Secondo il vento faremo le vele (per prepararci a vivere da adulti)

Prepararsi ad affrontare il mare, così come prepararsi alla vita adulta: sta in questo parallelo il senso profondo del Progetto “Secondo il vento faremo le vele”, promosso dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), la cui nuova edizione ha coinvolto ventiquattro giovani con la sindrome di Down delle sedi AIPD di Oristano, Pisa e Potenza, che hanno dapprima appreso e poi condiviso tutti i segreti di una navigazione in barca a vela

Uno dei marinai con sindrome di Down, al timone di una delle imbarcazioni utilizzate per il Progetto “Secondo il vento faremo le vele”

«Un vecchio proverbio marinaresco – dicono dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) – sottolinea la necessità di prepararsi per poi affrontare il mare, metafora della preparazione alla vita adulta . Per navigare, infatti, bisogna saper alzare le vele e conoscere il vento».
Ed è stato proprio sostanzialmente questo il senso del Progetto Secondo il vento faremo le vele, già promosso qualche anno fa dalla stessa AIPD che, come avevamo riferito a suo tempo, aveva anche portato a una bella mostra fotografica nella primavera del 2014. Una successiva edizione dell’iniziativa è stata poi avviata nel mese di aprile dello scorso anno, grazie a un cospicuo finanziamento della Stavros Niarchos Foundation, giungendo ora alla sua conclusione.

E dunque, ventiquattro giovani con la sindrome di Down delle sedi AIPD di Oristano, Pisa e Potenza hanno partecipato alle attività, condividendo l’esperienza della navigazione a vela, «metafora – sottolineano dall’Associazione – di un percorso di crescita nel quale il confronto quotidiano con i propri e altrui limiti e competenze è stato generatore di conoscenza, rispetto e tolleranza».
«L’idea di fondo di questa esperienza – raccontano ancora dall’AIPD – è stata quella di estremizzare il contesto educativo, fornendo al contempo l’elemento dell’avventura, del contatto e della relazione con le forze naturali del mare e del vento. Il corso di vela ha insegnato ai ragazzi a stare dietro al timone, ma anche a condividere e rispettare gli spazi degli altri, a cucinare, a mantenere in ordine le proprie cose, a collaborare in una situazione estrema per tutti. La barca a vela è “generatore” naturale di conflitti e solo imparando a coordinarsi e a rispettarsi, si possono superare le difficoltà interpersonali, consentendo alla barca di muoversi e di raggiungere la meta».

Qualche dato in più. Per due anni, dopo un corso di vela di sei giorni, tre equipaggi composti ciascuno da otto giovani con sindrome di Down, due educatori AIPD e due istruttori, con tre imbarcazioni di altura, hanno navigato in flotta per una settimana nel Mare Tirreno.
Il progetto si è sviluppato presso le tre sedi AIPD coinvolte, grazie alla partnership con le Associazioni dei Tetragonauti (Pisa), Veliamoci (Oristano) e il Circolo Velico Lucano (Potenza).
Sia il corso che le crociere nell’arcipelago toscano sono stati raccontati da tre mostre fotografiche tenutesi rispettivamente al Caffè Letterario DriMCafè di Oristano, al locale Assurd di Potenza e al ristorante I giardini del Colombre di Pisa, ma anche – sempre nella città toscana – nello spazio espositivo Sms, in collaborazione con Cena in Bianco Unconventional Dinner Pisa.

«È stata dura, ma siamo soddisfatti – commenta Paolo Virgilio Grillo, presidente nazionale dell’AIPD – perché i giovani con sindrome di Down hanno imparato a portare la barca, ma soprattutto ad “osare”; sono stati infatti timonieri e marinai, hanno imparato ad essere protagonisti ma anche membri di una squadra. Il mare non è iperprotettivo, ci sfida e ci mette alla prova».
Che poi l’obiettivo voluto sia stato effettivamente raggiunto, lo confermano anche le immagini e i commenti dei protagonisti, pubblicati nella pagina Facebook del progetto, i cui risulatti sono stati anche presentati alla fine di novembre, nel corso di un seminario a Roma. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com; telefonod@aipd.it.

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