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Arrivi una Legge, ma senza discriminazioni, favoritismi o “dimenticanze”

Caregiver familiare con il figlio gravemente disabile

Un caregiver familiare insieme al figlio, persona con grave disabilità

Prendendo spunto dall’articolo di Lorenzo Salvia apparso il 1°maggio scorso sul «Corriere della Sera», con il titolo Figli-badanti verso il riconoscimento. Ma a costo zero (almeno per ora), riteniamo necessario fare un po’ di chiarezza sulla questione dei caregiver familiari [coloro che si prendono cura, al di fuori di un contesto professionale e retribuito, di una persona, generalmente un familiare, assicurandole assistenza, supporto e sostegno necessari a causa dell’età, di una menomazione, di una patologia, in un quadro di assenza o carenza di servizi pubblici adeguati e sufficienti alla situazione, N.d.R.].

Su tale tema esistono ad oggi tre Disegni di Legge attualmente in esame al Senato – per la precisione all’XI Commissione di Palazzo Madama – che al di là del titolo, sono diversi tra loro.
Si tratta del n. 2048 (Cristina De Pietro e altri), Misure in favore di persone che forniscono assistenza a parenti o affini anziani, del n. 2128 (Laura Bignami e altri), Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare e del n. 2266 (Ignazio Angioni e altri), Legge quadro nazionale per il riconoscimento e la valorizzazione del caregiver familiare.
Il primo di essi si rivolge solo alla tutela dei familiari che si prendono cura di un anziano non autosufficiente, mentre gli altri due parlano di genitori, fratelli e sorelle, figli e coniugi. Per entrare dunque nel merito di questi due Disegni di Legge (Bignami e Angioni) e per correttezza nei confronti dei genitori che leggono articoli sui giornali e che magari non hanno avuto modo di entrare nel merito dei due testi in esame, ci permettiamo di fare chiarezza su alcuni punti importanti da non sottovalutare.

Il Disegno di Legge n. 2128, per quanto dica di porre tutele chiare e specifiche per i familiari, dimentica di dire ai familiari stessi che all’interno del testo vengono poste delle tabelle per l’individuazione della gravità dello stato della persona assistita, con paletti molto restrittivi: per esempio saper impugnare una forchetta o avere il semplice controllo sfinterico (a fronte magari di una totale non autonomia, cioè di non sapere a cosa serva una forchetta o di non essere in grado di usare il bagno) sono considerati indici di autonomia.
Le famiglie, qualora decidessero di avere questo riconoscimento, dovrebbero fare richiesta presso la Commissione INPS, per fare rivalutare il proprio caro. Nel caso in cui la persona da assistere non rientrasse nei parametri prestabiliti dalle tabelle previste, la richiesta non verrebbe accettata: queste famiglie, quindi, si vedrebbero passare una Legge di cui non potrebbero mai beneficiare, per non parlare del fatto che, al momento del riconoscimento della figura del caregiver familiare, nessun altro, oltre il genitore, potrà beneficiare dei permessi ai sensi della Legge 104/92. Pertanto fratelli, sorelle, coniugi e via discorrendo ne sarebbero esclusi!
Sempre nel medesimo Disegno di Legge n. 2128 si legge che verranno calcolati i contributi figurativi dal momento del riconoscimento dell’invalidità. Sappiamo che non esistono Leggi retroattive, ma allora questi contributi da quando verranno calcolati davvero?
Dopo trent’anni di attesa da parte delle famiglie italiane di una Legge in materia, riteniamo sia assurdo considerare meritevoli di tutele solo coloro che rientrano nei parametri stabiliti da tali famigerate tabelle. È questa la norma tanto attesa e sostenuta da tutti i familiari caregiver italiani, come dichiara la promotrice del Disegno di Legge? Quanto tempo trascorrerà per dare tutele e diritto al riposo agli altri familiari caregiver, se passerà il Disegno di Legge n. 2128 a firma Bignami?

Ma facciamo anche chiarezza sui fondi stanziabili: come si legge nel citato articolo del «Corriere della Sera», secondo quanto dichiarato dal presidente della Commissione Senatoriale Maurizio Sacconi, il Governo non ha ancora stabilito dei fondi per questa figura, e allora è semplice intuire, come giustamente dice il giornalista Lorenzo Salvia, che sarà un riconoscimento senza oneri da parte dell’Esecutivo.
Sappiamo che le tutele hanno dei costi anche per una fascia ristretta e che ad oggi non esiste ancora giuridicamente questa figura, sarebbe dunque di certo un primo passo riconoscerla e riconoscere all’interno di essa una serie di supporti che ad oggi, nonostante tante Leggi, non sono presenti!

Per quanto poi riguarda il Disegno di Legge n. 2266, in parte vi si pongono alcune tutele specifiche sul lavoro e sulla rete d’aiuto, anche se va detto che uno dei suoi articoli – e nello specifico dove si fa riferimento alle compagnie assicurative cui potrebbero rivolgersi i caregiver – andrebbe totalmente abrogato, in quanto ci sono caregiver che non possono permettersi un’assicurazione e che anzi andrebbero premiati per la produttività che essi  generano alla collettività, perché di fatto ad oggi le Istituzioni si sono adagiate proprio sui caregiver familiari, senza dare aiuti concreti. Allora il vero salto di qualità sarebbe vedere i caregiver familiari come un investimento presente e futuro.
È pur vero che il Disegno di Legge Angioni parla di una Legge Quadro che nel tempo potrebbe essere riempita di contenuti importanti sul fronte delle tutele. Ma questo significa anche avere l’impegno e la consapevolezza che si parla di famiglie abbandonate da trent’anni e che si dovrebbe fare uno sforzo in più, mettendo ben chiare sulla carta le risorse per quelle stesse famiglie, che ahinoi continuano ad essere abbandonate a se stesse.

In linea con le reali esigenze dei familiari, interconnesse con la vita del proprio caro con disabilità, è auspicabile che venga prodotto un testo unico, senza discriminare nessuno e che vengano garantiti tutti i supporti e le tutele necessarie affinché le persone che si prendono cura godano di buona salute e riescano a poter vivere e a far vivere una vita dignitosa a loro stessi e ai propri cari.
Questo è quello che noi auspichiamo, che ci sia cioè saggezza e che venga approvata una Legge per tutti, senza esclusioni, discriminazioni, favoritismi o “dimenticanze”.

L’indirizzo della Rete dei 65 Movimenti è retedei65movimenti@gmail.com. Per un approfondimento sul tema trattato nel presente testo, suggeriamo la consultazione dell’ampia analisi intitolata Caregiver familiari: norme in discussione al Senato, pubblicata dal Servizio HandyLex.org.

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