tutti gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari: si apre una nuova fase

Ingresso di una REMS (Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza)

Dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, si dovrà ora fare in modo che le REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) assumano un ruolo residuale, puntando in parallelo al potenziamento dei servizi di salute mentale e del welfare locale

«La chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, annunciata ufficialmente dal Governo è un evento storico per l’Italia, che conferma, dopo la chiusura dei manicomi decisa con la Riforma Basaglia, di essere all’avanguardia nella legislazione per il diritto delle persone alla tutela della salute mentale».
Lo dichiarano in una nota Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice, Denise Anerini e Patrizio Gonnella, a nome del Comitato Stop OPG, l’organismo che ha svolto in questi anni un ruolo fondamentale – come abbiamo di volta in volta riferito anche nel nostro giornale – per arrivare a questo importante passaggio, coincidente appunto con la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ancora presenti nel nostro Paese, quelle strutture che nel 2011 una Commissione d’Inchiesta del Senato definì una sorta di “inferno in terra”.

«Si tratta di un risultato – si legge ancora nella nota del Comitato – ottenuto grazie a una proficua e dialettica collaborazione fra Società Civile e Istituzioni e al lavoro di tanti operatori, che dimostra quanto sia preziosa la partecipazione democratica nei processi di cambiamento e innovazione. In particolare, nel complesso e difficile processo di chiusura degli OPG dobbiamo riconoscere un ruolo decisivo al sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, nei mesi in cui ha presieduto l’organismo di coordinamento per il superamento di quelle strutture, e al commissario Franco Corleone, che ha svolto un lavoro straordinario».

Ora, dunque, si apre quella nuova fase centrata sulle REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), che non dovranno segnatamente diventare dei “mini-OPG”, come più volte sottolineato dal Comitato, «ma il cui ruolo, seppure utile, dovrà essere residuale, andando in parallelo con lo sviluppo di tutte quelle misure di cura alternative alla detenzione, come prescritto dalla Legge 81/14 di riforma degli OPG, ovvero con il potenziamento dei servizi di salute mentale e del welfare locale, costruendo concrete alternative alla logica manicomiale, per affermare il diritto alla salute mentale e alla piena e responsabile cittadinanza per tutte le persone, senza distinzione, come vuole la nostra Costituzione».
«In tal senso – conclude la nota del Comitato – riteniamo positiva la decisione del Governo di mantenere attivo un organismo istituzionale di monitoraggio sul superamento degli OPG, che chiediamo sia aperto al contributo della società civile e nel quale ci rendiamo da subito pronti a partecipare. Nel frattempo continua il nostro impegno con il “Viaggio attraverso le REMS”». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@stopopg.it.

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