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La storia di Oney, uno che non si è arreso

Oney Tapia e Veera Kinnunen a "Ballando con le stelle"

Oney Tapia insieme a Veera Kinnunen, sul palco televisivo di “Ballando con le stelle”

La narrazione in prima persona delle esperienze sportive e artistiche che hanno riempito una vita al di là della disabilità: è quanto si propone il Centro Regionale per Ciechi Sant’Alessio-Margherita di Savoia di Roma, ospitando – nel pomeriggio di domani, giovedì 16 marzo (ore 14) – l’atleta paralimpico italocubano Oney Tapia, presso l’Aula Magna della propria sede di Viale Odescalchi, 38.

Nato 41 anni fa a L’Avana (Cuba), Tapia ha assunto la cittadinanza italiana nel 2003, stabilendo la propria residenza a Bergamo. Divenuto non vedente nel 2011 per un infortunio sul lavoro, non ha permesso che la cecità limitasse la sua passione per lo sport: boxe, baseball e poi l’incontro con l’atletica leggera nel 2013, che lo ha portato a vincere la medaglia d’argento nel lancio del disco alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016, e quella d’oro ai Campionati Europei di Grosseto. Nella sua categoria, inoltre, è primatista italiano sia nel lancio del disco che in quello del peso.
Poi – ed è storia di queste settimane – è arrivato sul palco di Ballando con le stelle, la nota trasmissione di RaiUno, primo concorrente non vedente in assoluto, che sta vincendo alla grande anche questa nuova sfida con la danza, affrontata senza timori.
«Il racconto delle sue esperienze – spiega Amedeo Piva, presidente del Centro Sant’Alessio-Margherita di Savoia – vuole essere soprattutto uno stimolo alle nuove generazioni di non vedenti che frequentano il nostro Centro, un modo per avvicinarle allo sport e a tutte quelle discipline sportive che, nel prossimo mese di maggio, presenteremo proprio da noi qui a Roma».

L’incontro con Oney Tapia – organizzato grazie alla collaborazione con le Fiamme Azzurre, la società sportiva della Polizia Penitenziaria in cui è entrato lo scorso anno – è patrocinato dalla FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) e ha pertanto lo scopo di far capire soprattutto quanto il mondo sportivo possa diventare per una persona non vedente un luogo di inclusione e integrazione. «La vita – ha dichiarato a tal proposito Tapia in una recente intervista – non finisce di metterti alla prova. Tocca a noi essere felici». (S.B.)

Ringraziamo per la collaborazione Erica Battaglia.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: urp@santalessio.org.

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