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La differenza tra semplice assistenza e accoglienza

Corridoio di ospedale. Sullo sfondo tre persone sfuocate, fotografate di spalle«Tra visite mediche ed esami, ricoveri e interventi – sottolineano dalla Fondazione Mantovani Castorina di Milano -, andare in ospedale è difficile per tutti. Ma per un bambino o un adulto con disabilità può essere ancora più difficile. Perché i problemi di comunicazione possono rendere tutto più complesso e nella sfida quotidiana della disabilità anche una semplice visita ambulatoriale in ospedale può generare preoccupazione o essere fonte di stress».
Quello relativo all’accoglienza delle persone con disabilità in ospedale è un tema del quale «Superando.it» si occupa ormai da molto tempo e con particolare attenzione, come si può vedere anche qui a fianco, dall’elenco dei contributi da noi pubblicati.
Per dare una prima risposta alle esigenze specifiche delle persone con disabilità grave e gravissima, nel 2001 era stato avviato, all’interno dell’Ospedale San Paolo di Milano, il Progetto DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance), con la collaborazione della LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), creando appunto un reparto dedicato alle persone con disabilità, dove grazie all’ausilio di volontari specificatamente formati, i pazienti e i loro familiari potessero affrontare l’accesso in ospedale in un clima sereno e collaborativo, elemento essenziale, questo, per svolgere tutti gli accertamenti medici nel modo migliore e più veloce possibile.

Qualche dato illumina ancor meglio la realtà di questa iniziativa: nel corso di diciassette anni di attività, sono state registrate 53.918 prestazioni e solo nello scorso anno gli accessi sono stati 3.791 (2.950 nei primi nove mesi del 2017, con un incremento del 10% circa).
«Si tratta – commentano dalla Fondazione Mantovani Castorina – di un vero e proprio modello di accoglienza e di assistenza medica che ha “fatto scuola” in tutta Italia, promuovendo negli anni esperienze affini, come il Percorso Delfino-DAMA Mantova, i reparti DAMA di Varese, Bologna, Empoli (Firenze), Bolzano, Bari e Cosenza 1 e 2, più una serie di ulteriori sperimentazioni in altri presìdi ospedalieri».
Oggi, però, per continuare a svolgere il proprio servizio nelle migliori condizioni possibili, il reparto DAMA del San Paolo di Milano ha bisogno di nuovi volontari e per questa ragione la stessa Fondazione Mantovani Castorina – nata nel 2008 dall’incontro di un alcune famiglie con figli con disabilità grave e un gruppo di medici di DAMA -, ha avviato un percorso per rilanciare la ricerca di volontari in tandem con la LEDHA di Milano e in cordata con altre Associazioni operative nel nosocomio milanese, quali l’AVO Milano (Associazione Volontari Ospedalieri), Nati per il Futuro e l’AST (Associazione Sclerosi Tuberosa).

Tra le prime iniziative, dunque, è parito in questi giorni un corso di formazione, per la cui organizzazione la Fondazione milanese si è avvalsa della collaborazione del Ciessevi (Centro Servizi per il Volontariato) del capoluogo lombardo.
L’iniziativa, gratuita, si sta articolando su tre mercoledì successivi di questo mese di novembre, presso il Ciessevi di Milano, e i docenti sono i membri del personale sanitario del reparto DAMA del San Paolo di Milano, i referenti per il volontariato della Fondazione Mantovani Castorina e il Presidente della LEDHA di Milano.
I volontari che vi partecipano andranno a collaborare con i medici e lo staff del DAMA, nell’accoglienza dei pazienti con disabilità e delle loro famiglie, accompagnandoli nei percorsi, condividendo i tempi trascorsi in ospedale, offrendo loro compagnia e sollievo durante le attese, facilitando così il personale sanitario.
Diversi gli argomenti trattati durante il corso: organizzazione dell’ospedale e figure di riferimento; ruolo dei volontari in ospedale; principali caratteristiche cliniche e legate alla condizione di disabilità in ospedale e bisogni dei pazienti con disabilità; modalità di comunicazione e relazione con le persone con disabilità e familiari; informazioni socio-assistenziali e giuridiche inerenti i temi della tutela legale, dell’amministrazione di sostegno e il consenso informato.

«I volontari – dichiara Filippo Ghelma, responsabile di DAMA Milano – rivestono un ruolo fondamentale nel nostro servizio. Non bastano infatti solo competenze tecniche e mediche per affrontare al meglio i problemi sanitari delle persone con disabilità. Oltre alle esigenze sanitarie è necessario dare ascolto anche agli altri bisogni, spesso complessi, delle persone con disabilità e delle loro famiglie».
«L’apporto fornito dai volontari – aggiunge Angelo Mantovani, direttore della Fondazione Mantovani Castorina – fa la differenza fra semplice assistenza e accoglienza. I volontari, infatti, rivestono un fondamentale ruolo di “mediatori culturali”, permettendo allo staff medico di leggere e cogliere appieno anche altri elementi di valutazione preziosi per elaborare le strategie di intervento più indicate, perché esami e visite mediche si svolgano con serenità per i pazienti».
«Il servizio offerto da DAMA alle persone con disabilità che necessitano di un ricovero in ospedale – conclude Marco Rasconi, presidente della LEDHA Milano – è troppo importante per i nostri ragazzi. Proprio per questo motivo, in collaborazione con la Fondazione Mantovani Castorina, abbiamo deciso di avviare un percorso per rilanciare la ricerca di volontari». (F.N. e S.B.)

Per iscrizioni al corso, accedere a questo link. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@fmc-onlus.org (Francesca Naboni).

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