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Letture ad alta voce accessibili a tutti

Uno degli strumenti utilizzati per le letture ad alta voce del Progetto “Storie per tutti”

Si chiama Storie per tutti ed è un progetto nato lo scorso anno da un gruppo di persone con e senza disabilità, con competenze nell’educazione, nella letteratura per l’infanzia, nell’illustrazione, nella musica e nel cinema, in collaborazione con il CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap).
L’obiettivo è sostanzialmente quello di offrire a tutti i bambini, dai 3 agli 8 anni, letture ad alta voce, rendendo il racconto fruibile anche da parte di chi non riesce ad accedere al libro e alla lettura in modo convenzionale: storie accessibili, quindi, anche ai bimbi con disabilità sensoriali o difficoltà di lettura e di apprendimento, ma anche ai bambini migranti che non conoscono ancora bene la lingua italiana.

«Perché Storie per tutti? – chiedono i promotori dell’iniziativa -: perché crediamo che l’accesso alla cultura e all’arte in ogni sua forma sia un diritto di tutti e che esse debbano essere pensate prendendo in considerazione le diverse abilità. Vogliamo insomma offrire ai bambini un’occasione inclusiva, rendendo lo spazio/tempo del racconto un momento piacevole e fruibile da tutti, anche da chi non accede al libro e alla lettura in modo convenzionale».
Per fare questo, dunque, vengono utilizzati strumenti e modalità diversi, accompagnando ad esempio le letture ad alta voce con letture in simboli (utilizzati nella Comunicazione Aumentativa e Alternativa), con la LIS (Lingua Italiana dei Segni) o con narrazioni polisensoriali, fornendo ai bambini sollecitazioni tattili, uditive e olfattive. E per “mettere in scena” le letture, vengono anche utilizzate proiezioni, ombre, pupazzi, kamishibai, illustrazioni dal vivo e musica dal vivo.
«Per ogni incontro – spiegano ancora i realizzatori di Storie per tutti – allestiamo uno spazio con dei libri e con dei giochi inclusivi, e un piccolo rinfresco, perché l’idea del progetto, al di là delle letture, è quello di creare un momento piacevole di convivialità e di incontro. Spesso, infatti, le famiglie con bambini con disabilità hanno poche possibilità di vivere esperienze al di fuori della propria casa o della scuola».

Finora, dunque, le prime due edizioni di questo bel progetto sono state itineranti, toccando vari luoghi di Bologna, ma anche di altre Regioni. «Le nostre storie – viene ricordato infatti – sono arrivate a diverse biblioteche (Amilcar Cabral, Casa di Khaoula, Gabriella Guidi), al Museo Tolomeo dell’Istituto dei Ciechi Cavazza, ma anche a luoghi più inusuali come parchi pubblici, il Kilowatt, ReMida Terre d’Acqua (centro di riuso creativo dei materiali di scarto aziendale), oppure al Galaxy, struttura per l’accoglienza di famiglie con problematiche abitative, dove abitano un gran numero di famiglie migranti. E Siamo stati anche a Milano, partecipando insieme alla Grande Fabbrica delle Parole alla Fiera Bookcity!».

A questo punto, è in fase di preparazione la terza edizione, che dovrà articolarsi su quattordici nuovi appuntamenti, con l’ambizioso obiettivo di promuovere tre momenti speciali nei reparti di Pediatria degli Ospedali bolognesi, per poter raggiungere anche quei bambini che non possono uscire e raggiungere liberamente le storie proposte.
E tuttavia, l’impegno volontario messo in campo finora necessita di un supporto per poter proseguire le attività, ampliando le varie storie e rendendole sempre di più “per tutti”. Ciò ha reso necessario lanciare un progetto di raccolta fondi nel web (crowdfunding), al quale tutti potranno contribuire fino al 7 luglio prossimo. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: cdh@accaparlante.it.

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