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“Da piccola ero Down”: semplice come la quotidianità, profondo come la vita

Isabella Piersanti e la figlia Giulia

Isabella Piersanti con la figlia Giulia

«Kafka diceva… un libro dev’essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi… e questo libro lo è, nel “rompere” tutti i luoghi comuni, in positivo o in negativo, su un mondo che purtroppo in pochi conoscono a fondo. Un applauso alla sua autrice».
«Un libro stracarico di umanità, un racconto a cuore aperto, una riflessione sull’essere genitori, uno sguardo attento sulle identità e sulla società… Semplice come la quotidianità, profondo come la vita».
Per chi ha avuto la fortuna e il piacere di essere tra i primi a leggere il manoscritto del libro Da piccola ero Down (Il Prato, 2017, con prefazione del noto giornalista Gian Antonio Stella), queste frasi – postate rispettivamente da Vincenzo Ripa e Giovanni Massari nella pagina Facebook del libro stesso – ne sono certamente il miglior commento possibile.

Il perché Isabella Piersanti, mamma di Giulia, ragazza ora dodicenne con la sindrome di Down, abbia voluto scriverlo, lo ha spiegato lei stessa: «L’ho scritto prima di tutto per me stessa, per mettere ordine nelle mie poche idee ma confuse, come diceva il grande Ennio Flaiano. Poi per Valentina, la mia figlia maggiore, perché possa conoscere la storia della nascita della sorella e perdonarci se qualche volta le abbiamo dato l’impressione di trascurarla; per dirle che le vogliamo un mondo di bene e che per questo le abbiamo voluto dare una sorella, per dirle che le siamo grati perché, se oggi Giulia è quella che è, moltissimo è per merito suo. Per Giulia, perché un domani possa ripercorrere la sua storia. Per Francesco, mio marito, con cui ho iniziato e continuo questa splendida avventura che è la nostra vita. Per condividere questa mia esperienza con chi si trovasse in situazioni simili, perché forse può essere utile un confronto con chi ha vissuto e vive la stessa realtà, senza la pretesa di dire verità assolute ma semplicemente di raccontare la mia storia. Per dire infine a tutti che avere una figlia con la sindrome di Down non è un dramma. Che non significa non essere più felici, anche se resterà Down per sempre. Che, sì, ci saranno difficoltà, ma anche tante risate e che si riceverà un amore incondizionato, puro, totale che è difficile sperimentare in altre condizioni».

Particolarmente appropriato appare anche il titolo (Sindrome di Down & felicità: binomio impossibile?), scelto per la presentazione in programma domani, venerdì 20 ottobre, a Roma, in una sede prestigiosa, quale la Sala della Lupa della Camera dei Deputati (ore 16).
Qui, introdotti da Paola De Micheli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, interverranno, insieme all’Autrice, Lucetta Scaraffia, componente del Comitato Nazionale per la Bioetica, Simone Consegnati della testata «Tuttoscuola», Nicola Pintus, presidente del Progetto Filippide, che opera da molti anni in àmbito di sport e disabilità e Catello Vitiello, presidente dell’AIPD di Roma (Associazione Italiana Persone Down). (Stefano Borgato)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: dapiccolaerodown@gmail.com (Francesco Giovannelli).

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